L’evento organizzato da Fratelli d’Italia di Novara ha avuto come ospite Giuseppe De Lorenzo, giornalista de “Il Giornale”.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa.
Pubblico attento e partecipe giovedì scorso nella sede di Novara Fratelli d’Italia per la presentazione di “Arcipelago Ong”, il libro-inchiesta di Giuseppe De Lorenzo, giornalista de “Il Giornale”, che ha affrontato con spunti interessanti gli argomenti sempre attualissimi delle navi ONG che continuano il trasporto di profughi verso le nostre coste, della chiusura dei porti voluta dal Ministro Salvini e della soluzione proposta proprio da Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia del cosiddetto Blocco Navale.
“Abbiamo voluto creare un’occasione per un approfondimento sulle politiche dell’immigrazioni e sul controverso ruolo delle ONG, le cosiddette navi umanitarie che operano nel Mediterraneo – spiega il Consigliere Provinciale Ivan De Grandis.
Il libro tratta proprio dell'ultima inchiesta sulle organizzazioni non governative relative agli sbarchi dei migranti. In oltre due anni di attività le Ong attive nel Mediterraneo hanno trasportato in Italia migliaia di migranti. Nel corso della serata l’autore ha provato a dare delle risposte documentate alle principali domande come: “Cosa ha spinto la flotta umanitaria a salpare verso l'Italia? Come finanziano le loro missioni? Perché si spingono fino all'Africa per recuperare i clandestini?”.
“In tanti parlano e intervengono su queste tematiche senza averle studiate a fondo. La realtà è che il “blocco navale” che propone Fratelli d’Italia è l’unico provvedimento che agisce all’origine del fenomeno e interrompe la catena della morte incentivata dagli scafisti che trafficano in esseri umani. Il blocco navale – prosegue De Grandis – come ben spiegato più volte da Giorgia Meloni, va realizzato al largo delle coste della Libia e gestito «con un coordinamento europeo, perché il confine Sud del Mediterraneo è il confine di tutta l’Unione, non dell’ Italia. Se la moneta è comune, se le regole del commercio sono comuni, anche le frontiere sono comuni, altrimenti non è un’Unione, è una presa in giro. Tra l’altro, è quello a cui ci richiamano il tanto vituperato Orban e tutto il gruppo di Visegrad: come noi difendiamo il confine a Est, ci dicono, non si capisce perché voi non difendiate il confine a Sud».
"Il “blocco navale” - commenta il Consigliere Regionale Giuseppe Policaro -sarebbe chiaramente da accompagnare con la creazione di hotspot funzionanti in Libia, che avrebbero come compito primario quello di individuare chi abbia effettivamente diritto all’asilo. Esattamente il contrario di un approccio estremistico, mi pare un’idea di buon senso e soprattutto di buona politica, in difesa dei cittadini italiani che immagino non ne possano più di vedere la propria nazione trasformata nel campo profughi d’Europa”.
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