Gustata dai novaresi nel 2010 sarebbe auspicabile una ripetizione ai giorni nostri.
Delacroix scriveva che ”La prima virtù di un dipinto è essere una festa per gli occhi”. Condivido la sua opinione, perciò credo che questa mostra, che propone molte decine di quadri di maestri d'arte all'attenzione dei visitatori, debba essere anzitutto appunto "una festa per gli occhi", una occasione per gustare la bellezza di opere antiche e tuttavia così vive da regalarci ancora oggi momenti di piacere, da consentirci di gustare la bellezza e assaporarla a lungo, soffermandoci sulle pitture, osservando la gestualità delle pennellate e la corposità e la vibrazione dei colori.
Si tratta di opere realizzate negli ultimi secoli da pittori di grande capacità, nati e/o vissuti nella vecchia provincia di Novara, in questo lembo di terra, che da sempre, dalla civiltà di Golasecca in poi, fa da cerniera tra il Piemonte e la Lombardia, tra l'Italia e la Svizzera e quindi il Nord Europa.
Si tratta inoltre di opere raccolte con grande passione e dedizione da collezionisti, da persone che amano la pittura e si dedicano a individuare e raccogliere testimonianze di questa arte, da collocare nelle loro case, per arricchire quelle e di conseguenza la vita di chi, abitandovi, ne può gustare ogni giorno la bellezza.
Questi collezionisti, per lo più novaresi, che custodiscono gelosamente i dipinti nelle loro abitazioni, in questa occasione, hanno risposto all'invito degli organizzatori: S. Cominetti, G.P. Colombo, E. De Paoli e M.A. Garavaglia, così da consentirne la conoscenza e la valutazione a un pubblico più vasto, che li può adeguatamente apprezzare.
Bernard Berensonn "I pittori italiani del Rinascimento" scriveva: "In che modo un oggetto che non mi dà nessun piacere a riconoscerlo nel vero, diventa, in pittura, l'origine di un godimento estetico?
E in che modo un oggetto, piacevole in natura, mi dà un piacere più e più intenso, a ritrovarlo in un' opera d'arte? La risposta, a mio vedere, dipende dal fatto che l'arte esalta ad insolita attività i comuni processi psichici, da cui derivano tutti, o quasi, i nostri piaceri; e li immunizza da sensazioni fisiche disturbatrici” Lo stesso concetto lo esprimeva Pascal, facendo rilevare come la pittura “attira l’ammirazione per la somiglianza di cose di cui non si ammirano affatto gli originali”
Copyright testo e foto Stefano Rabozzi