Il Novara ha superato questa sera con pieno merito i rivali dell’Alessandria, al termine di una partita combattuta secondo la migliore tradizione dei derby. Numerosi erano i motivi che rendevano importante questa sfida: l’alta posizione in classifica delle due squadre che aspirano alla promozione in serie B; il periodo di appannamento della squadra azzurra (tre soli punti nelle ultime quattro partite), che poneva seri dubbi sul prosieguo del campionato. Va aggiunta la storica rivalità tra le due tifoserie, testimoniata dai numerosi supporter della squadra ospite, la cui curva si presentava affollata almeno quanto quella della squadra di casa. L’avvio della partita ha evidenziato una supremazia piuttosto chiara della squadra ospite, ben disposta in campo, sempre prima sui palloni vaganti e decisamente più tonica. Per contro il Novara appariva intimorito dal ritmo elevato che i rivali avevano impresso alla partita.
Già al 12’ Obodo calciava dal limite un bel sinistro verso l’angolo alto alla sinistra di Tozzo, che era pronto alla deviazione in calcio d’angolo. Sulla battuta il più tecnico degli ospiti, Rantier, alzava di poco in mezza rovesciata. Dopo 20 minuti gli ospiti avevano già battuto quattro calci d’angolo, contro nessuno degli azzurri. Il Novara si era fatto vedere solo con il generoso Evacuo, che al 14’ aveva messo a lato e al 24’ era anche andato in rete, ma da posizione di fuori gioco. Proprio dalla susseguente lunga battuta del portiere Poluzzi nasceva il goal del meritato vantaggio grigio. La spizzata di testa di un centrocampista mandava la palla verso il vertice di destra dell’area di rigore, dove Gavazzi sembrava in condizione di respingere agevolmente. Per sua sfortuna l’ex capitano del Renate scivolava, lasciando via libera a Rantier, chevanificava il tentativo di recupero di Martinelli e infilzava facilmente l’incolpevole Tozzo. Lo svantaggio e la supremazia degli avversari facevano prevedere una partita infelice per il Novara; e invece era proprio il vantaggio alessandrino a dare alla partita la svolta agognata dai novaresi. Dopo soli due minuti, ossia al 27’, Foglio raccoglieva un tiro di Pesce ribattuto e dal limite dell’area esplodeva un bel sinistro, che veniva deviato involontariamente da Sabato sulla destra del proprio portiere, che si apprestava alla (non facile) parata sull’angolo opposto. La fortuna ha quindi avuto un ruolo non marginale in entrambe le reti, aiutando prima gli ospiti e poi i padroni di casa. Da questo momento però il Novara teneva saldamente in mano la partita, senza concedere quasi nulla agli ospiti fino al termine. Già durante l’intervallo si percepiva la fiducia per una vittoria azzurra.
Vittoria che giungeva al 2’ della ripresa, grazie ad uno di quei goal che scatenano l’entusiasmo nei tifosi. Su un cross di Foglio, Poluzzi usciva e respingeva con entrambi i pugni a quasi 30 metri dalla propria porta. Qui si trovava il giovane Lorenzo Dickmann, un ragazzo che già si era fatto più volte apprezzare per la sua velocità, la sua autorevolezza negli inserimenti, ma del cui tiro a rete si conosceva poco. Ebbene Dickmann si coordinava perfettamente e scagliava un preciso sinistro a parabola, che si infilava nella porta rimasta incustodita, sia perché il portiere non aveva avuto il tempo di rientrarvi, sia perché difensori e attraccanti si erano allontanati per ragioni di “fuorigioco”. Viene naturale paragonare la prodezza di Dickmann al goal di Rigoni contro la Reggina, che nel 2011 spianò al Novara la strada per la serie A. A me questo goal è parso ancora più difficile, perché la distanza dalla porta era maggiore e perché Dickmann lo ha realizzato con quello che non è il suo piede naturale. L’augurio è che risulti altrettanto determinante per l’esito del campionato quanto lo “storico” goal di Rigoni.
Il resto della partita ha visto in campo un Novara molto autoritario e un’Alessandria che, non riuscendo a rendersi pericolosa, mostrava un crescente nervosismo, mai punito però da un arbitro che ha fatto di tutto per apparire “casalingo alla rovescia”. Il Novara si è ancora reso pericoloso due volte con Buzzegoli e poi con Gonzalez, Evacuo e Faragò. L’Alessandria soltanto con una punizione (inventata dall’arbitro) di Rantier, che al 86’ è andato vicino al palo alla sinistra di Tozzo, apparso però in grado di intervenire. Il Novara – primi 25 minuti a parte – è piaciuto come complesso. Il rientro di alcuni infortunati cronici ha recato un sensibile giovamento alla squadra, che dispone ora anche di ricambi di valore. Oltre che a Dickmann, note di grande merito per Evacuo, che, a dispetto di un taglio alla testa, ha continuato a lottare a tutto campo con avversari che, per fermarlo, sono spesso ricorsi al fallo: un vero capitano, esempio per i compagni. Bene anche Foglio e non solo per il goal. Buzzegoli ha preso in mano con autorevolezza la regia del gioco e riteniamo potrà far registrare ulteriori miglioramenti. Il Novara dell’ultima ora mi è parso il migliore tra quelli visti in questo campionato. C’è da augurarsi che sappia dimostrare continuità: in tal caso potrebbero arrivare le soddisfazioni attese dai suoi tifosi. Per concludere: come spiegare i due volti così vistosamente contrastanti della partita? E’ spesso difficile nel calcio stabilire se le differenze tra le squadre derivino dai meriti dell’una o dai demeriti dell’altra. A mio parere però molto ha pesato il ritmo forsennato che l’Alessandria ha tenuto all’inizio, pagandone poi pesantemente lo scotto poi.
Novara: Tozzo, Martinelli, Freddi, Foglio (84’ Miglietta), Buzzegoli, Gavazzi, Dickmann, Faragò, Evacuo, Pesce (67’ Garofalo), Gonzalez
Alessandria: Poluzzi, Sosa, Sirri, Sabato, Mezavila (80’ Cavalli), Mora (70’ Scotto), Vitofrancesco (57’ Spighi), Obodo, Marconi, Rantier, Taddei
Arbitro: Illuzzi di Molfetta
Ammoniti: Taddei, Evacuo, Garofalo
© Massimo Zucca Marmo