DIARIO DI BORDO – 9 Aprile a.d.c. (Anno del Corona)
LA LEZIONE (Parte 2 di 2)
Caro diario,
Riprendiamo un discorso iniziato ieri.
Parlavamo di errori.
COSA RISCHIAMO DI SBAGLIARE ANCORA
Allarghiamo la nostra vista fuori del territorio nazionale.
Stiamo (in Europa e negli USA) sbagliando ancora.
La lezione italiana doveva insegnare qualche cosa.
Eppure altri paesi non si sono preparati: Spagna, Francia, Inghilterra tra tutti in Europa.
In Spagna hanno costruito un super-ospedale in zona fiera a Madrid scoprendo dopo le prime centinaia di ricoveri che non ci sono abbastanza servizi igienici, che i letti sono troppo vicini, che non ci sono abbastanza attacchi per ossigeno, che i sanitari non hanno abbastanza DPI. Una bomba a orologeria, non una zona di cura bensì una zona ad alto rischio di ulteriore contagio per sanitari e assistenti.
Francia e Inghilterra sono partiti lenti, in sordina.
L’Inghilterra con iniziale senso di superiorità ha parlato in un primo momento di “immunità di gregge” (una sorta di contagiamoci tutti e chi resiste fa ripartire il paese subito, una selezione naturale alla moda di Sparta), salvo poi correggersi, ammettere che se aveva ceduto il SSN Nazionale (definito da Boris Johnson uno dei migliori al mondo) allora era dura anche per la terra di Albione.
In Francia con l’emergenza in pieno corso in Italia e la sanità Lombarda già collassata hanno organizzato il record mondiale di riunione di puffi (migliaia di persone mascherate radunate in uno spazio ristrettissimo). Non che anche da noi non siano mancati i carnevali non sospesi in tempo.
E poi gli Stati Uniti d’America. Un paese che ora dovrà fare i conti con le sue contraddizioni.
La politica di chiusura e di progressivo isolamento da anni degli USA di Trump non ha certo bloccato il coronavirus che si presta a breve a superare i 200.000 contagi. Un sistema sanitario d’eccellenza per pochi ma forse non in grado di reggere l’urto su una moltitudine soprattutto se coperta del semplice “MEDICAIRE A e B” (l’assistenza minima sanitaria di base per chi non ha un’assicurazione privata).
COSA NON DOBBIAMO SBAGLIARE PER IL FUTURO
Ci permettiamo da queste pagine, medici, infermieri, pazienti e cittadini di appuntare alcuni promemoria virtuali per la politica:
- Cestiniamo gli attuali calcoli degli standard ospedalieri. È evidente che il calcolo dei posti letto era, come le nostre associazioni di categorie e le società scientifiche denunciavano da anni, sottostimati. Soprattutto per quanto riguarda le terapie intensive e sub intensive e i dipartimenti di emergenza (DEA, Pronti Soccorsi). In Piemonte si raccontava qualche giorno orsono dall’Unità di Crisi regionale dell’enorme sforzo con il quale si sono aumentati del 94% i posti di terapia intensiva nelle ultime due settimane. Nella stessa conferenza stampa si affermava “… all’inizio dell’emergenza avevamo una disponibilità tra le più BASSE a livello nazionale.” Male. Dovevamo aspettare il COVID? Primo errore da non ripetere più.
Ricordiamo che in Germania dove al momento vi è la mortalità più bassa d’Europa ci sono 30.000 letti di Terapia Intensiva.
- Scopriamo ora come investire sul personale sanitario, sul numero che sia adeguato, sulla sua preparazione e qualificazione sia vitale, VITALE. Eppure arriviamo da più di 10 anni di tagli, demansionamenti, chiusure di strutture con ridotta possibilità di crescita professionale. Ora si assumono all’improvviso tutti… pensionati, neo laureati, specializzandi, chiunque si presenti. Ma a che punto eravamo solo 3 mesi fa quando si paventava la possibilità di un nuovo piano di rientro con conseguente possibile blocco turnover?
Non commettiamo vecchi errori.
Nel 2021 il mondo della sanità universalistica come quella del modello italiano e europeo dovrà comprendere che la spesa sanitaria non è una spesa, è un investimento a lungo termine in salute. E la salute è felicità, il diritto essenziale di ogni essere umano.
9 di Aprile … errare è stato umano, perseverare sarebbe diabolico …
COPYRIGHT E FOTO: dott. Sergio Maccio’