Vercelli 5 aprile 2020
DIARIO DI BORDO 4 Aprile a.d.c. (Anno del Corona)
“SVENTURATA LA TERRA CHE HA BISOGNO DI EROI”
Caro diario abbiamo parlato tanto di eroi in questi giorni e non potevo non pensare a questa citazione di Bertolt Brecht.
Quegli eroi con gli abiti candidi, visiere, guanti, maschere.
Girano in questi giorni immagini dei supereroi della televisione e dei cartoni affiancati a medici e infermieri.
Immagini che hanno fatto molto sorridere il mio piccolo Francesco, meno noi grandi.
Perché tra noi operatori la parola eroi non vorremmo usarla. Non lo siamo certo.
Siamo persone normali che stanno cercando di fare cose straordinarie (cioè fuori dall’ordinario senza altra enfasi). Molti colleghi addirittura quasi si offendono, e li comprendo, a sentire questo termine.
Come se chiamarci eroi o soldati potesse giustificare l’invio in trincea senza scarpe e con munizioni contate.
Nessuno qui vuole fare l’eroe, vogliamo solo fare il lavoro per cui abbiamo studiato e cercare di farlo con scienza, coscienza e strumenti adeguati.
Altri forse sono e saranno gli eroi di questa storia.
Si, noi rischiamo l’esposizione, il contagio, rischiamo di portarlo a casa. E questa è l’ombra che ci segue dappertutto. Ma abbiamo anche un vantaggio: a fine mese, cascasse il mondo, abbiamo uno stipendio per noi e per le nostre famiglie.
Ho molti tra gli amici che ormai fanno parte della “Compagnia del Diario” che dando dell’eroe a noi non si accorgono di esserlo loro, veramente.
Parlo di padri e madri lavoratori autonomi che da un mese non guadagnano niente.
Parlo di chi ha dovuto tirare giù le serrande senza alcun paracadute.
Sono in caduta libera.
Immagino gli occhi di un padre o di una madre, bloccati tutto il giorno in casa. Il conto in banca che scende. Uno è pronto a fare tutte le rinunce possibili ma come lo spiega magari ad un figlio? Un bimbo come il mio che compie gli anni, che si aspetta una festa, regali dai parenti? Si aspetta allegria e serenità.
Il mondo dei liberi professionisti e delle partite IVA è anche il mondo che, in un paese senza grandi strutture industriali, tiene vivo il tessuto economico e sociale.
Come, quando e soprattutto riusciranno tutti a ripartire quando saremo fuori da questa crisi?
Ora loro ci sostengono, fanno donazioni anche piccole ma grandi se pensiamo ai loro problemi, alle attività chiuse. Scrivono a noi ringraziandoci. Rispettano le chiusure con grandi sacrifici.
Sono loro i nostri eroi, eroe è l’uomo che riesce a donare un sorriso al proprio figlio nascondendogli le paure, le difficoltà. Eroe sarà il padre/madre che rinuncerà a tutto per fare quel regalo di compleanno.
Ricordiamocelo quando sarà finita.
In quel momento toccherà a noi, che lo stipendio l’abbiamo preso, aiutare loro.
Quando negozi, bar, ristoranti, artigiani riapriranno dovremmo essere li.
Ricordiamoci del negozio sotto casa, ricordiamo di quanto ci è mancato chiacchierare senza maschera con un negoziante con la scusa della spesa. Ci aspetta un’estate lavorativa. Negli ospedali bisognerà recuperare mesi di attività ambulatoriali e interventi rimandati.
Immagino un ferragosto “tutto aperto”. Viaggeremo di meno (più probabilmente non viaggeremo), dunque avremo qualche euro in più da spendere in loco. Toccherà a noi dare quella scintilla che faccia ripartire il motore.
<< Basta un istante per fare un eroe ma è necessaria una vita intera per fare un uomo onesto >>
(Paul Brulat)
4 di Aprile … mano al portafoglio …
COPYRIGHT E FOTO: dott. Sergio Maccio’
DIARIO DI BORDO 4 Aprile a.d.c. (Anno del Corona)
“SVENTURATA LA TERRA CHE HA BISOGNO DI EROI”
Caro diario abbiamo parlato tanto di eroi in questi giorni e non potevo non pensare a questa citazione di Bertolt Brecht.
Quegli eroi con gli abiti candidi, visiere, guanti, maschere.
Girano in questi giorni immagini dei supereroi della televisione e dei cartoni affiancati a medici e infermieri.
Immagini che hanno fatto molto sorridere il mio piccolo Francesco, meno noi grandi.
Perché tra noi operatori la parola eroi non vorremmo usarla. Non lo siamo certo.
Siamo persone normali che stanno cercando di fare cose straordinarie (cioè fuori dall’ordinario senza altra enfasi). Molti colleghi addirittura quasi si offendono, e li comprendo, a sentire questo termine.
Come se chiamarci eroi o soldati potesse giustificare l’invio in trincea senza scarpe e con munizioni contate.
Nessuno qui vuole fare l’eroe, vogliamo solo fare il lavoro per cui abbiamo studiato e cercare di farlo con scienza, coscienza e strumenti adeguati.
Altri forse sono e saranno gli eroi di questa storia.
Si, noi rischiamo l’esposizione, il contagio, rischiamo di portarlo a casa. E questa è l’ombra che ci segue dappertutto. Ma abbiamo anche un vantaggio: a fine mese, cascasse il mondo, abbiamo uno stipendio per noi e per le nostre famiglie.
Ho molti tra gli amici che ormai fanno parte della “Compagnia del Diario” che dando dell’eroe a noi non si accorgono di esserlo loro, veramente.
Parlo di padri e madri lavoratori autonomi che da un mese non guadagnano niente.
Parlo di chi ha dovuto tirare giù le serrande senza alcun paracadute.
Sono in caduta libera.
Immagino gli occhi di un padre o di una madre, bloccati tutto il giorno in casa. Il conto in banca che scende. Uno è pronto a fare tutte le rinunce possibili ma come lo spiega magari ad un figlio? Un bimbo come il mio che compie gli anni, che si aspetta una festa, regali dai parenti? Si aspetta allegria e serenità.
Il mondo dei liberi professionisti e delle partite IVA è anche il mondo che, in un paese senza grandi strutture industriali, tiene vivo il tessuto economico e sociale.
Come, quando e soprattutto riusciranno tutti a ripartire quando saremo fuori da questa crisi?
Ora loro ci sostengono, fanno donazioni anche piccole ma grandi se pensiamo ai loro problemi, alle attività chiuse. Scrivono a noi ringraziandoci. Rispettano le chiusure con grandi sacrifici.
Sono loro i nostri eroi, eroe è l’uomo che riesce a donare un sorriso al proprio figlio nascondendogli le paure, le difficoltà. Eroe sarà il padre/madre che rinuncerà a tutto per fare quel regalo di compleanno.
Ricordiamocelo quando sarà finita.
In quel momento toccherà a noi, che lo stipendio l’abbiamo preso, aiutare loro.
Quando negozi, bar, ristoranti, artigiani riapriranno dovremmo essere li.
Ricordiamoci del negozio sotto casa, ricordiamo di quanto ci è mancato chiacchierare senza maschera con un negoziante con la scusa della spesa. Ci aspetta un’estate lavorativa. Negli ospedali bisognerà recuperare mesi di attività ambulatoriali e interventi rimandati.
Immagino un ferragosto “tutto aperto”. Viaggeremo di meno (più probabilmente non viaggeremo), dunque avremo qualche euro in più da spendere in loco. Toccherà a noi dare quella scintilla che faccia ripartire il motore.
<< Basta un istante per fare un eroe ma è necessaria una vita intera per fare un uomo onesto >>
(Paul Brulat)
4 di Aprile … mano al portafoglio …
COPYRIGHT E FOTO: dott. Sergio Maccio’