Ristoratore del novarese costretto a chiudere e pagare una multa salatissima
Nel mese di febbraio dell’anno scorso, i Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro unitamente a quelli della Stazione di Casanova Elvo avevano dato corso ad un’ispezione in un ristorante di Formigliana di proprietà di un 53enne del novarese, scoprendo che ben due addette -italiane - non avevano un contratto di assunzione regolare.
A fronte di questa evidenza erano stati acquisiti i documenti per una successiva analisi più approfondita ed intimato al datore di lavoro di regolarizzare immediatamente le due donne.
La successiva analisi dei documenti accompagnata anche da un’attività investigativa, ha portato alla luce un comportamento a dir poco da sfruttatore: infatti entrambe le cameriere erano impiegate con un contratto “fittizio” ,basandosi sulla loro necessità di trovare lavoro essendo disoccupate e con famiglia a carico. Anche una terza donna – oggi non più presente in quel locale - era stata impiegata quando si trovava nelle stesse precarie condizioni famigliari delle altre due.
E non è tutto: venivano anche pagate meno del minimo sindacale, cioè solo 150 euro la settimana ,oltre a non avere alcun tipo di tutela ed erano obnligate a coprire turni molto superiori a quelli previsti dalla legge e a non avere mai periodi di riposo infrasettimanale garantiti né ferie.
Insomma, non una casualità o una svista, ma un vero e proprio modus operandi deciso e messo in atto con piena consapevolezza da parte del titolare del ristorante.
Al GIP del Tribunale di Vercelli non è quindi rimasta altra soluzione – vista la palese malafede del ristoratore – che disporre il sequestro del locale eseguito il 6 giugno scorso e comminare una sanzione amministrativa di circa 25.000 euro ed un recupero di oneri contributivi previdenziali di oltre 50.000 euro.
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