Le principali istituzioni sanitarie, italiane e non stanno raccomandando alla popolazione di essere molto cauti nelle giornate di festa per il Natale, perché stare in casa con molte persone, per pranzi e cene, potrebbe essere una fonte di contagio non indifferente che metterebbe ulteriormente in difficoltà i sistemi sanitari
Poiché il Covid si trasmette per lo più per via aerea, soprattutto negli ambienti chiusi per proteggersi in modo efficace bisogna far caso a vari parametri : la grandezza della stanza, la possibilità di aerarla e il numero di persone che la occupanoFine modulo, la presenza o meno di una persona contagiosa, il fatto che tutti i presenti pratichino il distanziamento fisico e indossino la mascherina.
In linea generale, il rischio è al massimo se si rimane per molte ore in presenza di un individuo contagioso, in un ambiente piccolo, con scarso ricambio d’aria, senza indossare mascherine e senza praticare il distanziamento fisico.
Il rischio è invece più basso se la stanza è di grandi dimensioni, è garantita una buona aerazione, si pratica il distanziamento fisico, si indossano le mascherine e il tempo di permanenza è il più breve possibile.
Un’altra variabile è data dal tipo di interazione sociale che sta avvenendo all’interno della stanza: quante persone parlano, e con che volume di voce, o se ci sono individui che cantano, come può avvenire durante un coro.
Se tra i presenti c’è una persona contagiosa (magari asintomatica) un suo colpo di tosse o uno starnuto, oppure se parla a voce alta o sta cantando le particelle virali rimarranno in sospensione nell’aria a lungo nella stanza, facendo aumentare il rischio di contagio per gli altri
I pranzi di Natale implicano spesso una presenza di molte persone nello stesso ambiente, talvolta di dimensioni contenute. Ad esempio se in una stanza da 20 metri quadrati ci stanno 9 persone per sei ore, senza ricambio d’aria, senza mascherina e che parlano con un volume molto alto (quasi urlando) – come avviene nelle situazioni conviviali come un pranzo – la probabilità di contagio arriva al 100 per cento, quindi con una trasmissione del coronavirus a tutti i presenti. In questa circostanza, il ricambio d’aria non influisce particolarmente sulla probabilità di contagio, mentre se tutti indossassero una mascherina di comunità (quelle di stoffa), la probabilità scenderebbe al 65 per cento, con una mascherina chirurgica si scenderebbe al 32 per cento, mentre con una FFP2 all’1 per cento. Situazione comunque difficile da mettere in atto perché non si può mangiare indossando una mascherina e questo spiega anche perché le misure restrittive imposte abbiano compreso la chiusura delle sale da pranzo dei ristoranti e dei bar.
È comunque ormai chiaro a tutti che la permanenza in ambienti chiusi poco ventilati, e senza l’impiego di protezioni e del distanziamento, con persone infette (anche se asintomatiche) fa aumentare sensibilmente il rischio di essere contagiati quindi nella stagione fredda l’unica soluzione per ridurre il rischio è frequentare poche persone ,usare sempre le mascherine durante gli incontri, aerare spesso gli ambienti e mantenere le distanze.
Fonte: il Post
COPYRIGHT DP
.