La posizione di Fratelli d'Italia di Novara.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa.
Il giorno dopo il Gay Pride di Novara, Fratelli d’Italia ribadisce la propria posizione, che è stata fin dall’inizio a sostegno del sindaco Alessandro Canelli che aveva negato il patrocinio all’iniziativa.
«Per il nostro partito – dichiarano il senatore Gaetano Nastri e i consiglieri comunali di Novara Angelo Tredanari, Edoardo Brustia, Maurizio Nieli e Vittorio Colombi – c’p una sola famiglia, quella tradizionale quella composta da padre, madre e figli. Il Gay Pride rappresenta, a nostro giudizio, una spettacolarizzazione di un modo di essere e quindi è legittimo essere contro questa spettacolarizzazione senza per questo essere tacciati di omofobia».
Aggiunge il consigliere provinciale Ivan De Grandis: «Ribadiamo il massimo rispetto per le affettività di tutti e per la libertà di manifestare il proprio pensiero ma è evidente che la manifestazione organizzata a Novara sia stata fomentata da alcune forze politiche contro quella che è una amministrazione di centrodestra che ha solo due colpe: essere libera e coerente nelle sue scelte. È scandaloso il numero di bandiere rosse che hanno sventolato, insieme a quelle di organizzazioni di area e dei partiti dell’estrema sinistra, con tanto di falce e martello, a conferma dell’ideologizzazione del Pride. Ad ogni modo contestiamo fermamente la presenza della fascia della Provincia di Novara indossata dal presidente Besozzi accanto alle bandiere dei partiti che hanno sfilato in quanto la Provincia deve rappresentare tutti i cittadini e non solo una parte politica. Quello che è certo è che le istituzioni sono state messe al servizio dei partiti e non viceversa. Per questo presenteremo quanto prima un’interrogazione in seno al Consiglio Provinciale».
Per il consigliere regionale Giuseppe Policaro «lo spettacolo andato in scena in tutta la città di Novara è a mio avviso poco edificante e, ne sono certo, non è stato apprezzato dalla maggior parte dei novaresi. Non è questione di orientamento sessuale - né voglio essere tacciato di omofobia - ma non nascondo l’imbarazzo e la tristezza di fronte allo sguardo attonito di molti bambini in giro come ogni sabato per la città con i loro genitori, che osservavano, loro malgrado, quanto stesse accadendo; credo sia nostro dovere mantenere un adeguato livello di decoro e di buon gusto nella nostra quotidianità, nella speranza che la nostra società possa sì essere rispettosa dei diritti di tutti, ma nei limiti della decenza e del rispetto. Mi chiedo da ultimo se rappresentazioni di questo tipo siano davvero apprezzate dagli stessi omosessuali che vivono con dignità e riservatezza la propria vita, i quali poco hanno a che fare con questa grande baraonda carnascialesca orchestrata e strumentalizzata da qualche fazione politica ormai al tramonto».
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