Le parole di Arabella Fontana, responsabile del coordinamento della rete trasfusionale del Piemonte

Novara 20 Giugno 2022
L'assessore alla Sanità del Piemonte ha comunicato che si è immediatamente iniziato a lavorare al progetto pilota che mira a migliorare i processi organizzativi della rete trasfusionale e trovare soluzioni per rimediare alla carenza di medici e personale sanitario in modo da garantire, l’assistenza sanitaria ai cittadini soprattutto riguardo agli interventi chirurgici, alla traumatologia ed alle patologie che interessano il sangue, ed il rispetto del Piano annuale sangue e plasma per il 2022.
Sono stati individuati i referenti di progetto per ogni Azienda e per ciascuna delle quattro cabine di regia - area omogenea Torino, che comprende il capoluogo e la città metropolitana; area Nord Est, che comprende Novara, Vco, Biella, Vercelli; area Sud Est che comprende Alessandria ed Asti; area Sud Ovest, che comprende la provincia di Cuneo.
I referenti delle cabine di regia hanno svolto una ricognizione della situazione della propria realtà territoriale elaborando le proposte che sono state sottoposte all'attenzione della SRC, incaricata del coordinamento del progetto.
Arabella Fontana, responsabile del coordinamento della rete trasfusionale del Piemonte, ha dichiarato: «Il progetto pilota che abbiamo avviato punta ad ottimizzare i processi organizzativi, assistenziali e strutturali della rete trasfusionale permettendo di valorizzare al meglio le risorse disponibili e superare le criticità, nel perseguimento dell’autosufficienza regionale e nazionale di sangue, emocomponenti ed emoderivati. Ora il piano attuativo è scritto: non resta che attuarlo per poter raggiungere nel secondo semestre dell'anno l'obiettivo di mantenere l'elevato standard quali-quantitativo che caratterizza la nostra regione nella donazione e raccolta di sangue e plasmaderivati ed evitare possibili problemi al sistema sanitario, per le attività ospedaliere e per la cura dei malati che utilizzano medicinali derivati dal sangue. Sarà fondamentale che associazioni, Regione, Aziende sanitarie, Università, Sindaci del territorio facciano rete e collaborino per vincere questa sfida».
DP
L'assessore alla Sanità del Piemonte ha comunicato che si è immediatamente iniziato a lavorare al progetto pilota che mira a migliorare i processi organizzativi della rete trasfusionale e trovare soluzioni per rimediare alla carenza di medici e personale sanitario in modo da garantire, l’assistenza sanitaria ai cittadini soprattutto riguardo agli interventi chirurgici, alla traumatologia ed alle patologie che interessano il sangue, ed il rispetto del Piano annuale sangue e plasma per il 2022.
Sono stati individuati i referenti di progetto per ogni Azienda e per ciascuna delle quattro cabine di regia - area omogenea Torino, che comprende il capoluogo e la città metropolitana; area Nord Est, che comprende Novara, Vco, Biella, Vercelli; area Sud Est che comprende Alessandria ed Asti; area Sud Ovest, che comprende la provincia di Cuneo.
I referenti delle cabine di regia hanno svolto una ricognizione della situazione della propria realtà territoriale elaborando le proposte che sono state sottoposte all'attenzione della SRC, incaricata del coordinamento del progetto.
Arabella Fontana, responsabile del coordinamento della rete trasfusionale del Piemonte, ha dichiarato: «Il progetto pilota che abbiamo avviato punta ad ottimizzare i processi organizzativi, assistenziali e strutturali della rete trasfusionale permettendo di valorizzare al meglio le risorse disponibili e superare le criticità, nel perseguimento dell’autosufficienza regionale e nazionale di sangue, emocomponenti ed emoderivati. Ora il piano attuativo è scritto: non resta che attuarlo per poter raggiungere nel secondo semestre dell'anno l'obiettivo di mantenere l'elevato standard quali-quantitativo che caratterizza la nostra regione nella donazione e raccolta di sangue e plasmaderivati ed evitare possibili problemi al sistema sanitario, per le attività ospedaliere e per la cura dei malati che utilizzano medicinali derivati dal sangue. Sarà fondamentale che associazioni, Regione, Aziende sanitarie, Università, Sindaci del territorio facciano rete e collaborino per vincere questa sfida».
DP