Domani la sentenza del Tar sulla sua sorte
Domani Mercoledì 13 dicembre si terrà l’udienza di merito al Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte per stabilire se la maialina Tina dovrà essere abbattuta o potrà continuare a vivere.
Tina la maialina vietnamita, come i lettori ricorderanno era stata adottata a poche settimane di vita da Gabriele Zalando, residente a Castelletto Sopra Ticino
Tina ha sempre vissuto con Gabriele e i suoi cani quando, probabilmente su segnalazione di qualche vicino, i servizi veterinari della ASL di Novara l’anno scorso ad agosto si sono presentati a casa di Gabriele, prescrivendogli di rinchiudere Tina, separandola dai cani con cui era cresciuta, per ragioni di biosicurezza nella strategia di prevenzione della diffusione del virus della Peste suina africana
Ad un controllo successivo, avvenuto a gennaio 2023, i servizi veterinari, avendo rilevato l’assenza di una doppia recinzione, (ma Tina era assolutamente sana) anziché prescriverla e dare tempo a Zalando di realizzarla, gli imposero di ucciderla.
Ovviamente Zalando non ci pensava proprio e aveva chiesto aiuto al Rifugio Miletta che, grazie all’intervento dell’avvocato Angelita Caruocciolo, presentò ricorso al Tar di Torino.
Negli scorsi mesi è stata presentata una petizione con oltre 15.000 firme che chiedeva al Direttore Generale dell’ASL di Novara, dott. Angelo Penna, di ritirare l’imposizione di abbattimento dei servizi veterinari.
Il direttore non ha mai dato segno di averla accolta.
Il 6 marzo il Tar accolse la sospensiva, riconfermandola successivamente il 19 aprile 2023, e fissando l’udienza pubblica per la trattazione di merito del ricorso per domani mercoledì 13 dicembre 2023.
Questa la tesi dell’avvocato :
“La Asl di Novara sanziona con la soppressione di Tina e, dunque, di una vita la presunta mancata registrazione dell’animale nella Banca dati nazionale, quando la legge prevede una sanzione restrittiva e, al massimo, una sanzione pecuniaria. L’aberrazione della decisione del dirigente”, spiega l’avvocato Caruocciolo in una nota “è provata anche dal risultato (negativo) delle analisi cliniche effettuate su Tina dalla stessa Asl. Tutto ciò dimostra che nel caso di Tina l’amministratore pubblico non ha svolto una adeguata istruttoria, giungendo a conclusioni abnormi e sconsiderate ma dimostra, ancor di più, una caccia alle streghe che le amministrazioni pubbliche sanitarie, a partire da quelle centrali, hanno dichiarato di voler attivare cogliendo a caso le proprie vittime pur di offrire all’opinione pubblica la (falsa) dimostrazione di un progetto serio e sostenibile per il contenimento della PSA, generando, di contro, in questa il terrore e la paura del contagio solo se si parla di suidi. Non pensiamo sia una sana politica di gestione”.
Gabriele Zalando, padrone di Tina, si augura che domanì in aula prevalgano buon senso ed umanità mentre Alessandra Motta, presidentessa di Rifugio Miletta commenta “Il caso di Tina è l’esemplificazione di un servizio pubblico arrogante e retrogrado, che non riesce a cogliere il progresso di quella parte di società civile che attribuisce valore morale a tutti gli esseri viventi senzienti. Fortunatamente esistono anche veterinari Asl con una mentalità e preparazione decisamente diverse, aperti al cambiamento che è in atto e che rispettano la vita senziente in ogni sua forma”.
Auguriamoci che questo sia un Natale positivo per Tina e per il suo padrone…
DP