E’ imputata di aver ucciso volontariamente la figlia di 18 mesi.
Alessia Pifferi è la 37enne che ha fatto morire di stenti sua figlia di solo 18 mesi dopo averla lasciata da sola a casa per ben sei giorni. La donna ha parlato in aula alla Corte d’Assise di Milano nel processo a suo carico.
Le sue parole sono orribili:” Le chiedo gentilmente di non sgridarmi. Io pensavo che il latte nel biberon che le avevo lasciato in casa bastasse. Sono pentita. Non pensavo potesse succedere una cosa del genere, anche perché io non ho mai pensato di farla fuori. L’ho lasciata da sola in casa, ma pochissime volte. La lasciavo con il biberon di latte e due bottigliette di acqua e una di the e, quando rientravo, di solito era tranquilla che giocava nel lettino, la lavavo, la cambiavo e le davo la pappa. La accudivo come una mamma accudisce normalmente un figlio. Le davo da mangiare, la lavavo e la cambiavo. Cose normali. Se stava male, contattavo l’ospedale. La crescevo Non c’è stata alcuna festa del battesimo “l’ho inventata per fare un’uscita in limousine con il signor D’Ambrosio (il suo ex compagno)Io mi preoccupavo di mia figlia ma purtroppo avevo paura delle reazioni del mio compagno. Avevo paura di parlare con lui, era parecchio aggressivo nel verbale. Una volta ha anche cercato di sbattermi contro a un vetro in una discussione. Mi preoccupavo per mia figlia ma al tempo stesso avevo paura di chiedergli di portarmi a casa perché per il compagno la bambina “era un intralcio”.
Ho trovato mia figlia nel lettino: sono andatA subito da lei, non ricordo se la porta era aperta o chiusa. L’ho accarezzata, ma ho visto che non si muoveva e capii che qualcosa non andava: non era in piedi come le altre volte, non giocava. Non era fredda la bambina. Tentai di rianimarla –le feci il massaggio cardiaco, la presi in braccio e le diedi qualche pacchetta sulla schiena. Provai a bagnarle le manine, i piedini e la testina per vedere se si riprendeva. La rimisi nel lettino e le spruzzai anche dell’acqua in bocca. Vidi che non si riprese e andai a chiamare la vicina di casa”.
Parole che fanno tremare i polsi a chiunque, ma che fanno anche capire che probabilmente la donna o è dotata di scarsa intelligenza, oppure ha seri problemi psicologici di cui nessuno si era mai accorto. Ovviamente è facile che i suoi avvocati chiedano la seminfermità mentale.
dp