Novara, 24 maggio 2019
Voleva davvero farla finita o era solo un modo per mettersi in luce davanti a tutto il mondo?
Non lo sapremo mai , perché non lo dirà mai il 40enne che è salito fino al terzo e ultimo piano della Tour Eiffel a Parigi nel pomeriggio del 20 maggio.
L'uomo, nel primo pomeriggio aveva preso l’ ascensore della Torre Eiffel scendendo al secondo piano e , velocissimo, evitando i sorveglianti si è sporto dalla parte esterna cominciando a salire come un ragno, a mani nude, verso il piano superiore. Arrivato al suo obiettivo, si è seduto a 300 metri di altezza, con le gambe nel vuoto, e dando segnali di volersi buttare giù.
Sono stati chiamati Pompieri e Polizia che hanno provveduto in pochi minuti ad evacuare la Torre e allontanare i curiosi che si erano raggruppati sotto, probabilmente speranzosi di assistere a un bel volo, perché il gusto del dramma è insito nelle persone che potrebbero così dire “c’ero anch’io”. Ma il volo, per fortuna, non c’è stato: uno dei pompieri si è fatto tirare su con una fune restando sospeso nel vuoto all’altezza dell’uomo ed è riuscito a farlo parlare per più di tre ore, convincendolo alla fine a farsi aiutare a scendere.
E’ vero che un pompiere ha il compito di salvare le persone, è vero che è formato per questo scopo, è vero che sa vincere la paura di restare penzoloni nel vuoto (perché si, anche loro hanno paura!) , ma quello che ci domandiamo è: perché se una persona decide di suicidarsi deve coinvolgere altri individui – seppur di mestiere soccorritori – mettendo a rischio una vita che , a differenza dell’aspirante suicida, non hanno nessuna intenzione né voglia di perdere?
Da qui nasce spontaneo il dubbio che più che una voglia di farla finita ci sia una gran voglia di protagonismo, magari perché ci si sente ignorati da tutti o perché si vuole spaventare qualcuno…qualsiasi sia il motivo se si vuole uscire dall’anonimato non è certo imitando l’uomo ragno che si acquista credibilità.
Copyright DP
Voleva davvero farla finita o era solo un modo per mettersi in luce davanti a tutto il mondo?
Non lo sapremo mai , perché non lo dirà mai il 40enne che è salito fino al terzo e ultimo piano della Tour Eiffel a Parigi nel pomeriggio del 20 maggio.
L'uomo, nel primo pomeriggio aveva preso l’ ascensore della Torre Eiffel scendendo al secondo piano e , velocissimo, evitando i sorveglianti si è sporto dalla parte esterna cominciando a salire come un ragno, a mani nude, verso il piano superiore. Arrivato al suo obiettivo, si è seduto a 300 metri di altezza, con le gambe nel vuoto, e dando segnali di volersi buttare giù.
Sono stati chiamati Pompieri e Polizia che hanno provveduto in pochi minuti ad evacuare la Torre e allontanare i curiosi che si erano raggruppati sotto, probabilmente speranzosi di assistere a un bel volo, perché il gusto del dramma è insito nelle persone che potrebbero così dire “c’ero anch’io”. Ma il volo, per fortuna, non c’è stato: uno dei pompieri si è fatto tirare su con una fune restando sospeso nel vuoto all’altezza dell’uomo ed è riuscito a farlo parlare per più di tre ore, convincendolo alla fine a farsi aiutare a scendere.
E’ vero che un pompiere ha il compito di salvare le persone, è vero che è formato per questo scopo, è vero che sa vincere la paura di restare penzoloni nel vuoto (perché si, anche loro hanno paura!) , ma quello che ci domandiamo è: perché se una persona decide di suicidarsi deve coinvolgere altri individui – seppur di mestiere soccorritori – mettendo a rischio una vita che , a differenza dell’aspirante suicida, non hanno nessuna intenzione né voglia di perdere?
Da qui nasce spontaneo il dubbio che più che una voglia di farla finita ci sia una gran voglia di protagonismo, magari perché ci si sente ignorati da tutti o perché si vuole spaventare qualcuno…qualsiasi sia il motivo se si vuole uscire dall’anonimato non è certo imitando l’uomo ragno che si acquista credibilità.
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