Grazie – si fa per dire - al coronavirus le persone si stanno abituando a lavorare da casa fattore che per molti è diventata una vera necessità almeno fino al 15 marzo nelle regioni oggi interessate dal contagio.
Le città piccole o grandi stanno diventando deserte come mai prima d’ora , idem le aziende, quindi il telelavoro sta diventando l’unica alternativa per rimanere comunque operativi così come le riunioni in call conference , app di videochat o WeChat work che sono ormai all’ordine del giorno.
Però se è vero che l’informatica è di grande aiuto, è anche vero che i rischi per la sicurezza informatica e per la privacy possono aumentare se non vengono rispettate le procedure suggerite dagli specialisti.
Entrando da fuori nella rete aziendale, i dispositivi sono facilmente soggetti agli attacchi di terze parti e di criminali informatici che possono ottenere le credenziali di accesso del dipendente, creando così potenziali varchi per accedere ai sistemi dell’Azienda oppure inoculare virus che bloccano l’ attività o congelare i database.
Lavorando da remoto si deve per forza accedere ai dati aziendali interni e dal momento che spesso questo avviene con dispositivi come smartphone, pc, tablet per evitare problemi oltre ad avere un aggiornato antivirus è comunque sconsigliabile impiegare i dispositivi personali.
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