Gaia Contini, 27 anni, malata dalla nascita di sclerosi tuberosa dal mese di settembre era ricoverata in attesa di trapianto ai polmoni alla clinica Maugeri di Veruno.
Compatibilmente con il suo stato, Gaia stava bene quando è entrata in clinica e anche durante tutti i mesi di attesa nei quali aveva superato tutta una serie di esami per il trapianto e i suoi parenti la vedevano regolarmente.
Arrivato il Covid-19, a Veruno sono stati vietati tutti gli accessi, quindi Gaia comunicava tutti i giorni con i suoi famigliari solo con il suo smartphone.
A un certo punto però, le telefonate sono cessate…Gaia era morta perché positiva al coronavirus.
La giovane è mancata il 21 marzo, ma i parenti affermano di essere stati avvisati della sua positività al Covid-19 solo ai primi giorni di aprile dai carabinieri di Sesto Calende, ai quali si erano rivolti per segnalare i propri sospetti.
Perché questo inaccettabile ritardo nelle comunicazioni? Perché evitare di raccontare la vera causa della morte della giovane donna?
Per avere una risposta a questi interrogativi e quindi capire cosa veramente sia successo i familiari hanno deciso di rivolgersi ad uno studio legale che ha provveduto ad inviare un esposto alla procura di Varese chiedendo di fare chiarezza su quanto capitato.
In attesa del procedimento la struttura Maugeri comunica di aver già offerto la massima collaborazione all’autorità giudiziaria.
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