#IOVADOINUFFICIO
Lo smart working non mi entusiasma.
Lo ammetto. Così come non mi piacciono (in questo caso parlo da avvocato), le cosiddette udienze da remoto (cioè in collegamento), oppure quelle a trattazione scritta (dove tutto si risolve mandando una memoria senza che il giudice e le parti si vedano in faccia).
Il ragionamento, però, riguarda tutti i tipi di lavoro.
Qualcuno dice che il Covid deve servire per cambiare mentalità e modo di lavorare. Non sono completamente d'accordo.
Per almeno tre motivi.
Non penso che lavorare da casa o comunque isolati migliori l’efficienza ed in generale la qualità del lavoro.
La frequentazione con i colleghi, in tutti i tipi di attività, è molto importante: le idee maturano attraverso il confronto, non soltanto consultando i documenti salvati digitalmente.
Poi, c'è l’aspetto psicologico: le persone hanno bisogno di incontrarsi, di socializzare. La vita di relazione produce stimoli ed aspettative. Stare da soli, inaridisce.
Infine, c'è l’aspetto economico: l'indotto che c’è dietro il movimento quotidiano delle persone. Con lo smart working è sparito o quasi.
Propongo un nuovo hashtag che sostituisca #iorestoacasa oppure #Iolavorosmart con #iovadoinufficio.
Buona settimana.
Roberto Cota
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