Vercelli 14 APRILE 2020
DIARIO DI BORDO – 13 Aprile a.d.c. (Anno del Corona)
RITORNO AL FUTURO
Caro diario,
Lunedì di Pasquetta.
Decido così sulla scia della giornata di ieri di proseguire con una pagina “leggera”. Domani ci tufferemo nuovamente nel mondo COVID, oggi assaporiamo la libertà.
In giornate di riposo come queste mi immergo tra i miei amati libri.
Qualche giorno fa ho acquisito un nuovo libro per la mia biblioteca. Si tratta della prima edizione (1895) di “The Time Machine” (La macchina del tempo) scritto da uno dei più grandi scrittori di fantascienza di fine ‘800 H.G. Wells (famoso peraltro per “La Guerra dei Mondi”). Il primo romanzo di fantascienza della storia nel quale compare una macchina progettata per viaggiare nel tempo.
Sfogliando e cominciando a leggere il libro (N.d.R - giunto con il corriere nel pieno rispetto delle norme attuali) ho provato invidia per il protagonista. Quanti di noi non desidererebbero ora entrare in una macchina del tempo e poter osservare il futuro che ci attende? Credo tutti.
Così abbassate le luci, con il libro ancora aperto inizio quel viaggio.
Un viaggio di fantasia, nessuna pretesa di vedere o raccontare il futuro vero, ma solo tentar di immaginarne uno possibile.
---
Agosto 2020, giorno imprecisato.
<< costumi, crema solare, ciabatte, e tutte le altre cose, preso tutto!>>
Leggere la checklist preparata da settimane ha un sapore particolare. Un gesto semplice in altri tempi. Oggi quel foglietto di carta con un elenco di oggetti banali e scontati è invece ciò che più ci avvicina a rivedere il mondo. La famiglia si prepara per una gita al mare, la prima della nuova era. Sole, acqua, vento e libertà.
Un mese caldo, afoso, come deve essere.
L’auto è stata controllata e ri-controllata, dopo mesi di inattività, sperando che i brevi viaggi casa-ospedale-casa di questi mesi abbiano consentito di mantenere attiva la batteria ed evitato l’ovalizzazione dei cerchi.
Una normale gita al mare.
<<L’ombrellone lo hai preso?>>
Ecco la domanda che al contrario, quasi subito, mi ricorda che nulla è normale.
<< Certo, anche il set da pic-nic >>
Oggetti inconsueti per noi che nel mondo di prima avevamo la nostra spiaggia attrezzata e il ristorante preferito dove fermarci.
Nel mondo di oggi, Agosto 2020, le spiagge attrezzate sono ancora chiuse. L’ombrellone si porta da casa. Sulla spiaggia devi mantenere le distanze. I posti al ristorante contingentati, tavoli distanti, persone distanti.
<< Lettera M oggi giusto, non è che ci siamo confusi? >> quei dubbi che si attorcigliano in testa all’ultimo momento.
<< Si, M tranquillo >>. Oggi per la gita fuori porta è il turno delle famiglie il cui cognome inizia con la M, procedura indispensabile per limitare gli spostamenti ed evitare assembramenti nelle zone costiere.
<< La maschera papà >> grida infine il piccolo Francesco mentre l’auto sta per partire. È la sua maschera dell’uomo ragno. << presa Francy, prese tutte >> rispondo. Perché con noi, inseparabili da mesi, ci sono anche le maschere per i grandi. In caso di contatti ravvicinati. Una sorta di eterno carnevale.
Sarà una giornata serena. Diversa. Non la solita calca estiva. Ogni nucleo familiare (con la M) sulla spiaggia separato come fosse un’isola.
Ma tra le isole noi umani, da sempre, cerchiamo di gettare ponti senza arrenderci di fronte alle difficoltà.
E stanno gettando ponti i due bambini di due nuclei familiari diversi e distanti che, alcune ore dopo sulla spiaggia, stanno comunicando, a distanza di 3 metri, con due bicchieri di plastica ed un filo.
È uno scampolo di passato che si fa strada nei miei ricordi. È un ritorno del passato al futuro.
È uno splendido telefono senza fili. Qualcosa che i due bimbi della generazione digitale hanno riscoperto facendo loro un’antica tradizione. I bambini ridono. È quasi più divertente che parlarsi al telefono.
Che questa crisi ci abbia insegnato a tornare un po’ semplici? A tornare a meravigliarci delle piccole cose, delle scoperte, del riscoprirci costruttori in un mondo che sembrava tutto pre-costruito per noi?
La sera mentre rientriamo in autostrada verso casa, il sole che tramonta alle spalle e il nastro di asfalto silenzioso e vuoto come non mai, penso alla giornata lavorativa di domani.
È un’estate senza “STOP”. Il mondo sta ripartendo. I negozi aperti, bar e ristoranti aperti con prenotazioni per fasce orarie. Ospedali e ambulatori aperti con accessi differenziati. All’ingresso in molti posti ancora quella domanda che risuona in testa da mesi.
<< Ha avuto febbre nelle ultime 3 settimane? Ha avuto parenti COVID positivi? >>
Rientriamo a casa con il buio. Sul frigorifero un altro elenco. Non è la checklist mattutina per la spiaggia. È il calendario familiare delle video-chat.
Ormai, a distanza di mesi, si è compreso che non torneremo indietro del tutto.
Il lavoro a distanza, le lezioni a distanza, le riunioni a distanza.
Così serve un elenco familiare per coordinarsi e capire chi dovrà essere collegato, con chi, a che ora. Altrimenti la casa potrebbe essere sopraffatta da un caos indistinto di voci intellegibili.
<< Lezione di ritmica alle 10.00, chat per compiti scolastici estivi di gruppo alle 14.00… finalmente alle 16.00 sarà il mio turno con riunione direttivo società scientifica cardiologica>>
Sul tavolo di fronte al frigo le buste. Quelle trasparenti per telefono e tablet da proteggere domani in ospedale. Perché non si torna indietro. Nella vita si guarda sempre avanti. Dagli errori abbiamo imparato. Ora sappiamo proteggerci.
---
Chiudo il libro. Spengo la macchina del tempo.
Chissà come sarà veramente l’agosto del 2020.
Una cosa credo. Sarà un mondo diverso per quanto tenteremo di illuderci che così non sia.
Ma il mondo, se ben guardiamo, è sempre stato diverso da sé stesso.
Il mondo del 1920 era ben diverso da quello di fine ‘800. Il mondo del 1945 era radicalmente diverso da quello del 1920. Il mondo dopo l’11 settembre 2001 era diverso (i controlli, i liquidi sugli aerei, la paura del terrorismo sotto casa – una rivoluzione che ora sembra tanto lontana).
Ora sarà diverso di nuovo. Ma di una cosa sono convinto, qualunque sia il futuro che ci attende sapremo adattarci. Sapremo costruire il nostro telefono senza fili, sapremo “gettare ponti”.
13 di Aprile …. Comunque vada non sarà come prima ….
COPYRIGHT E FOTO: dott. Sergio Maccio’
DIARIO DI BORDO – 13 Aprile a.d.c. (Anno del Corona)
RITORNO AL FUTURO
Caro diario,
Lunedì di Pasquetta.
Decido così sulla scia della giornata di ieri di proseguire con una pagina “leggera”. Domani ci tufferemo nuovamente nel mondo COVID, oggi assaporiamo la libertà.
In giornate di riposo come queste mi immergo tra i miei amati libri.
Qualche giorno fa ho acquisito un nuovo libro per la mia biblioteca. Si tratta della prima edizione (1895) di “The Time Machine” (La macchina del tempo) scritto da uno dei più grandi scrittori di fantascienza di fine ‘800 H.G. Wells (famoso peraltro per “La Guerra dei Mondi”). Il primo romanzo di fantascienza della storia nel quale compare una macchina progettata per viaggiare nel tempo.
Sfogliando e cominciando a leggere il libro (N.d.R - giunto con il corriere nel pieno rispetto delle norme attuali) ho provato invidia per il protagonista. Quanti di noi non desidererebbero ora entrare in una macchina del tempo e poter osservare il futuro che ci attende? Credo tutti.
Così abbassate le luci, con il libro ancora aperto inizio quel viaggio.
Un viaggio di fantasia, nessuna pretesa di vedere o raccontare il futuro vero, ma solo tentar di immaginarne uno possibile.
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Agosto 2020, giorno imprecisato.
<< costumi, crema solare, ciabatte, e tutte le altre cose, preso tutto!>>
Leggere la checklist preparata da settimane ha un sapore particolare. Un gesto semplice in altri tempi. Oggi quel foglietto di carta con un elenco di oggetti banali e scontati è invece ciò che più ci avvicina a rivedere il mondo. La famiglia si prepara per una gita al mare, la prima della nuova era. Sole, acqua, vento e libertà.
Un mese caldo, afoso, come deve essere.
L’auto è stata controllata e ri-controllata, dopo mesi di inattività, sperando che i brevi viaggi casa-ospedale-casa di questi mesi abbiano consentito di mantenere attiva la batteria ed evitato l’ovalizzazione dei cerchi.
Una normale gita al mare.
<<L’ombrellone lo hai preso?>>
Ecco la domanda che al contrario, quasi subito, mi ricorda che nulla è normale.
<< Certo, anche il set da pic-nic >>
Oggetti inconsueti per noi che nel mondo di prima avevamo la nostra spiaggia attrezzata e il ristorante preferito dove fermarci.
Nel mondo di oggi, Agosto 2020, le spiagge attrezzate sono ancora chiuse. L’ombrellone si porta da casa. Sulla spiaggia devi mantenere le distanze. I posti al ristorante contingentati, tavoli distanti, persone distanti.
<< Lettera M oggi giusto, non è che ci siamo confusi? >> quei dubbi che si attorcigliano in testa all’ultimo momento.
<< Si, M tranquillo >>. Oggi per la gita fuori porta è il turno delle famiglie il cui cognome inizia con la M, procedura indispensabile per limitare gli spostamenti ed evitare assembramenti nelle zone costiere.
<< La maschera papà >> grida infine il piccolo Francesco mentre l’auto sta per partire. È la sua maschera dell’uomo ragno. << presa Francy, prese tutte >> rispondo. Perché con noi, inseparabili da mesi, ci sono anche le maschere per i grandi. In caso di contatti ravvicinati. Una sorta di eterno carnevale.
Sarà una giornata serena. Diversa. Non la solita calca estiva. Ogni nucleo familiare (con la M) sulla spiaggia separato come fosse un’isola.
Ma tra le isole noi umani, da sempre, cerchiamo di gettare ponti senza arrenderci di fronte alle difficoltà.
E stanno gettando ponti i due bambini di due nuclei familiari diversi e distanti che, alcune ore dopo sulla spiaggia, stanno comunicando, a distanza di 3 metri, con due bicchieri di plastica ed un filo.
È uno scampolo di passato che si fa strada nei miei ricordi. È un ritorno del passato al futuro.
È uno splendido telefono senza fili. Qualcosa che i due bimbi della generazione digitale hanno riscoperto facendo loro un’antica tradizione. I bambini ridono. È quasi più divertente che parlarsi al telefono.
Che questa crisi ci abbia insegnato a tornare un po’ semplici? A tornare a meravigliarci delle piccole cose, delle scoperte, del riscoprirci costruttori in un mondo che sembrava tutto pre-costruito per noi?
La sera mentre rientriamo in autostrada verso casa, il sole che tramonta alle spalle e il nastro di asfalto silenzioso e vuoto come non mai, penso alla giornata lavorativa di domani.
È un’estate senza “STOP”. Il mondo sta ripartendo. I negozi aperti, bar e ristoranti aperti con prenotazioni per fasce orarie. Ospedali e ambulatori aperti con accessi differenziati. All’ingresso in molti posti ancora quella domanda che risuona in testa da mesi.
<< Ha avuto febbre nelle ultime 3 settimane? Ha avuto parenti COVID positivi? >>
Rientriamo a casa con il buio. Sul frigorifero un altro elenco. Non è la checklist mattutina per la spiaggia. È il calendario familiare delle video-chat.
Ormai, a distanza di mesi, si è compreso che non torneremo indietro del tutto.
Il lavoro a distanza, le lezioni a distanza, le riunioni a distanza.
Così serve un elenco familiare per coordinarsi e capire chi dovrà essere collegato, con chi, a che ora. Altrimenti la casa potrebbe essere sopraffatta da un caos indistinto di voci intellegibili.
<< Lezione di ritmica alle 10.00, chat per compiti scolastici estivi di gruppo alle 14.00… finalmente alle 16.00 sarà il mio turno con riunione direttivo società scientifica cardiologica>>
Sul tavolo di fronte al frigo le buste. Quelle trasparenti per telefono e tablet da proteggere domani in ospedale. Perché non si torna indietro. Nella vita si guarda sempre avanti. Dagli errori abbiamo imparato. Ora sappiamo proteggerci.
---
Chiudo il libro. Spengo la macchina del tempo.
Chissà come sarà veramente l’agosto del 2020.
Una cosa credo. Sarà un mondo diverso per quanto tenteremo di illuderci che così non sia.
Ma il mondo, se ben guardiamo, è sempre stato diverso da sé stesso.
Il mondo del 1920 era ben diverso da quello di fine ‘800. Il mondo del 1945 era radicalmente diverso da quello del 1920. Il mondo dopo l’11 settembre 2001 era diverso (i controlli, i liquidi sugli aerei, la paura del terrorismo sotto casa – una rivoluzione che ora sembra tanto lontana).
Ora sarà diverso di nuovo. Ma di una cosa sono convinto, qualunque sia il futuro che ci attende sapremo adattarci. Sapremo costruire il nostro telefono senza fili, sapremo “gettare ponti”.
13 di Aprile …. Comunque vada non sarà come prima ….
COPYRIGHT E FOTO: dott. Sergio Maccio’