Cosa ne sarà degli italiani qualora le forniture di gas russo dovessero interrompersi in via definitiva?
In data 15 giugno è stato comunicato un rallentamento della fornitura del gas russo per l’Italia e altri Paesi europei. L’interruzione dovrebbe essere momentanea – a detta di Gazprom – e il Governo italiano assicura la popolazione che a breve non sono previste difficoltà.
Il taglio del gas, per ora, incide poco nella nostra penisola ma la paura riguarda le possibili conseguenze qualora la Russia decidesse di bloccare le forniture in maniera più dirompente.
Una mancanza di forniture per 28/30 miliardi di metri cubi di gas significherebbe privare la popolazione di un elemento fondamentale per soddisfare i bisogni primari tra cui cucinare e riscaldarsi.
Il Governo è al lavoro e alcuni provvedimenti sono stati resi noti.
- Nel momento stesso in cui la fornitura dovesse interrompersi bruscamente il Governo ha ipotizzato una limitazione dell’uso del riscaldamento nelle case e negli uffici. L’idea è di imporre una temperatura massima da non superare e un numero limitato di ore di accensione degli impianti. L’illuminazione in città e nelle strade extra urbane, poi, verrebbe ridotta spegnendosi del tutto o parzialmente a notte inoltrata.
- I cittadini potrebbero intervenire autonomamente sostituendo gli impianti tradizionali con pompe di calore o stufe a pellet così come iniziare la conversione energetica rivolgendo l’attenzione al fotovoltaico e all’eolico avvalendosi dei Bonus attivi per alleggerire la spesa iniziale.
- il Governo cercando venditori diversi dalla Russia concentrando le trattative sull’Azerbajian, la Libia e l’Albania nonché sui produttori del Nord Europa.
- Tra i provvedimenti decisi c’è l’aumento della produzione di elettricità sfruttando le centrali a carbone (a discapito della salute dei cittadini che abitano nelle aree circostanti). A Civitavecchia, Venezia, Brindisi, Monfalcone in Sardegna ci sono le sei centrali a carbone attive in Italia la cui chiusura è prevista per il 2025 ma è intenzione dell’esecutivo concedere una proroga qualora la situazione lo dovesse richiedere.
- Per il gas naturale liquefatto le importazioni potrebbero aumentare fino a 5 milioni in più con una crescita della produttività degli impianti del 20/25%. Lo sguardo verso l’estero non è, però, solo l’unica possibilità. Le riserve italiane dovranno crescere e, dunque, serviranno maggiori estrazioni di metano sia dai giacimenti già presenti che da nuovi giacimenti con conseguente aumento delle trivellazioni.