Un male doloroso e reale
Novara 7 luglio 2019
Probabilmente è stato un malore la causa della morte di un ottantenne di Vicolungo il cui corpo senza vita è stato trovato all’alba di giovedì 4 luglio nel cortile della sua abitazione.
Prendiamo spunto da questa brutta notizia per parlare della solitudine di quelle persone che hanno superato i 70, se non gli 80 e si trovano ad affrontare da soli l’ultima parte della loro vita, spesso senza poter contare su nessuno , a parte qualche vicino, della stessa età e nella stessa situazione.
Una volta, neppure tantissimi anni fa, gli anziani vivevano in famiglia ed erano curati ed accuditi, oggi non più. Spesso, sempre più spesso, vengono lasciati nelle case di riposo dove c’e solo un’apparenza di socialità, ma in realtà sono posti dove piano piano si forma l’emarginazione interiore perché in queste strutture non c’è modo di sentirsi amati o protetti , si viene nutriti e lavati, si guarda la tv, si scambiano due parole con gente nella stessa situazione, ma non ci si può sentire come a casa propria, con i propri familiari.
Quando si decide di inserire un anziano in una casa di riposo (per bella che sia) nessuno prende in considerazione che il cambiare abitudini, stile di vita, camera da letto, comporta uno stress molto forte perché non ci sono più le forze di un tempo che aiutavano ad affrontare le novità e l’unica soluzione per potersi sentire ancora parte del mondo è quella di restare circondati dai ricordi del passato : mobili, suppellettili, persino il giardino….tutte cose che non si possono portare con sé.
Ecco quindi sorgere l’ansia, la paura, la depressione. Accanto a questo, un senso di inutilità..
E le stesse sensazioni valgono anche per chi rimane da solo nella sua casa: figli, nipoti, coniuge se ne sono andati e il vivere da soli , soprattutto d’estate , fa provare un vuoto che pesa e fa sentire dimenticati.
Che tristezza questa società sempre più attenta a chi produce ricchezza e sempre meno disponibile a sostenere il prossimo che non può più produrre e che ha poco, in tutti i sensi , per consumare.
Copyright DP
Probabilmente è stato un malore la causa della morte di un ottantenne di Vicolungo il cui corpo senza vita è stato trovato all’alba di giovedì 4 luglio nel cortile della sua abitazione.
Prendiamo spunto da questa brutta notizia per parlare della solitudine di quelle persone che hanno superato i 70, se non gli 80 e si trovano ad affrontare da soli l’ultima parte della loro vita, spesso senza poter contare su nessuno , a parte qualche vicino, della stessa età e nella stessa situazione.
Una volta, neppure tantissimi anni fa, gli anziani vivevano in famiglia ed erano curati ed accuditi, oggi non più. Spesso, sempre più spesso, vengono lasciati nelle case di riposo dove c’e solo un’apparenza di socialità, ma in realtà sono posti dove piano piano si forma l’emarginazione interiore perché in queste strutture non c’è modo di sentirsi amati o protetti , si viene nutriti e lavati, si guarda la tv, si scambiano due parole con gente nella stessa situazione, ma non ci si può sentire come a casa propria, con i propri familiari.
Quando si decide di inserire un anziano in una casa di riposo (per bella che sia) nessuno prende in considerazione che il cambiare abitudini, stile di vita, camera da letto, comporta uno stress molto forte perché non ci sono più le forze di un tempo che aiutavano ad affrontare le novità e l’unica soluzione per potersi sentire ancora parte del mondo è quella di restare circondati dai ricordi del passato : mobili, suppellettili, persino il giardino….tutte cose che non si possono portare con sé.
Ecco quindi sorgere l’ansia, la paura, la depressione. Accanto a questo, un senso di inutilità..
E le stesse sensazioni valgono anche per chi rimane da solo nella sua casa: figli, nipoti, coniuge se ne sono andati e il vivere da soli , soprattutto d’estate , fa provare un vuoto che pesa e fa sentire dimenticati.
Che tristezza questa società sempre più attenta a chi produce ricchezza e sempre meno disponibile a sostenere il prossimo che non può più produrre e che ha poco, in tutti i sensi , per consumare.
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