La Principessa, grazie al suo gesto inusuale per i tempi, oggi può infatti apparire ai nostri occhi come l'antesignana della stessa idea fondante del FAI che promuove la conservazione del patrimonio artistico italiano e la sua condivisione con quanti amano il bello.
La Delegazione Fai di Novara del Fondo Ambiente Italiano, presieduta dal Capo Delegazione Giuseppina De Vito, organizza venerdì 17 febbraio 2017, dalle ore 17.30 alle 19.00, una conferenza culturale presso la sala Amelio dell’Archivio di Stato di Novara con la relazione della Prof.ssa Maria Adele Garavaglia intitolata “Anna Maria Luisa, Granduchessa di Toscana, principessa elettrice del Palatinato, ultima della stirpe dei Medici”.
In concomitanza della prossima celebrazione della Festa della donna che vede usualmente l'impegno ad onorare un personaggio femminile speciale e del 274° anniversario della sua scomparsa, la Delegazione Fai di Novara propone la figura straordinaria di Anna Maria Luisa de' Medici, ultima della stirpe granducale della nobile famiglia, la quale con il suo "Patto di Famiglia" lasciò le impareggiabili collezioni d'arte Medicee alla città di Firenze: costituisce proprio un chiaro esempio della vocazione della famiglia fiorentina non tanto a gestire il potere, quanto a onorare l’arte e a farne patrimonio dell’Umanità.
Proprio qui sta la grandezza della Granduchessa di Toscana, nata a Firenze l’11 agosto 1667 dal Granduca Cosimo e da Marguerite Louise d’Orléans, cugina di Luigi XIV di Francia: nel fatto di aver vissuto all’insegna della bellezza e della condivisione dei frutti spirituali che essa produce.
Andò sposa, nel 1691, a Johann Wilhelm von der Pfalz-Neuburg, Principe della Casa Wittelsbach di Sassonia, Conte Elettore Palatino del Reno: si trattava di uno dei Sette Grandi Principi tedeschi che avevano il diritto di eleggere l’Imperatore del Sacro Romano Impero. Maggiore di lei di nove anni, il Conte Palatino costruì un matrimonio felice con la saggia Principessa italiana che lo sostenne nel suo amore per la cultura, la ricerca e l’arte.
Rimasta vedova nel 1716, Anna Maria Luisa tornò a Firenze, sospinta dalla nostalgia e dai richiami del vecchio padre, profondamente deluso dai figli maschi, che cercò invano di estromettere dalla successione, per potervi insediare la figlia. In realtà Anna Maria Luisa non poté nemmeno succedere al fratello Gastone morto nel 1737, per l’opposizione dell’imperatore che decretò il trasferimento del Granducato di Toscana alla casa dei Lorena.
Tuttavia l’Elettrice del Palatinato, che conservò questo titolo anche dopo la morte del marito, non rinunciò a un ultimo atto di orgogliosa tutela del nome e del patrimonio mediceo, sottoscrivendo un incredibile “Patto di Famiglia”.
Firmato a Vienna il 31 ottobre 1737, costituisce una “Convenzione” con Francesco Stefano di Lorena, futuro Granduca di Toscana, secondo la quale Sua Altezza Reale si deve impegnare e deve impegnare tutti i suoi successori a non trasferire il patrimonio artistico dei Medici fuori dal territorio di Firenze, affinché resti “a ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri”. Questo “Patto di famiglia”, unitamente a un dettagliato elenco di beni immobili e mobili dei Medici, fu poi confermato nel testamento del 5 aprile 1739.
L’Elettrice morì a Firenze nella sua Villa della Quiete, il 18 febbraio 1743. La grandezza dell’ultima dei Medici, paragonata dagli storici a Caterina de Medici, sposa di Enrico II di Francia, è in gran parte avvalorata dalla moderna intuizione della necessità di vincolare i beni culturali al territorio che li ospita sul quale sono inseriti in collezioni organiche. A Firenze Anna Maria Luisa de‘ Medici, a tutt’oggi, è profondamente amata e apprezzata, poiché a lei si attribuisce il merito di aver garantito alla città il tesoro di opere d’arte che la rendono unica al mondo.
L’accesso alla Sala Amelio dell'Archivio di Stato di Novara è consentito agli ospiti diversamente abili a mezzo di un montascale a cingoli, il cui utilizzo richiede la prenotazione telefonando al numero 0321 398229. Ai particepanti è richiesto un contributo liberale minimo di un euro.
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