Alla luce della mutata situazione pandemica, oltre alla manifestazione di nuove varianti L’Unità di crisi della Regione Piemonte nella persone dell’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi ha stabilito che "Incontrare i congiunti è un diritto che va garantito a tutti i pazienti nei limiti dettati dall’operatività dei reparti ospedalieri e dalle necessarie procedure di sicurezza e di prevenzione del contagio . L’elevato livello di copertura vaccinale raggiunto soprattutto tra la popolazione più fragile e maggiormente a rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19, consente una revisione delle linee di indirizzo per l’umanizzazione delle cure ospedaliere in modo da favorire il più possibile l’incontro tra i ricoverati e i loro congiunti. Si tratta di indicazioni che ogni presidio ospedaliero declinerà nella propria specifica realtà organizzativa, non sovrastando l’autonomia e la responsabilità dei singoli professionisti sanitari nell’adottare le decisioni più appropriate, caso per caso, con il coinvolgimento dei medici di reparto, degli infermieri e degli psicologi clinici".
Le direttive per l’accesso all’ospedale prevedono:
- richiesta di incontro,
- valutazione del medico
- preparazione all’incontro (comprensiva se necessario, di colloquio tra psicologo e congiunto),
- definizione dell’appuntamento.
- Il congiunto può accedere solo se non presenta sintomatologia da possibile infezione e se presenta una tra le seguenti condizioni: aver completato il ciclo vaccinale da almeno 15 giorni e da non più di 270; somministrazione di una dose di vaccino tra 90 e 180 giorni dalla guarigione purché non ne siano trascorsi più di 270 dall’immunizzazione; essere risultati negativi ad un tampone molecolare o rapido eseguito nelle 48 ore precedenti; essere guariti dal Covid nei sei mesi precedenti.
- All’ora dell’appuntamento il parente viene accolto dall’infermiere designato e, se previsto, dallo psicologo clinico, procede alla vestizione con i dispositivi di protezione individuale necessari.
- L’incontro potrà durare 20 minuti e il personale deve garantire la massima riservatezza possibile;
- Se il paziente è in fin di vita è possibile prolungare indefinitamente la presenza del congiunto garantendo la scrupolosa osservanza delle regole.
Per l’accesso al pronto soccorso i pazienti saranno suddivisi in due:
- chi ha un ciclo vaccinale completato, oppure ha contratto il Covid ed essere stato vaccinati in singola dose, oppure aver avuto la malattia negli ultimi sei mesi
- chi è senza vaccinazione, con ciclo vaccinale incompleto o completato da meno di due settimane
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