Noa, la ragazzina olandese vittima della depressione
Novara 6 giugno 2019
Se quando sei una bambina e un mostro ti stupra non hai più difese…Non capisci perché l’ha fatto, né cosa ti ha fatto, ma sai che ti ha fatto e fa male non solo al corpo, anche all’anima, perché il ricordo di quei momenti non ti abbandona mai.
E’ così che cadi in depressione, che non riesci più a reagire anche se ci provi. E non c’entra la forza di volontà, non c’entra l’amore dei familiari, o quello degli amici…il male ti divora, ti annienta, ti provoca quello che si chiama trauma complesso e porta addirittura a vari fenomeni di dissociazione : biologico, fisiologico, comportamentale, relazionale e identitario , da cui non riesci in nessun modo a venir fuori da sola.
Noa ci ha provato scrivendo un libro autobiografico “ Vincere o imparare” che aveva lo scopo di descrivere i suoi sforzi per superare la depressione e più volte aveva manifestato sui social il suo disagio, ma non è servito. Così come evidentemente non sono servite le cure cui si è sottoposta (ma non sappiamo quali).
Non ce la faceva più Noa e aveva fatto richiesta all’Aja per ottenere l’eutanasia ,ma lo Stato olandese , per concedergliela , aveva chiesto che facesse altri 5 anni di terapia….troppi per Noa che stava troppo male per aver ancora voglia e capacità di vivere e di sopportare.
Si è allora rifugiata nell’unico metodo che le sembrava risolutivo: smettere di mangiare e bere fino a ridursi un cadavere. E così ha fatto. E’ morta nella sua casa, a 17 anni , un’età in cui non è giusto morire per colpa di qualcuno che ti ha violato in modo irreparabile il corpo e l’anima .
E’ difficile accettare che la scienza medica e psichiatrica non sia stata in grado di aiutare questa povera ragazzina, ma il male oscuro è terribile e solo chi lo ha provato oppure cura chi lo prova può capirne l’enorme livello di sofferenza che comporta e che, in casi come quello di Noa, può portare anche al suicidio.
Copyright DP
Se quando sei una bambina e un mostro ti stupra non hai più difese…Non capisci perché l’ha fatto, né cosa ti ha fatto, ma sai che ti ha fatto e fa male non solo al corpo, anche all’anima, perché il ricordo di quei momenti non ti abbandona mai.
E’ così che cadi in depressione, che non riesci più a reagire anche se ci provi. E non c’entra la forza di volontà, non c’entra l’amore dei familiari, o quello degli amici…il male ti divora, ti annienta, ti provoca quello che si chiama trauma complesso e porta addirittura a vari fenomeni di dissociazione : biologico, fisiologico, comportamentale, relazionale e identitario , da cui non riesci in nessun modo a venir fuori da sola.
Noa ci ha provato scrivendo un libro autobiografico “ Vincere o imparare” che aveva lo scopo di descrivere i suoi sforzi per superare la depressione e più volte aveva manifestato sui social il suo disagio, ma non è servito. Così come evidentemente non sono servite le cure cui si è sottoposta (ma non sappiamo quali).
Non ce la faceva più Noa e aveva fatto richiesta all’Aja per ottenere l’eutanasia ,ma lo Stato olandese , per concedergliela , aveva chiesto che facesse altri 5 anni di terapia….troppi per Noa che stava troppo male per aver ancora voglia e capacità di vivere e di sopportare.
Si è allora rifugiata nell’unico metodo che le sembrava risolutivo: smettere di mangiare e bere fino a ridursi un cadavere. E così ha fatto. E’ morta nella sua casa, a 17 anni , un’età in cui non è giusto morire per colpa di qualcuno che ti ha violato in modo irreparabile il corpo e l’anima .
E’ difficile accettare che la scienza medica e psichiatrica non sia stata in grado di aiutare questa povera ragazzina, ma il male oscuro è terribile e solo chi lo ha provato oppure cura chi lo prova può capirne l’enorme livello di sofferenza che comporta e che, in casi come quello di Noa, può portare anche al suicidio.
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