Domenica 28 maggio 2017 a Vercelli presso il Museo "Leone" si svolgerà la settimana edizione dell'evento culturale organizzato dal novarese Decio Martinisi.
Oggi, domenica 28 maggio 2017, a Vercelli presso il prestigioso Museo “Leone” andrà in scena la settima edizione dell’evento culturale “Un secolo di Figurine Liebig 1872-1975” organizzato dal collezionista novarese Decio Martinisiore.
Il primo appuntamento in programma sarà la "Borsa scambio" di Figurine Liebig tra collezionisti e appassionati dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 16,00.
“Questa parte della giornata - commenta il collezionista novarese Decio Martinisi- sarà dedicata esclusivamente allo scambio di figurine. E’ una occasione preziosa per socializzare tra collezionisti e scambiarsi consigli ed esperienze. Vuole inoltre essere un momento per iniziare a stabilire una “community” di appassionati per far nascere iniziative simili in futuro. Inoltre sarà un’ importante evento per i cosiddetti curiosi che avranno la possibilità di toccare con mano le figurine e apprezzarne la storia seguendo le spiegazioni dei collezionisti volontari presenti. Ci vogliamo rivolgere al più ampio pubblico possibile, anche e soprattutto ai giovani. I collezionisti volontari infatti avranno la possibilità di esibire le proprie collezioni e fornire spiegazioni sulla storia delle figurine rivelando curiosità e aneddoti”.
Invece dalle ore 16,00 gli appassionati potranno partecipare alla conferenza culturale sulle Figurine Liebig con gli interventi di Decio Martinisi, collezionista, che tratterà l’argomento “Come nasce la Figurina Liebig. Passione, arte e storia” mentre Giorgio Carfagna, storico della comunicazione, parlera della “Propaganda attraverso la figurina”.
A chi mi chiede il perché rispondo che studiando le collezioni si possono ripercorrere le tecniche artistiche, gli stili e i gusti di fine Ottocento e inizio Novecento. Le figurine sono senza dubbio veri e propri capolavori che nonostante siano oggi considerate di nicchia, appartengono a tutti. E questa è una delle ragioni per cui ho voluto aprire, per così dire, le porte ai curiosi e al grande pubblico, perché la loro importanza e il loro valore risiede proprio nel rivivere attraverso di esse la nostra storia e le nostre radici culturali e artistiche. Solo studiandole e parlandone in pubblico, come faremo nella giornata di Maggio, i giovani, che sono il nostro motore e la nostra speranza, continueranno a comprenderle e a valorizzarle e con esse la storia”.
Copyright Antonio Poggi Steffanina