Vercelli 22 APRILE 2020
DIARIO DI BORDO – 21 Aprile a.d.c. (Anno del Corona)
CHI DECIDE LA FASE 2?
Bambini a passeggio con mamme.
Suono di campanelli di biciclette.
Code ai semafori.
Panchine come luoghi di convivio, discussione.
La vita di comunità.
Ricordi del mondo pre-COVID che emergono? NO.
Immagini di un futuro sperato? NO.
È il mondo di qualche giorno fa, Sabato 18 Aprile 2020.
Allora una domanda sorge spontanea.
Chi decide la FASE 2?
Pensavamo fosse il governo, pensavamo fosse la sua Task Force (inglesismo che sembra dare più autorevolezza a quello che è un gruppo di lavoro) di esperti. Pensavamo fossero le regioni e le loro Unità di Crisi a decidere quando saremmo passati alla fase 2.
Non è andata così. Non sta andando così.
Una premessa, d’obbligo.
Cerco di osservare ciò che accade con gli occhi dello storico. Lo storico descrive, racconta e spiega, ma non giudica.
Non ho il ruolo o l’importanza o l’autorevolezza di chi può giudicare. Mi limiterò dunque a raccontare.
Raccontare che ha già deciso la Fase 2 non il governo, ma la gente. Che ci piaccia oppure no.
Ha deciso la Fase 2 il gruppo di 6 persone che ho visto assieparsi(senza mascherine) a distanza di 30 cm di fronte al furgoncino che vende frutta e verdura proprio fuori dall’ospedale.
Ha deciso la Fase 2 il gruppo di 3 mamme e relativi bambini che giocavano nel parchetto di fronte alla Piastra (ambulatorio).
Lo hanno anche deciso i 3 proprietari di auto che stavano approfittando della bella giornata di sole per lavare le macchine nell’autolavaggio lì vicino.
Scene di vita normale, quotidiana.
Le persone (alcuni, per carità, non tutti) hanno deciso, più o meno consapevolmente, che la fase 1 è finita.
Lo hanno deciso perché non reggono più l’isolamento, perché l’abitudine alla paura ha abbassato la soglia di percezione della stessa, perché non credono nell’isolamento, perché “a me tanto non succederà perché sono sano” o perché “tanto è tutta una montatura”. Poco conta quale sia la motivazione.
E con gli occhi dello storico registriamo l’evento.
Ora cosa succederà?
In attesa che le istituzioni decidano cosa fare il popolo si muove autonomamente. Non siamo la Cina. Non è pensabile l’esercito per le strade. Ogni popolo democratico e libero alla fine si autodetermina.
Ora più che pensare alla fase 2 comincio allora a chiedermi quando sarà, ma soprattutto come sarà, la Fase 3.
Perché se non sapremo gestire la Fase 2 o la gestiremo in modo anarchico come sta accadendo vedo un grande rischio.
Il rischio che la Fase 3 sia un ritorno alla Fase 1.
Qualcuno potrebbe far notare (e avrebbe ragione) che questa volta saremmo pronti. Abbiamo posti in terapia intensiva (raddoppiati), abbiamo ventilatori, monitor, maschere c-PAP.
Ma veramente vogliamo di nuovo doverli utilizzare in modo intensivo?
E soprattutto per quanto a lungo vogliamo avere ospedali fagocitati dal COVID?
Io sogno una Fase 3 nella quale il cardiologo torna a curare il cuore, Il chirurgo a operare, l’ortopedico a riparare fratture. Sogno una Fase 3 nella quale riapriamo ambulatori, visitiamo, parliamo, confortiamo.
Sogno una Fase 3 nella quale avere armadi pieni di maschere e ventilatori non utilizzati.
Torniamo dunque a vivere, ma facciamolo con giudizio e buonsenso.
Tra rimanere chiusi in casa mesi e fare come le 6 persone dal venditore di frutta, assiepate senza alcuna distanza né protezione c’è la giusta via di mezzo.
Se sapremo cominciare a uscire (quando ci sarà concesso) con buonsenso e razionalità proteggendoci e proteggendo gli altri riusciremo a passare tutti insieme dalla Fase 2 a una Fase 3 di rinascita e ripartenza.
Al contrario, se saremo come i 6 acquirenti della bancarella, rischiamo di andare incontro ad una nuova Fase 1 dopo la 2.
Forza e coraggio. Dimostriamo di avere disciplina e verremo premiati.
21 di Aprile …. Le fasi della vita ….
COPYRIGHT E FOTO: dott. Sergio Maccio’
DIARIO DI BORDO – 21 Aprile a.d.c. (Anno del Corona)
CHI DECIDE LA FASE 2?
Bambini a passeggio con mamme.
Suono di campanelli di biciclette.
Code ai semafori.
Panchine come luoghi di convivio, discussione.
La vita di comunità.
Ricordi del mondo pre-COVID che emergono? NO.
Immagini di un futuro sperato? NO.
È il mondo di qualche giorno fa, Sabato 18 Aprile 2020.
Allora una domanda sorge spontanea.
Chi decide la FASE 2?
Pensavamo fosse il governo, pensavamo fosse la sua Task Force (inglesismo che sembra dare più autorevolezza a quello che è un gruppo di lavoro) di esperti. Pensavamo fossero le regioni e le loro Unità di Crisi a decidere quando saremmo passati alla fase 2.
Non è andata così. Non sta andando così.
Una premessa, d’obbligo.
Cerco di osservare ciò che accade con gli occhi dello storico. Lo storico descrive, racconta e spiega, ma non giudica.
Non ho il ruolo o l’importanza o l’autorevolezza di chi può giudicare. Mi limiterò dunque a raccontare.
Raccontare che ha già deciso la Fase 2 non il governo, ma la gente. Che ci piaccia oppure no.
Ha deciso la Fase 2 il gruppo di 6 persone che ho visto assieparsi(senza mascherine) a distanza di 30 cm di fronte al furgoncino che vende frutta e verdura proprio fuori dall’ospedale.
Ha deciso la Fase 2 il gruppo di 3 mamme e relativi bambini che giocavano nel parchetto di fronte alla Piastra (ambulatorio).
Lo hanno anche deciso i 3 proprietari di auto che stavano approfittando della bella giornata di sole per lavare le macchine nell’autolavaggio lì vicino.
Scene di vita normale, quotidiana.
Le persone (alcuni, per carità, non tutti) hanno deciso, più o meno consapevolmente, che la fase 1 è finita.
Lo hanno deciso perché non reggono più l’isolamento, perché l’abitudine alla paura ha abbassato la soglia di percezione della stessa, perché non credono nell’isolamento, perché “a me tanto non succederà perché sono sano” o perché “tanto è tutta una montatura”. Poco conta quale sia la motivazione.
E con gli occhi dello storico registriamo l’evento.
Ora cosa succederà?
In attesa che le istituzioni decidano cosa fare il popolo si muove autonomamente. Non siamo la Cina. Non è pensabile l’esercito per le strade. Ogni popolo democratico e libero alla fine si autodetermina.
Ora più che pensare alla fase 2 comincio allora a chiedermi quando sarà, ma soprattutto come sarà, la Fase 3.
Perché se non sapremo gestire la Fase 2 o la gestiremo in modo anarchico come sta accadendo vedo un grande rischio.
Il rischio che la Fase 3 sia un ritorno alla Fase 1.
Qualcuno potrebbe far notare (e avrebbe ragione) che questa volta saremmo pronti. Abbiamo posti in terapia intensiva (raddoppiati), abbiamo ventilatori, monitor, maschere c-PAP.
Ma veramente vogliamo di nuovo doverli utilizzare in modo intensivo?
E soprattutto per quanto a lungo vogliamo avere ospedali fagocitati dal COVID?
Io sogno una Fase 3 nella quale il cardiologo torna a curare il cuore, Il chirurgo a operare, l’ortopedico a riparare fratture. Sogno una Fase 3 nella quale riapriamo ambulatori, visitiamo, parliamo, confortiamo.
Sogno una Fase 3 nella quale avere armadi pieni di maschere e ventilatori non utilizzati.
Torniamo dunque a vivere, ma facciamolo con giudizio e buonsenso.
Tra rimanere chiusi in casa mesi e fare come le 6 persone dal venditore di frutta, assiepate senza alcuna distanza né protezione c’è la giusta via di mezzo.
Se sapremo cominciare a uscire (quando ci sarà concesso) con buonsenso e razionalità proteggendoci e proteggendo gli altri riusciremo a passare tutti insieme dalla Fase 2 a una Fase 3 di rinascita e ripartenza.
Al contrario, se saremo come i 6 acquirenti della bancarella, rischiamo di andare incontro ad una nuova Fase 1 dopo la 2.
Forza e coraggio. Dimostriamo di avere disciplina e verremo premiati.
21 di Aprile …. Le fasi della vita ….
COPYRIGHT E FOTO: dott. Sergio Maccio’