Difendere il diritto all’autodeterminazione.

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa.
La Catalogna è stata lasciata da sola.
Dai governi europei, dalla politica, dai mezzi di informazione. Le motivazioni sono diverse. Da un lato c’è l’atteggiamento politically correct di chi non vuole inimicarsi il potere, e Rajoy, comunque, fa parte del club dei potenti d’ Europa.
Dall’altro, il fatto che si è persa completamente la bussola della coerenza e si ragiona in un’ottica di amici/nemici, indipendentemente dalle idee, che diventano un optional.
Ecco che allora, anche da noi, si fa passare l’idea che i catalani non vanno supportati perché sono di sinistra, visione assai miope.
Poi, bisogna prendere atto che le lusinghe dello statalismo centralista fanno breccia.
Ancora, si sconta la circostanza che i leader indipendentisti mostrano una certa fragilità. Resta il fatto che le migliaia e migliaia di persone nelle piazze di Barcellona non sono inventate, così come la consistente partecipazione al referendum del 1 ottobre, nonostante le minacce e gli interventi della polizia spagnola.
Dunque, liquidare come illegale quello che sta succedendo a Barcellona come sta facendo il nostro governo seguendo l’esempio degli altri membri del club al quale è iscritto Rajoy, oppure restare in silenzio, è sbagliato.
Nell’Europa del futuro, la Democrazia non può essere messa in secondo piano e se il governo spagnolo non è stato capace di gestire la situazione ed i catalani oggi vogliono andare per la propria strada, bisogna prenderne atto e difendere il loro diritto all’autodeterminazione.
Copyright Roberto Cota