Novara 30 settembre 2020
John Watson fu uno psicologo molto discusso soprattutto per un suo esperimento effettuato su un bambino molto piccolo su cui poi maturò la teoria del comportamentismo.
Al di là del fatto etico l'aspetto interessante del comportamentismo è che il comportamento umano può essere modellato o “addestrato”.
Per dimostrare ciò Watson scelse un bambino di 9 mesi figlio della balia di un orfanotrofio. Fu scelto per l’esperimento per il suo carattere tranquillo
.
Lo scopo di Watson era quello di esporre il bambino a diversi stimoli: una scimmia, un topo bianco, un foglio di carta che bruciava, e via dicendo. Quando al bambino vennero presentati questi oggetti ed esseri viventi, si mostrò attento, ma indifferente sul piano emotivo. L’unica emozione espressa era un po’ di curiosità.
In seguito, Watson introdusse uno timolo aggiuntivo. Ogni volta che appariva il topolino bianco, batteva un martello per riprodurre un frastuono che spaventasse il piccolo. In questo modo, il bambino iniziò ad associare il suono al topo e dopo un po’ cominciò ad avere paura dell’animale. Più avanti generalizzò il suo timore verso i conigli ed altri animali con la pelliccia in assenza dello stimolo rumoroso.
Facciamo ora un salto nella Germania nazista, di cui Joseph Goebbels fu ministro della propaganda assumendo il controllo totale di ogni ramo dell'informazione e della vita culturale e sociale tedesca (stampa, cinema, teatro, radio, sport), ovunque applicando con rigore i principi della "morale nazista".
Fin da subito Thomas Mann lo definì «uno storpio nel corpo e nell'animo» che mirava deliberatamente, con disumana bassezza, a elevare la menzogna a divinità, a sovrana del mondo.
La pervasività della propaganda dei mass media nazisti raggiunse lo scopo: da una parte la glorificazione dell'azione politica, dall'altra la percezione del clima di terrore per chiunque non fosse allineato col pensiero dominante.
Nei territori occupati bastava vedere un agente della Gestapo per la percezione tangibile della paura.
"la verità è il nemico mortale della menzogna e, di conseguenza, è il più grande nemico dello Stato"
"se dici una menzogna enorme, e continui a ripeterla, prima o poi il popolo ci crederà"
Quindi da un lato LA POSSIBILITÀ DI GENERARE LA PAURA CON UNA AZIONE RIPETUTA CHE CREI UN CONDIZIONAMENTO RIFLESSO, dall'altro LA CONSAPEVOLEZZA CHE MENTIRE PUÒ SERVIRE A CREARE LO STIMOLO CHE GENERA LA PAURA.
E allora i media opportunamente pilotati diventano il braccio armato di un condizionamento di massa per cui tutto ciò che è detto e ripetuto ossessivamente DEVE ESSERE VERO, avallato oltretutto dal fatto che LA MASSA CONDIZIONATA DETERMINA LA NORMALITÀ DI RIFERIMENTO, che esclude qualsiasi elemento dissonante da questa informazione uniformata.
In tutto questo giudicate voi se non ci vedete un riferimento a quanti sta accadendo in questi giorni.
Copyright e foto MARCO GUSMEROLI
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John Watson fu uno psicologo molto discusso soprattutto per un suo esperimento effettuato su un bambino molto piccolo su cui poi maturò la teoria del comportamentismo.
Al di là del fatto etico l'aspetto interessante del comportamentismo è che il comportamento umano può essere modellato o “addestrato”.
Per dimostrare ciò Watson scelse un bambino di 9 mesi figlio della balia di un orfanotrofio. Fu scelto per l’esperimento per il suo carattere tranquillo
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Lo scopo di Watson era quello di esporre il bambino a diversi stimoli: una scimmia, un topo bianco, un foglio di carta che bruciava, e via dicendo. Quando al bambino vennero presentati questi oggetti ed esseri viventi, si mostrò attento, ma indifferente sul piano emotivo. L’unica emozione espressa era un po’ di curiosità.
In seguito, Watson introdusse uno timolo aggiuntivo. Ogni volta che appariva il topolino bianco, batteva un martello per riprodurre un frastuono che spaventasse il piccolo. In questo modo, il bambino iniziò ad associare il suono al topo e dopo un po’ cominciò ad avere paura dell’animale. Più avanti generalizzò il suo timore verso i conigli ed altri animali con la pelliccia in assenza dello stimolo rumoroso.
Facciamo ora un salto nella Germania nazista, di cui Joseph Goebbels fu ministro della propaganda assumendo il controllo totale di ogni ramo dell'informazione e della vita culturale e sociale tedesca (stampa, cinema, teatro, radio, sport), ovunque applicando con rigore i principi della "morale nazista".
Fin da subito Thomas Mann lo definì «uno storpio nel corpo e nell'animo» che mirava deliberatamente, con disumana bassezza, a elevare la menzogna a divinità, a sovrana del mondo.
La pervasività della propaganda dei mass media nazisti raggiunse lo scopo: da una parte la glorificazione dell'azione politica, dall'altra la percezione del clima di terrore per chiunque non fosse allineato col pensiero dominante.
Nei territori occupati bastava vedere un agente della Gestapo per la percezione tangibile della paura.
"la verità è il nemico mortale della menzogna e, di conseguenza, è il più grande nemico dello Stato"
"se dici una menzogna enorme, e continui a ripeterla, prima o poi il popolo ci crederà"
Quindi da un lato LA POSSIBILITÀ DI GENERARE LA PAURA CON UNA AZIONE RIPETUTA CHE CREI UN CONDIZIONAMENTO RIFLESSO, dall'altro LA CONSAPEVOLEZZA CHE MENTIRE PUÒ SERVIRE A CREARE LO STIMOLO CHE GENERA LA PAURA.
E allora i media opportunamente pilotati diventano il braccio armato di un condizionamento di massa per cui tutto ciò che è detto e ripetuto ossessivamente DEVE ESSERE VERO, avallato oltretutto dal fatto che LA MASSA CONDIZIONATA DETERMINA LA NORMALITÀ DI RIFERIMENTO, che esclude qualsiasi elemento dissonante da questa informazione uniformata.
In tutto questo giudicate voi se non ci vedete un riferimento a quanti sta accadendo in questi giorni.
Copyright e foto MARCO GUSMEROLI
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