Il racconto della giornata del 14 marzo 2020.
Vercelli, 14 marzo 2020 DIARIO DI BORDO: 14 Marzo (a.d.c. - Anno Del Corona)
SOLDATI o MISSIONARI?
E’ difficile in questa silenziosa mattina di sabato di metà marzo riuscire a trovare una logica, un filo conduttore.
E’ stata una settimana difficile, una “Caporetto” dei sistemi sanitari nazionali (non solo quello italiano).
E come in tutte le disfatte militari ciò che conta sono i caduti sul campo, quando non hai più soldati chi resta in trincea?
Perché soldati siamo. Ce lo ripetono da giorni. In tutta Italia, al Nord soprattutto.
DI fronte alle preoccupazioni, ai timori, al carico psicologico e fisico da sopportare, la risposta è una: siete soldati.
Dunque medici e infermieri all’occorrenza e secondo il vento che tira sono oggi missionari (quante volte ci siamo sentiti dire negli 11 anni di blocco del contratto - cosa peraltro mai vista per nessuna altra categoria - che il nostro non era un mestiere ma una missione) domani soldati.
Temo cosa potrei sentirmi dire dopodomani.
Ma NON voglio sentire la parola EROI.
NO, non siamo eroi.
Siamo padri, madri, fratelli, sorelle, amici.
Abbiamo scelto nella vita di prenderci cura dell’altro e ne abbiamo fatto un MESTIERE. Un mestiere che va vissuto con etica, rigore, scienza e coscienza.
Per anni hanno tagliato posti letto oltre il lecito, oltre il buon senso in nome di calcoli fatti a tavolino da chi quaggiù, in trincea, non è mai sceso.
Per anni abbiamo ridotto il personale e non abbiamo formato abbastanza specialisti perché chi ha avuto in mano il timone della sanità sedeva dietro eleganti scrivanie e non si cambiava con noi alla mattina.
Ed ora, dopo anni di tagli sconsiderati, ora siamo soldati, perché questo serve per uscire da questa crisi senza precedenti.
Questo devo dire ai colleghi che mi chiamano sfiancati, spossati.
Nel Nord Italia non si contano più i medici e infermieri contagiati. In ospedale e fuori dall’ospedale.
Si lotta per potergli far fare un tampone, si lotta perché non vengano mandati a lavorare in assenza di sicurezza per loro e per i pazienti, si lotta per questi “benedetti” DPI. Ci sono realtà nel “civilissimo NORD” (e si apprezzi l’ironia) nelle quali sta mancando tutto.
E mancano uomini e donne. Perché chi sostituisce chi progressivamente si ammala?
Cerchiamo di aiutarci. Stamane una collega, una grande professionista come Ferraris Silvia si è offerta di aiutare gratuitamente i colleghi affetti da quella che diventerà per alcuni una vera e propria forma di “stress post-traumatico”. E posso capire che chi ancora passeggia e gioca nei parchi non veda con i nostri occhi.
Intanto le notizie dalla Cina sono promettenti. La loro crisi comincia a risolversi ed il loro aiuto, materiale, in arrivo. Un gemellaggio Italia-Cina essenziale in questo momento. E’ il loro “Piano Marshall”, la storia ripete se stessa, cambiano solo gli attori.
Forza colleghi (medici, infermieri, OSS) consoliamoci, settimana prossima sarà, inevitabilmente, più dura di questa.
E quando sarà finita molti di noi avranno stretto legami forti, indissolubili indipendentemente da ruoli e specializzazioni.
Molti di noi impareranno ad apprezzare le piccole cose, come il momento del caffè tutti insieme per iniziare la giornata, quel caffè, da lunedì sino a data da destinarsi, lo prenderemo ad 1 metro di distanza, con circospezione.
Giorno 14 di Marzo, tavola da surf pronta, arriva l’onda…
Copyright testo e fotografia dott. Sergio Maccio'
SOLDATI o MISSIONARI?
E’ difficile in questa silenziosa mattina di sabato di metà marzo riuscire a trovare una logica, un filo conduttore.
E’ stata una settimana difficile, una “Caporetto” dei sistemi sanitari nazionali (non solo quello italiano).
E come in tutte le disfatte militari ciò che conta sono i caduti sul campo, quando non hai più soldati chi resta in trincea?
Perché soldati siamo. Ce lo ripetono da giorni. In tutta Italia, al Nord soprattutto.
DI fronte alle preoccupazioni, ai timori, al carico psicologico e fisico da sopportare, la risposta è una: siete soldati.
Dunque medici e infermieri all’occorrenza e secondo il vento che tira sono oggi missionari (quante volte ci siamo sentiti dire negli 11 anni di blocco del contratto - cosa peraltro mai vista per nessuna altra categoria - che il nostro non era un mestiere ma una missione) domani soldati.
Temo cosa potrei sentirmi dire dopodomani.
Ma NON voglio sentire la parola EROI.
NO, non siamo eroi.
Siamo padri, madri, fratelli, sorelle, amici.
Abbiamo scelto nella vita di prenderci cura dell’altro e ne abbiamo fatto un MESTIERE. Un mestiere che va vissuto con etica, rigore, scienza e coscienza.
Per anni hanno tagliato posti letto oltre il lecito, oltre il buon senso in nome di calcoli fatti a tavolino da chi quaggiù, in trincea, non è mai sceso.
Per anni abbiamo ridotto il personale e non abbiamo formato abbastanza specialisti perché chi ha avuto in mano il timone della sanità sedeva dietro eleganti scrivanie e non si cambiava con noi alla mattina.
Ed ora, dopo anni di tagli sconsiderati, ora siamo soldati, perché questo serve per uscire da questa crisi senza precedenti.
Questo devo dire ai colleghi che mi chiamano sfiancati, spossati.
Nel Nord Italia non si contano più i medici e infermieri contagiati. In ospedale e fuori dall’ospedale.
Si lotta per potergli far fare un tampone, si lotta perché non vengano mandati a lavorare in assenza di sicurezza per loro e per i pazienti, si lotta per questi “benedetti” DPI. Ci sono realtà nel “civilissimo NORD” (e si apprezzi l’ironia) nelle quali sta mancando tutto.
E mancano uomini e donne. Perché chi sostituisce chi progressivamente si ammala?
Cerchiamo di aiutarci. Stamane una collega, una grande professionista come Ferraris Silvia si è offerta di aiutare gratuitamente i colleghi affetti da quella che diventerà per alcuni una vera e propria forma di “stress post-traumatico”. E posso capire che chi ancora passeggia e gioca nei parchi non veda con i nostri occhi.
Intanto le notizie dalla Cina sono promettenti. La loro crisi comincia a risolversi ed il loro aiuto, materiale, in arrivo. Un gemellaggio Italia-Cina essenziale in questo momento. E’ il loro “Piano Marshall”, la storia ripete se stessa, cambiano solo gli attori.
Forza colleghi (medici, infermieri, OSS) consoliamoci, settimana prossima sarà, inevitabilmente, più dura di questa.
E quando sarà finita molti di noi avranno stretto legami forti, indissolubili indipendentemente da ruoli e specializzazioni.
Molti di noi impareranno ad apprezzare le piccole cose, come il momento del caffè tutti insieme per iniziare la giornata, quel caffè, da lunedì sino a data da destinarsi, lo prenderemo ad 1 metro di distanza, con circospezione.
Giorno 14 di Marzo, tavola da surf pronta, arriva l’onda…
Copyright testo e fotografia dott. Sergio Maccio'