Grande successo per la presentazione del libro “O capiamo o moriamo” nonostante il tentativo di sabotaggio da parte di due inviati delle “Iene” che hanno aggredito e molestato l’autore Mario Adinolfi durante il suo intervento.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa.
Grande successo per la serata di presentazione del libro “O capiamo o moriamo” di Mario Adinolfi.
Tanti i temi trattati, con grande lucidità e chiarezza grazie anche al contributo di Caterina Zadra, che ha saputo interrogare con acutezza l’autore del libro, per andare ad analizzare gli aspetti più centrali delle problematiche che il nostro Paese si trova ad affrontare.
Due personaggi alquanto discutibili, che si sono dichiarati inviati dalla trasmissione televisiva “Le Iene”, hanno provato a rovinare la serata, fallendo miseramente.
Dopo pochi minuti dall’inizio dell’intervento di Adinolfi, infatti, una persona seminuda è salita sul palco, molestando Adinolfi con palpeggiamenti e avances, del tutto indegni di qualsiasi consesso civile mentre un suo sodale filmava il tutto.
La situazione è stata gestita con grande presenza di spirito dai protagonisti sul palco, in particolare da Mario Adinolfi che non ha in nessun modo reagito all’aggressione rimanendo impassibile, disinnescando così la “trappola” preparata per lui.
Ci ha pensato poi la Digos a risolvere il patetico siparietto, accompagnando fuori dalla sala i due figuri.
Adinolfi ha subito dichiarato che non intende affatto sporgere denuncia, sebbene ci siano chiaramente gli estremi per la querela, nonostante ce ne siano chiaramente gli estremi.
Caterina Zadra, con la sensibilità che da sempre la contraddistingue, si è immediatamente scusata per quanto accaduto – nonostante ovviamente non avesse nessuna responsabilità al riguardo – per il fatto che una serata che si occupa di temi alti, in un contesto bello e prestigioso come il Conservatorio, debba essere deturpato da simili oscenità.
La speranza è che quantomeno questi siparietti facciano una volta per tutte capire chi sono le vittime e chi i seminatori d’odio, a chi è concesso tutto e a chi invece si cerca di impedire di parlare.
Per fortuna la serata è andata avanti, regalando ai presenti riflessioni profonde sullo stato attuale del Paese, sul piano demografico e culturale.
Partendo dai dati ISTAT, Adinolfi ha sottolineato come l’Italia vada incontro al suicidio demografico, e come la scusa della crisi economica sia del tutto fuori luogo, osservando come l’anno di maggiore natalità nella storia italiana sia stato il 1946, cioè in pieno disastro postbellico.
Quello che manca oggi è una visione positiva del futuro ed una cultura della vita, mentre la nostra politica sembra voler favorire con ogni mezzo la cultura della morte, favorendo l’aborto, la contraccezione, l’eutanasia e il divorzio breve.
Adinolfi ha poi sottolineato come dietro tutte queste scelte ci sia un enorme business: la “liberalizzazione” della pillola dei 5 giorni dopo ha portato i consumi di pillole abortive a passare nel giro di un solo anno da 13mila confezioni ad oltre 160mila confezioni.
Allo stesso modo il mercato dell’utero in affitto fattura miliardi di dollari su scala mondiale, così come l’enorme mercato dell’aborto.
O anche il mercato dell’eutanasia dove un suicidio assistito costa 15mila euro a fronte di una spesa di pochi euro per una dose letale di Pentobarbital.
Un enorme giro di affari che sta uccidendo l’Italia, e che Adinolfi ha lucidamente e razionalmente analizzato nel libro “O capiamo o moriamo”, che ha illustrato alle oltre cento persone presenti nella meravigliosa sala del Conservatorio Guido Cantelli.
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