Alla ricerca di una contessa.
Vi segnalo la illustre antenata che unì le famiglie Tornielli e Borromeo, la contessina Livia, che nel XVI secolo fu poetessa di chiara fama. Anche se la sua vita venne stroncata in giovane età, la si ricorda tutt'oggi come la prima poetessa barocca del novarese. La curiosità per il personaggio della Contessina Livia Tornielli Borromeo nasce circa cinque anni fa, durante una ricerca territoriale per un progetto turistico attraverso il ritrovamento del delizioso ritratto scritto da Carlo Negroni (a cui è intitolata la biblioteca civica di Novara) nella lettera al Cavalier Tortoli, Accademico della Crusca, il 22 ottobre del 1884:
"la fortuna le aveva donato in gran copia tutti i beni che erano desiderati [...] nata di chiara stirpe; figlia di quel Conte Filippo Tornielli che fu tra i capitani di Carlo V in guerra più valorosi [...] bella e prestante della persona; ricca d'ingegno e di bontà; colta di spirito, cortese nei modi, squisitamente educata e di tutte le doti fornita che a gentildonna si appartengono". Andò sposa al Conte Dionigi della famiglia Borromeo "e da queste nozze ebbe cominciamento l'amicizia, durata poi lungamente, tra le due Case de' Tornielli di Novara e de' Borromei di Milano."
Recentemente fra la Biblioteca e L'Archivio di Stato ho ritrovato le seguenti informazioni:
Livia Tornielli (poetessa novarese del cinquecento)
La discendenza di Livia Tornielli risale al Secolo XI, da cui poi si sono originati rami parentali differenti: Barengo, Nibbiola, Vergano, Borgolavezzaro.
La famiglia Tornielli era una casata patrizia composta da molti religiosi, annalisti, biografi, trattatisti e predicatori (tra cui si ricordano Tomaso Tornielli nel secolo XV, Francesco Tornielli nel secolo XVI e Gerolamo Tornielli nel secolo XVIII). Tra i nomi si annovera anche una religiosa, nello stesso secolo di Livia, il cui nome è Giulia Torniella, morta nel 1567 e nota per aver scritto un trattato ascetico "Le Rivelazioni".
E’ l’avvocato Francesco Bianchini a narrare per la prima volta la storia di Livia Tornielli in una Strenna Novarese del 1841: ella appartiene a un secolo nel quale le donne aristocratiche erano tutte meravigliosamente dotte e bionde, appartenenti a quella categoria di gentildonne, viventi in una società raffinata, satura di sapienza e appassionata della bellezza, in cui si potevano ammirare le doti della femminilità e della superiorità della mente.
Livia Tornielli nasce a Novara non oltre il 1530. Suo padre è Filippo Tornielli di Vergano, valentissimo guerriero a cui Carlo V confermò i feudi già concessi da Carlo di Borbone, aggiungendovi il titolo e l’Ufficio di Capitano Generale dello Stato di Milano. Filippo divenne noto anche per le sue imprese nelle guerre d’Ungheria contro i Turchi che minacciavano a quei tempi tutta l’Europa Meridionale. D’importanza è anche il figlio di Filippo, Manfredo, a cui Carlo V conferì il titolo di Capitano d’armi nel 1551. Nulla viene detto riguardo la madre di Livia, di cui dalle fonti risulta ignoto anche il nome. E’ proprio Filippo a sostenere la formazione della figlia Livia, riconoscendo in lei un ingegno non comune.
Le doti di poetessa di Livia vengono fatte risalire nel periodo in cui ella risiedeva a Milano, luogo dove l’avevano portata le nozze col Conte Dionigi Borromeo, il cui scopo quello di unire le due casate e generare un’alleanza tra feudi. A Milano Livia ha occasione di conoscere numerosi critici e poeti d’illustre fama, instaurando relazioni amichevoli con Eleonora Falletti di Villafalletto e Claudia Della Rovere, le quali insieme onoravano allora la lirica femminile in Piemonte. In questo periodo intrattiene rapporti anche con Ruscelli, Domenichi, Betussi e G. B. Gelli (il quale le dedicò una sua lezione su un sonetto di Petrarca, da cui trasse questa preferenza stilistica nelle proprie opere).
Quel Conte Dionigi fu Conte di Arona e Patrizio Milanese. Quindi Livia divenne anche Contessina di Arona. Il vasto territorio, che comprendeva anche Arona, affidato in comodato dal Barbarossa e poi da Federico II a feudatari locali, non aveva maggiori pregi oltre alla bellezza del Lago, ma permetteva da parte del signore il controllo della navigazione lacustre e l'introito daziario che veniva incamerato ad Arona. Divenne altresì un territorio strategico per il gran numero di siti fortificati. Palazzo Borromeo all'Isola Bella sarà progettato e costruito molto dopo, quindi è facile presumere che la contessina non abbia mai soggiornato ad Arona.
Così come accadde peraltri celebri matrimoni, Livia Tornielli ebbe la fortuna di innamorarsi dell’uomo che le era stato destinato in giovane età. Fu felice nel primo periodo. Da lui dopo poco tempo ebbe un figlio che sfortunatamente morì prematuramente e la propria salute non le permise più di vivere una nuova maternità.
Il dolore della perdita del figlio straziò a tal punto Livia che trovò come unica sorgente di forza la propria fede; una fede non fredda e distaccata osservante solo dei riti esteriori, ma calda e fermamente convinta. Pertanto le sue liriche di intonazione dolorosa e religiosa non sono, come in altri canzonieri del cinquecento, un freddo e preciso procedere ma la voce di un vero stato dell’animo, in grado di commuovere il lettore (come si può notare dalle sue opere poetiche). Questa disgrazia, nonostante la giovane età, le cagionò la salute, aggravandola.
Non certo è come Livia finisse i suoi giorni, se in un chiostro o che tutt’al più si uniformò alla vita e alle regole di una confraternita o di un ordine secolare. Di certo si sa che Livia conobbe il dolore della morte anche del suo amatissimo e illustre padre nel 1554 e sei anni dopo, trovò anche lei la pace tanto attesa dopo anni di agonia e dolore, ma che le permisero di sviluppare una produzione poetica intensa e commovente di cui oggi ancora si parla.
Un’edizione delle sue liriche era stata fatta nel 1554, ancora lei vivente; alcune delle sue opere apparvero successivamente in raccolte del 1695, del 1728 e del 1766. Il Novellis nel suo "Dizionario delle Donne Celebri del Piemonte" non esita a dichiarare che Livia risultò essere la più celebre poetessa piemontese del suo periodo.
Recentemente, nel 2008, la Prof.ssa Virginia Cox della Jhon Hopkings University la inserisce nella sua pubblicazione: Women's Writing in Italy, 1400–1650.
Purtroppo non ho trovato ritratti che la immortalino nella dolce bellezza che le viene attribuita. Ma continuerò a cercare. Ringrazio l'Archivio di Stato nella persona della sua Direttrice Marcella Vallascas, la Biblioteca di Novara, la curatrice delle opere di Palazzo Borromeo presso l'Isola Bella, Dott.ssa Sogno (che ha verificato l'assenza di un suo ritratto). E' però notizia di oggi che è stato approvato il suo inserimento in Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Livia_Tornielli_Borromeo
In questo modo il suo ritratto, le sue opere e la sua valenza per il nostro territorio verrà trasmessa e divulgata ampiamente.
Copyright Caterina Zadra