Vercelli 5 maggio 2020
DIARIO DI BORDO 4 Maggio a.d.c. (Anno del Corona)
<< La libertà e la vita appartengono a quelli che le conquistano ogni giorno>>
(Johann Wolfgang Von Goethe)
TANA LIBERI TUTTI ?
Non ho dormito molto.
Dall’aria esterna mi dividono i vetri, una tenda, un tavolo ed una tazzina di caffè che si sta raffreddando.
Attendo di vedere il colore comparire sulle foglie d’erba oltre il vetro.
La visione notturna dell’uomo ha infatti un limite, elimina i colori.
I “bastoncelli” nella retina riescono a carpire anche minime fonti di luce riflessa ma, ahimè, non i colori.
Nell’istante in cui i fili d’erba verranno inondati di verde saprò che è l’ora giusta.
Mi attendo un verde smeraldo, luccicante. Un colore che solo i primi raggi di sole rinfrangendosi sulle timide gocce della rugiada notturna, le poche superstiti in questa fresca notte di inizio Maggio, possono creare.
Quella vita donata ai fili d’erba sarà un segnale.
È la mattina del 4 Maggio.
Un giorno qualsiasi nel 2019, IL GIORNO nel 2020.
Google mi avvertiva che l’alba sarebbe sorta alle 6:09.
Ma la notte di guardia tiene svegli così alle 5.30 sono già alla finestra.
5.30
Una notte di guardia speciale.
Ho timbrato in zona rossa, timbrerò alle 8 in zona se non bianca, almeno rosa.
Sono uscito di casa ieri sera con il solito modulo di autocertificazione (casa-lavoro).
Questa mattina uscirò dal parcheggio dell’ospedale e, se solo volessi, potrei acquistare in modalità take-away, potrei andare nella seconda casa (se l’avessi), potrei andare al parco. Con un modulo, diverso (il 4° o il 5° ho perso il conto).
Ma non farò niente di tutto questo.
Sono due settimane che sogno e idealizzo questo momento.
Passerò da casa, sveglierò i miei figli, una rapida colazione, e faremo la cosa più importante da fare.
Andremo a trovare i nonni che non vediamo (se non in videochat) da più di due mesi.
Immagino che potremmo festeggiare il 4 come il giorno delle famiglie riunite. Anche se per chi ha familiari fuori regione sarà ancora il momento dell’attesa.
5.40
Ancora niente.
Anche se il nero cielo sullo sfondo poi così tanto nero non è più. Ha colori sul rossiccio bruno, giallo cupo.
Ho fatto il pieno, ieri.
Non serviva, farò solo 80 km tra andata e ritorno verso Oleggio.
Ho fatto il pieno per il gusto, semplice e unico, di poter pensare che, se solo volessi, potrei prendere la macchina e attraversare tutto il Piemonte (se avessi ovviamente una seconda casa o un congiunto in giro per la regione).
5.50
Ancora niente.
Qualche timida idea d’ombra si affaccia sul cortile fuori dal reparto. Ancora indefinita, creata da luce riflessa e non diretta.
E un po’ di timore si affaccia.
Timore e la speranza che questa nuova libertà conquistata non ci faccia perdere il buonsenso.
Che chi uscirà questa mattina, in pubblico, ad annusare l’aria fresca della libertà lo faccia a distanza e con una mascherina se in luogo ristretto.
Ho preparato i bambini, spiegato loro perché non potranno baciare e abbracciare i nonni che non vedono da mesi e perché dovranno indossare mascherine. Spiegarlo ad un bimbo di 5 anni appena compiuti non è facile. Bravo e diligente, cresciuto tanto anche lui in questa crisi che a crescere ha costretto un po’ tutti noi, lo ha capito subito: è colpa del “VIUS”.
Siamo pronti.
5.55
Con un lieve anticipo rispetto a quanto annunciatomi da Google qualcosa si muove.
Inizia sommessa una breve sinfonia di cinguettii.
Un crescendo lento ma costante.
Le foglie d’erba sono ancora grigie ma loro cantano.
Della natura e dei suoi ritmi, probabilmente, hanno capito più di noi.
Ripenso alle immagini di questi mesi, la natura che occupava posti lasciati liberi dall’uomo. Le meduse veneziane, i cerbiatti di Casale, le volpi in diversi posti.
Se l’uomo sparisse dalla Terra la natura colmerebbe quel vuoto con una velocità sorprendente.
Ma non è ancora tempo per l’uomo di lasciare questo pianeta. Non ci ha piegato il COVID, solo ammaccato. Saremo noi a piegarci da soli se non avremo rispetto del nostro habitat, questo dovrebbe insegnarci il coronavirus.
6.00
Verde!
Lo vedo, senza dubbio. Non è suggestione.
Otto minuti prima del previsto.
Non voglio dimenticarlo quel verde.
Giubbotto. Scale.
Afferro delicatamente un filo d’erba. Lo stacco alla base e lo ripongo in una piccola busta di plastica. Ha il sapore del verde “fresco”, appena dipinto.
Viviamo anche di simboli. Lo sono le date come quelle dei compleanni, gli anniversari, lo sono i diplomi degli studi, le foto dei momenti unici della vita.
Può esserlo anche un filo d’erba, un semaforo verde verso la strada della normalità.
Tana liberi tutti dunque? NO. Prudenza, disciplina e ricordiamo sempre... << io proteggo te, tu proteggi me! >>
4 di Maggio … e uscimmo a riveder le stelle (con buonsenso e protezioni) …
COPYRIGHT E FOTO DOTT. SERGIO MACCIO’
DIARIO DI BORDO 4 Maggio a.d.c. (Anno del Corona)
<< La libertà e la vita appartengono a quelli che le conquistano ogni giorno>>
(Johann Wolfgang Von Goethe)
TANA LIBERI TUTTI ?
Non ho dormito molto.
Dall’aria esterna mi dividono i vetri, una tenda, un tavolo ed una tazzina di caffè che si sta raffreddando.
Attendo di vedere il colore comparire sulle foglie d’erba oltre il vetro.
La visione notturna dell’uomo ha infatti un limite, elimina i colori.
I “bastoncelli” nella retina riescono a carpire anche minime fonti di luce riflessa ma, ahimè, non i colori.
Nell’istante in cui i fili d’erba verranno inondati di verde saprò che è l’ora giusta.
Mi attendo un verde smeraldo, luccicante. Un colore che solo i primi raggi di sole rinfrangendosi sulle timide gocce della rugiada notturna, le poche superstiti in questa fresca notte di inizio Maggio, possono creare.
Quella vita donata ai fili d’erba sarà un segnale.
È la mattina del 4 Maggio.
Un giorno qualsiasi nel 2019, IL GIORNO nel 2020.
Google mi avvertiva che l’alba sarebbe sorta alle 6:09.
Ma la notte di guardia tiene svegli così alle 5.30 sono già alla finestra.
5.30
Una notte di guardia speciale.
Ho timbrato in zona rossa, timbrerò alle 8 in zona se non bianca, almeno rosa.
Sono uscito di casa ieri sera con il solito modulo di autocertificazione (casa-lavoro).
Questa mattina uscirò dal parcheggio dell’ospedale e, se solo volessi, potrei acquistare in modalità take-away, potrei andare nella seconda casa (se l’avessi), potrei andare al parco. Con un modulo, diverso (il 4° o il 5° ho perso il conto).
Ma non farò niente di tutto questo.
Sono due settimane che sogno e idealizzo questo momento.
Passerò da casa, sveglierò i miei figli, una rapida colazione, e faremo la cosa più importante da fare.
Andremo a trovare i nonni che non vediamo (se non in videochat) da più di due mesi.
Immagino che potremmo festeggiare il 4 come il giorno delle famiglie riunite. Anche se per chi ha familiari fuori regione sarà ancora il momento dell’attesa.
5.40
Ancora niente.
Anche se il nero cielo sullo sfondo poi così tanto nero non è più. Ha colori sul rossiccio bruno, giallo cupo.
Ho fatto il pieno, ieri.
Non serviva, farò solo 80 km tra andata e ritorno verso Oleggio.
Ho fatto il pieno per il gusto, semplice e unico, di poter pensare che, se solo volessi, potrei prendere la macchina e attraversare tutto il Piemonte (se avessi ovviamente una seconda casa o un congiunto in giro per la regione).
5.50
Ancora niente.
Qualche timida idea d’ombra si affaccia sul cortile fuori dal reparto. Ancora indefinita, creata da luce riflessa e non diretta.
E un po’ di timore si affaccia.
Timore e la speranza che questa nuova libertà conquistata non ci faccia perdere il buonsenso.
Che chi uscirà questa mattina, in pubblico, ad annusare l’aria fresca della libertà lo faccia a distanza e con una mascherina se in luogo ristretto.
Ho preparato i bambini, spiegato loro perché non potranno baciare e abbracciare i nonni che non vedono da mesi e perché dovranno indossare mascherine. Spiegarlo ad un bimbo di 5 anni appena compiuti non è facile. Bravo e diligente, cresciuto tanto anche lui in questa crisi che a crescere ha costretto un po’ tutti noi, lo ha capito subito: è colpa del “VIUS”.
Siamo pronti.
5.55
Con un lieve anticipo rispetto a quanto annunciatomi da Google qualcosa si muove.
Inizia sommessa una breve sinfonia di cinguettii.
Un crescendo lento ma costante.
Le foglie d’erba sono ancora grigie ma loro cantano.
Della natura e dei suoi ritmi, probabilmente, hanno capito più di noi.
Ripenso alle immagini di questi mesi, la natura che occupava posti lasciati liberi dall’uomo. Le meduse veneziane, i cerbiatti di Casale, le volpi in diversi posti.
Se l’uomo sparisse dalla Terra la natura colmerebbe quel vuoto con una velocità sorprendente.
Ma non è ancora tempo per l’uomo di lasciare questo pianeta. Non ci ha piegato il COVID, solo ammaccato. Saremo noi a piegarci da soli se non avremo rispetto del nostro habitat, questo dovrebbe insegnarci il coronavirus.
6.00
Verde!
Lo vedo, senza dubbio. Non è suggestione.
Otto minuti prima del previsto.
Non voglio dimenticarlo quel verde.
Giubbotto. Scale.
Afferro delicatamente un filo d’erba. Lo stacco alla base e lo ripongo in una piccola busta di plastica. Ha il sapore del verde “fresco”, appena dipinto.
Viviamo anche di simboli. Lo sono le date come quelle dei compleanni, gli anniversari, lo sono i diplomi degli studi, le foto dei momenti unici della vita.
Può esserlo anche un filo d’erba, un semaforo verde verso la strada della normalità.
Tana liberi tutti dunque? NO. Prudenza, disciplina e ricordiamo sempre... << io proteggo te, tu proteggi me! >>
4 di Maggio … e uscimmo a riveder le stelle (con buonsenso e protezioni) …
COPYRIGHT E FOTO DOTT. SERGIO MACCIO’