Sospeso dall’Ordine e tradotto in carcere
Un noto commercialista di Alessandria - Stefano Cellerino - è stato identificato e gli è stata comminata dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza una misura di prevenzione patrimoniale di sequestro anticipato di beni finalizzato alla confisca di un patrimonio immobiliare di oltre un milione di euro, formalmente intestato a società immobiliari riferibili alla moglie, veicoli, oltre che molteplici rapporti bancari e quote societarie.
Il professionista nel periodo 2013-2019, è risultato indagato o imputato in più procedimenti penali aventi ad oggetto reati predatori, che hanno determinato la formazione di rilevanti provviste illecite con danno di terzi.
Le indagini, scaturite a seguito del fallimento di una società di compravendita immobiliare, portavano al deferimento all’Autorità Giudiziaria del professionista, in qualità di amministratore unico, per aver, tra l’altro, sottratto le scritture contabili dell’impresa fallita, tenendo quelle residue in modo da non consentire la ricostruzione del patrimonio e dell’andamento degli affari.
E non è tutto: gli accertamenti dei militari hanno permesso di disvelare un abile meccanismo truffaldino perpetrato dall’indagato a danno dei propri ignari clienti ed in pregiudizio all’Erario, attraverso l’omesso versamento delle imposte e dei tributi dovuti dai suoi assistiti.
È stato constatato che il commercialista, approfittando del suo ruolo, nonché della piena fiducia dei suoi clienti, comunicava alle vittime gli importi che avrebbero dovuto versare all’Erario e contestualmente si faceva consegnare tale somma con la promessa che avrebbe provveduto lui stesso al pagamento delle imposte. Poi, però non provvedeva all’effettivo pagamento delle imposte poiché i debiti tributari venivano talvolta compensati con crediti d’imposta risultati inesistenti, talvolta semplicemente non onorati.
Addirittura, nel marzo 2020 i finanzieri accertavano che il professionista, benché agli arresti domiciliari e sospeso dall’ordine dei commercialisti, proseguisse nella propria attività professionale, circostanza che induceva l’Autorità Giudiziaria a sostituire la precedente misura cautelare con la custodia in carcere.
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