Corsi di laurea all’avanguardia, contagio delle idee e multidisciplinarità sono la chiave per affrontare le sfide del futuro e mantenere lo studente al centro del sistema solare dell’UPO.
Un Teatro Civico tutto esaurito ha applaudito la cerimonia di inaugurazione del XXI anno accademico dell’Università del Piemonte Orientale; docenti, personale tecnico amministrativo, studenti, autorità e cittadini hanno riempito questa mattina il teatro di Vercelli in ogni ordine di posto per assistere alla prima inaugurazione del professor Gian Carlo Avanzi in qualità di Rettore dell’UPO.
Il suo intervento non ha deluso le attese: il Rettore ha delineato il suo sessennio rettorale appena iniziato toccando tutti i punti-chiave contenuti nel Piano Strategico di Ateneo recentemente approvato.
Innanzi tutto la progettazione e l’attivazione di nuovi corsi di studio, soprattutto magistrali, da un lato per intercettare temi di grande rilevanza sociale, dall’altro per rispondere alla domanda di formazione di nuove professionalità; l’incentivazione di progetti di ricerca interdipartimentali; il rafforzamento della Terza Missione.
«L’Università così delineata non è modellata sui professori o sulla società. Lo studente deve rimanere il sole, la stella madre dell’Ateneo, cui dedicare l’intero sistema-università, profilando il suo processo di crescita a livello personale, sociale e professionale. Ciò significa non solo attrezzare l’Ateneo con i migliori servizi, ma garantire allo studente un ambiente intraprendente, contemporaneo, aperto, inclusivo, interdisciplinare, profondamente innovativo nella didattica e nella ricerca, in grado di creare sbocchi lavorativi con indirizzi specifici e professionalizzanti».
Il Multicampus, che nel sessennio precedente aveva superato la tradizionale tripolarità dell’Ateneo, si trasformerà in Open Campus.
È toccato poi al direttore generale Andrea Turolla dipingere lo stato di salute dell’UPO dal punto di vista delle risorse e delle performance. L’Università del Piemonte Orientale può dirsi virtuosa, con degli indicatori che la pongono al di sopra della media nazionale secondo diversi parametri e nonostante i vincoli su reclutamenti e turnover imposti dalle leggi.
L’intervento della rappresentante degli studenti Martina Gasdi è stato un’esortazione alle istituzioni a fare di più per rendere l’Italia un “paese per giovani” e per non perdere ogni anno il capitale di laureati che “fugge” all’estero.
Come preannunciato, la prolusione quest’anno è stata affidata a uno studioso di chiara fama internazionale, il professor Luciano Floridi, professore ordinario di Filosofia e Etica dell’Informazione all’Università di Oxford.
La sua lezione, intitolata “Il capitale semantico: la sua natura, il suo valore e il suo arricchimento”, partendo proprio dalla definizione di capitale semantico – qualunque contenuto che permetta a qualcuno di dare un significato e un senso a qualcosa – ne ha spiegato soprattutto il valore, insistendo sulla necessità di proteggerlo e preservarlo. Il modo migliore per prendersene cura e trasmetterlo è attraverso “l’istruzione: leggere, scrivere, creare, curare, disegnare, comprendere, utilizzare e comunicare l’informazione”.
La seconda parte della cerimonia è stata riservata alle premiazioni: sul palco hanno sfilato i migliori laureati dell’anno accademico 2016/2017, premiati dai rispettivi direttori di Dipartimento e, per finire, il professor Andrea Bobbio, già ordinario di Informatica presso il DISIT di Alessandria, insignito del titolo di Professore Onorario.
L’evento è stato accompagnato nei suoi momenti salienti dal Coro e dall’Orchestra dell’Università del Piemonte Orientale, diretto dal Maestro Andrea Mogni.
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