Il nono film di Quentin Tarantino uscirà questa sera nel Regno Unito e il 18 settembre in Italia.
Galliate, 14 agosto 2019
C’era una volta a… Hollywood, anno 1969, Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), star televisiva ormai in declino, che cerca di farsi un nome nell’industria cinematografica al fianco della propria controfigura nonché migliore amico e autista, Cliff Booth (Brad Pitt).
Alle loro vicende si intreccia quella della bellissima attrice Sharon Tate (Margot Robbie), appena trasferitasi insieme al marito Roman Polański nella villa di fianco a quella di Dalton a Cielo Drive. Film dopo film, western dopo western, si arriverà alla notte più calda dell’estate del 1969, l’8 agosto.
Il nono film di Quentin Tarantino è una bomba ad orologeria: ogni singola scena, ogni singola azione portano allo “scoppio“ finale, che è sicuramente uno dei meno prevedibili, anche dei suoi migliori capolavori.
La prima parte è, come la definisce lui stesso, “una cartolina d’amore per Los Angeles“: grazie anche all’aiuto della scenografa Barbara Ling, il regista “pulp“ ci fa fare un tuffo nella Hollywood degli anni 60, ci fa entrare a feste esclusive come quella a cui è invitata Tate insieme al marito nella Playboy Mansion, ci fa sedere nei migliori locali della città californiana come quello in cui Dalton, insieme a Booth, parla con il suo agente Marvin Schwarzs (Al Pacino), e ci fa addirittura entrare nelle ville dei divi di Cielo Drive. Se in questa prima parte può sembrare che a dirigere non sia lo stesso Tarantino del sanguinario “Django Unchained“ o di “The Hateful Eight“ per la troppa tranquillità, nella seconda ci si ricrede in un attimo.
Il film è inoltre pieno di autocitazioni e di citazioni di altri film: per esempio, in una delle scene iniziali, quando Schwarzs (Al Pacino) imita Dalton facendo finta di mitragliare alcuni soldati, il riferimento è ovviamente alla scena finale di “Scarface“, in cui è proprio Al Pacino a sparare ad un gruppo di persone; inoltre, uno dei film di cui Rick Dalton è protagonista è diretto da Antonio Margheriti, nome che viene utilizzato anche in “Bastardi senza gloria“ (sesto film di Tarantino) da Donnie Donowitz (Eli Roth), quando, nella scena finale, finge di essere italiano.
Alla bravura del regista si aggiunge quella di un cast sensazionale che vanta la presenza degli attori più richiesti di Hollywood. Leonardo DiCaprio, dopo un’assenza di 4 anni dal grande schermo, torna più agguerrito che mai, con un’interpretazione più che convincente che molto probabilmente lo porterà a una nuova nomination agli Oscar e forse ad una seconda vittoria. Brad Pitt è forse quello che stupisce di più: all’età di 55 anni è ancora in perfetta forma e per questo in grado di calarsi perfettamente nella parte non solo di controfigura ma anche in quella di un vero e proprio duro che sfida ogni situazione. Se i personaggi di Dalton e Booth sono immaginari, quello di Sharon Tate è realmente esistito. Margot Robbie, nell’interpretarla, si è superata; la somiglianza, sia fisica che gestuale, con la vera attrice è così impressionante che Debra Tate, sorella di Sharon, si è commossa per la sua interpretazione e ha dichiarato: “Margot ha fatto un lavoro dannatamente straordinario, ha saputo ricreare Sharon in tutto e per tutto. Lei era davvero così, gentile e dall’aria leggera. Ciò che mi ha toccato realmente sono state le qualità di Margot Robbie, che hanno portato a interpretare mia sorella nel migliore dei modi possibile”.
Alla bravura del cast principale si aggiunge quella degli altri attori che hanno saputo tenere testa ai protagonisti. In particolare colpiscono le interpretazioni di Margaret Qualley, che nel film interpreta Pussycat, una ragazza hippie che cerca di attirare l’attenzione di Booth, e di Al Pacino, che per la prima volta lavora al fianco di Tarantino. Questo film è anche il miglior modo in cui Luke Perry, che nel film interpreta Wayne Maunder, potesse abbandonare i riflettori di Hollywood.
La colonna sonora è composta da moltissime canzoni degli anni 60, ma le migliori restano sicuramente “Good Thing“ di Paul Revere & The Raiders, “Bring a Little Lovin’“ dei Los Bravos e “Brother Love’s Traveling Salvation Show“ di Neil Diamond, che, grazie anche al teaser ed al trailer, sono diventate i “main themes“ di questo film.
Il film è stato presentato in anteprima al 72esimo Locarno Film Festival e uscirà nelle sale italiane il 18 settembre.
C’era una volta a… Hollywood, anno 1969, Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), star televisiva ormai in declino, che cerca di farsi un nome nell’industria cinematografica al fianco della propria controfigura nonché migliore amico e autista, Cliff Booth (Brad Pitt).
Alle loro vicende si intreccia quella della bellissima attrice Sharon Tate (Margot Robbie), appena trasferitasi insieme al marito Roman Polański nella villa di fianco a quella di Dalton a Cielo Drive. Film dopo film, western dopo western, si arriverà alla notte più calda dell’estate del 1969, l’8 agosto.
Il nono film di Quentin Tarantino è una bomba ad orologeria: ogni singola scena, ogni singola azione portano allo “scoppio“ finale, che è sicuramente uno dei meno prevedibili, anche dei suoi migliori capolavori.
La prima parte è, come la definisce lui stesso, “una cartolina d’amore per Los Angeles“: grazie anche all’aiuto della scenografa Barbara Ling, il regista “pulp“ ci fa fare un tuffo nella Hollywood degli anni 60, ci fa entrare a feste esclusive come quella a cui è invitata Tate insieme al marito nella Playboy Mansion, ci fa sedere nei migliori locali della città californiana come quello in cui Dalton, insieme a Booth, parla con il suo agente Marvin Schwarzs (Al Pacino), e ci fa addirittura entrare nelle ville dei divi di Cielo Drive. Se in questa prima parte può sembrare che a dirigere non sia lo stesso Tarantino del sanguinario “Django Unchained“ o di “The Hateful Eight“ per la troppa tranquillità, nella seconda ci si ricrede in un attimo.
Il film è inoltre pieno di autocitazioni e di citazioni di altri film: per esempio, in una delle scene iniziali, quando Schwarzs (Al Pacino) imita Dalton facendo finta di mitragliare alcuni soldati, il riferimento è ovviamente alla scena finale di “Scarface“, in cui è proprio Al Pacino a sparare ad un gruppo di persone; inoltre, uno dei film di cui Rick Dalton è protagonista è diretto da Antonio Margheriti, nome che viene utilizzato anche in “Bastardi senza gloria“ (sesto film di Tarantino) da Donnie Donowitz (Eli Roth), quando, nella scena finale, finge di essere italiano.
Alla bravura del regista si aggiunge quella di un cast sensazionale che vanta la presenza degli attori più richiesti di Hollywood. Leonardo DiCaprio, dopo un’assenza di 4 anni dal grande schermo, torna più agguerrito che mai, con un’interpretazione più che convincente che molto probabilmente lo porterà a una nuova nomination agli Oscar e forse ad una seconda vittoria. Brad Pitt è forse quello che stupisce di più: all’età di 55 anni è ancora in perfetta forma e per questo in grado di calarsi perfettamente nella parte non solo di controfigura ma anche in quella di un vero e proprio duro che sfida ogni situazione. Se i personaggi di Dalton e Booth sono immaginari, quello di Sharon Tate è realmente esistito. Margot Robbie, nell’interpretarla, si è superata; la somiglianza, sia fisica che gestuale, con la vera attrice è così impressionante che Debra Tate, sorella di Sharon, si è commossa per la sua interpretazione e ha dichiarato: “Margot ha fatto un lavoro dannatamente straordinario, ha saputo ricreare Sharon in tutto e per tutto. Lei era davvero così, gentile e dall’aria leggera. Ciò che mi ha toccato realmente sono state le qualità di Margot Robbie, che hanno portato a interpretare mia sorella nel migliore dei modi possibile”.
Alla bravura del cast principale si aggiunge quella degli altri attori che hanno saputo tenere testa ai protagonisti. In particolare colpiscono le interpretazioni di Margaret Qualley, che nel film interpreta Pussycat, una ragazza hippie che cerca di attirare l’attenzione di Booth, e di Al Pacino, che per la prima volta lavora al fianco di Tarantino. Questo film è anche il miglior modo in cui Luke Perry, che nel film interpreta Wayne Maunder, potesse abbandonare i riflettori di Hollywood.
La colonna sonora è composta da moltissime canzoni degli anni 60, ma le migliori restano sicuramente “Good Thing“ di Paul Revere & The Raiders, “Bring a Little Lovin’“ dei Los Bravos e “Brother Love’s Traveling Salvation Show“ di Neil Diamond, che, grazie anche al teaser ed al trailer, sono diventate i “main themes“ di questo film.
Il film è stato presentato in anteprima al 72esimo Locarno Film Festival e uscirà nelle sale italiane il 18 settembre.
Cliff Booth (Brad Pitt) e Rick Dalton (Leonardo DiCaprio) in una delle scene del film (Copyright Heyday Films)
https://www.youtube.com/watch?v=TLmHNBmzz84
Il trailer del film (Copyright Sony Pictures Entertainment)
Copyright Alberto Invernizzi
https://www.youtube.com/watch?v=TLmHNBmzz84
Il trailer del film (Copyright Sony Pictures Entertainment)
Copyright Alberto Invernizzi