CIVITAS rifiuta le ambiguità.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa.
Una delle più antiche e meritorie istituzioni di Novara non può essere oggetto di libere interpretazioni.
La lettura di interrogazioni comunali e risposte dell’amministrazione, su tale importante istituzione Novarese, ci impone un intervento sul tema per capire dove fossero il vero e il falso.
Questa è la storia, in breve, del recupero conservativo della vecchia sede.
Al lettore l’impegno di comprendere e giudicare.
1° agosto 1986. Il consiglio di amministrazione dell’Istituto De Pagave stabiliva di cedere, a titolo gratuito, al Comune, i locali della vecchia sede siti in Novara, largo De Pagave n. 2 [seguono i dati catastali] alle seguenti condizioni:
- che il Comune di Novara destini lo stabile oggetto della donazione a “Casa protetta per anziani” previa ristrutturazione come da progetto fatto redigere dall’Istituto De Pagave […];
- che a ristrutturazione eseguita, la gestione della Casa protetta resti all’Istituto;
- che le spese degli atti nonché quelle dei progettisti siano a carico del Comune.
Dalla perizia tecnica degli atti […] risulta che l’importo complessivo dei lavori ammonta a lire 3.270.000.000 e che l’immobile allo stato attuale ha un valore di lire 1.700.000.000. […].
14 gennaio 1987. Atto notarile di donazione in cui si ribadiscono le condizioni suddette.
15 novembre 2005. Con nota protocollo 65172 il Comune di Novara chiede all’Istituto di condividere gli intendimenti dell’Amministrazione Comunale volti a:
- attuare la progettazione […];
- adeguare la destinazione finale dell’immobile alle sopraggiunte necessità del Comune di Novara, individuate dal Servizio Socio Assistenziale, in via definitiva nella nota protocollo 18708 del 31/03/2003indirizzata alla Regione Piemonte, come segue:
- comunità alloggio per anziani parzialmente autosufficienti con progetto personalizzato del Servizio Socio Sanitario;
- locali per malati cronici con necessità di trattamento sanitario domiciliare;
- aree di pertinenza polivalenti per attività di aggregazione […].
15 dicembre 2005. Il consiglio di amministrazione dell’Istituto de Pagave delibera a favore degli intendimenti espressi dall’Amministrazione Comunale di cui sopra.
25 luglio 2006. Il consiglio di amministrazione dell’Istituto De Pagave prende atto dell’estratto planimetrico e della relazione tecnica del Progetto preliminare di recupero dell’immobile donato al Comune di Novara e, ribadita la destinazione finale del recupero, esprime parere favorevole alle linee essenziali di impostazione progettuale e risanamento conservativo […].
17 aprile 2007. L’Istituto chiede alla Regione Piemonte un parere circa la legittimità di concorso economico alle spese di recupero per euro 1.049.348,00 richiesto dal Comune di Novara.
14 maggio 2007. L’amministrazione regionale risponde affermativamente, ma a condizione che le attività svolte all’interno della struttura fossero conformi alle finalità dell’Ente, ma anzi l’intera operazione risultasse conveniente, sia sotto l’aspetto economico che sociale, ad evitare richiami di ordine contabile ed eventuali responsabilità a carico degli amministratori. In detto parere si richiedeva all’Ente di garantirsi, a compenso dell’impegno economico assunto, attraverso un accordo di programma o altri atti formali, l’affidamento della gestione per un periodo congruo tale da configurare l’esborso effettuato non oneroso per l’Ente.
11 aprile 2008. L’Ente formula il suo assenso di principio:
- a concorrere alla copertura della spesa fino a un massimo di euro 1.049.348,00;
- a partecipare economicamente in modo graduale e percentualmente dopo l’intervento economico del Comune di Novara e della Regione Piemonte;
- a riservarsi l’adozione di successivo provvedimento di assunzione definitiva dell’impegno di spesa ad avvenuta sottoscrizione di un accordo di programma o altro atto formale contenente le condizioni di affidamento della gestione.
25 maggio 2013. L’Ente comunica alla Regione di non aver sottoscritto con il Comune di Novara
alcun accordo di programma o atto formale concernenti l’affidamento della gestione della struttura e segnala che nel corso di una seduta del consiglio di amministrazione i rappresentanti del Comune di Novara hanno comunicato diverse possibili destinazioni della vecchia sede recuperata, ben diverse da quelle in precedenza individuate.
18 giugno 2013. La Regione Piemonte con nota protocollata indirizzata all’Ente rileva che:
- la struttura non risulterebbe destinata agli scopi indicati nella deliberazione della Giunta Regionale n. 34-7161 dell’1/08/1986 e nella nota prot. 3964/30.4 del 14/05/2007 e precisamente ad anziani non autosufficienti;
- a tutela dell’impegno economico dell’Ente non è stato sottoscritto alcun accordo di programma od altro atto formale;
- l’Ente si è impegnato con il valore della struttura (ndr Lire 1.700.000.000 come ricordato in precedenza) e non risulta giustificato un ulteriore impegno economico dell’Ente stante che non sono state rispettate le condizioni iniziali che avevano determinato la cessione della vecchia sede dell’Ente.
In considerazione di quanto sopra esposto si ritiene che un ulteriore concorso dell’Ente potrebbe essere giustificato unicamente se le attività allocate nella struttura fossero attinenti agli scopi statutari e nel caso in cui, dopo un’attenta valutazione, risultasse che le entrate provenienti da tali attività siano sufficienti a garantire che l’esborso effettuato risulti non oneroso per l’Istituto. In caso contrario tale esborso potrebbe risultare come un depauperamento del patrimonio dell’Ente ed uno storno di risorse dalle attività attualmente svolte dall’Istituzione con eventuale responsabilità di ordine contabile a carico degli amministratori.
Dunque, a nostro parere, le dichiarazioni alla stampa dei rappresentanti del Comune di Novara tendenti a far credere che la situazione di stallo della vecchia sede restaurata fosse imputabile agli amministratori dell’Ente in carico fino a pochi mesi fa, non sono esatte.
Tali amministratori hanno fatto l’interesse dell’Ente e soprattutto quello dei suoi Ospiti.
Visti gli scopi statutari dell’Ente, le destinazioni concordate della vecchia sede restaurata, l’assenza di accordi formali tra l’Ente e il Comune di Novara, nonché i pareri espressi dalla Regione, la pretesa del Comune di Novara di avere soldi dall’Ente non pare giustificata. Né pare giustificato che amministratori pubblici addossino ad altri responsabilità proprie.
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