Optano per percorsi meno stressanti
Sempre più infermieri, soprattutto al Nord, decidono di lasciare i reparti nevralgici della sanità pubblica, in particolare i pronto soccorsi, e rassegnano le dimissioni dalle aziende sanitarie per decidere di lavorare in autonomia.
Le ragioni sono molteplici e sono naturalmente legate ai disagi, alle lacune, ai paradossi di un sistema sanitario sempre meno “a misura di professionista”.
In particolare le situazioni meno felici si registrano in Piemonte, dove addirittura ci giunge la notizia di almeno una lettera al giorno di dimissioni volontarie dalle aziende sanitarie dislocate nella Regione.
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up: "Proviamo allora a chiederci, facciamolo adesso, quali sono le ragioni che spingono i nostri professionisti a cercare di svincolarsi dalle aziende sanitarie di appartenenza, magari dopo aver faticato tanto per vincere un concorso e ottenere un’assunzione a tempo indeterminato.
La verità è sotto gli occhi di tutti: l’infermiere medio non ce la fa più a rinunciare alla sua vita privata, non ce la fa più a sottrarre tempo alla sua famiglia.
Disorganizzazione, turni massacranti, l’essere spesso addirittura costretti ad accumulare ferie su ferie a causa della carenza di colleghi, senza poter esercitare il legittimo diritto ai riposi periodici, fondamentale per un indispensabile recupero psico fisico. La triste realtà delle ferie negate non è certo una novità ma rappresenta l’apice di un tortuoso percorso che ci ha condotti, tutti, in un vicolo cieco.
Per non parlare poi di quando torni a casa con un ecchimosi sul volto, preso addirittura a pugni da un paziente perché, al peggio non c'è mai fine, vieni anche ritenuto responsabile delle carenze e dei disagi che si riflettono sulla collettività.
E se poi consideriamo che continuiamo a essere tra i professionisti meno pagati d’Europa, il quadro assume contorni davvero foschi.
Ci si chiede, chi non lo farebbe, se ne vale davvero la pena, ci si domanda per chi e per cosa conviene continuare a sopportare situazioni che diventano a lungo andare insostenibili.
Ed è soprattutto il personale dei Pronto Soccorsi, della chirurgia e della rianimazione, dove la pressione e lo stress sono più forti, a mollare e ad andare nelle cooperative o a scegliere la strada della partita iva, prediligendo, nel primo caso, una modalità lavorativa che può essere meno stressante e più remunerativa. "
DP