Il racconto della giornata del 27 APRILE 2020.
Vercelli 28 APRILE 2020
DIARIO DI BORDO – 27 Aprile a.d.c. (Anno del Corona)
LA PRIMA COSA BELLA
Giornata di recupero, l’altro giorno.
Pulizie di primavera dentro casa e dentro noi stessi.
Il corona è entrato nelle nostre vite come un tornado che ha trascinato con sé polvere, detriti, foglie secche.
Ha sporcato tutto.
È ora di armarsi di scopa e paletta e cominciare, in vista dell’alta pressione in arrivo, a sistemare le nostre case fisiche e quelle spirituali.
È ora di pensare al dopo.
Avevamo già parlato della necessità di fare progetti, guardare oltre, essere “visionari” come ben sottolinea l’amico Maurizio Audone.
A fianco dei progetti c’è però qualcosa di più piccolo, banale se vogliamo, eppure sarà la prima cosa.
La prima cosa bella che faremo.
Ci abbiamo mai pensato?
Quando Conte o Cirio diranno << da domani si esce >>, quando il divieto di muoversi tra i comuni cadrà, quando saremo veramente liberi, cosa faremo? Quale sarà il primo gesto di libertà? Quale la prima cosa bella a cui penseremo?
Leggendo i post di molti amici o di semplici conoscenti, in questi giorni ho identificato alcune categorie semiserie che mi diverto a condividere con la compagnia del diario.
IL GODERECCIO
Più di due mesi di reclusione. Dopo i primi tentativi di cucina sull’onda di Masterchef ha optato per le consegne a domicilio ma l’impiattamento (per cause tecniche legate al trasporto) lo ha sempre deluso. Non vede l’ora di poter emulare lo chef Borghese. Ha già preparato il taccuino. Due minuti dopo la cessazione della zona rossa e quando consentiranno la ristorazione sarà al tavolo di un ristorante a valutare menù, location, servizio e costo. Ordinerà un menù di 8 portate che digerirà nella successiva settimana. Altamente consigliato successivo controllo quadro lipidico ed enzimi epatici.
IL FAMILIARE
La reclusione gli ha impedito contatti con genitori, figli, amante. Ha l’auto pronta, già accesa 24 ore su 24 per non perdere tempo. Davanti al cancello sventola la bandiera del “via” e ha installato un semaforo sul modello della Formula 1 collegato con la centrale operativa dell’Unità di Crisi. Allo scattare del verde bruciando sensi unici, semafori, rotonde e precedenze sarà a casa del familiare prescelto prima di tutti. Arrivato si renderà conto di non sapere che dire o raccontare dopo due mesi di clausura e tornerà a casa. Consigliata assicurazione auto di tipo “casco” e penna per firmare le multe.
IL VIAGGIATORE
Al viaggiatore non interessa correre da qualcuno o mescolarsi alla folla. Il viaggiatore è un eremita cui piace immergersi solitario nell’immensità della natura. Attende da due mesi con gli scarponi da neve indossati, occhiali da montagna (tanto proteggono anche dal corona) e bastoni. Ha indossato tutto il primo di marzo e non si è più cambiato. A maggio (o giugno), quando si troverà in montagna con clima estivo, per partito preso terrà tutto indosso. Consigliata flebo idratante per il colpo di calore garantito.
IL PASSIONALE
Chiuso nell’isolamento e nella quarantena con la sola compagnia di un vecchio pupazzo d’infanzia sente tremendamente la mancanza di contatto fisico. Da due mesi si esercita per essere pronto. Alla mezzanotte del primo giorno di libertà scenderà in strada e abbraccerà chiunque gli capiti a tiro: la signora anziana a passeggio col cane (abbraccerà anche il cane), il carabiniere di pattuglia (con conseguente denuncia per sospetta aggressione a pubblico ufficiale), il “godereccio” che torna a casa con sacchetto di avanzi del primo pasto di 8 portate (sacchetto che verrà inglobato nell’abbraccio). Consigliata terapia fisiatrica decontratturante.
IL COMPLOTTISTA
Ha letto post, sa tutto del virus creato in laboratorio, ha la profonda convinzione che l’isolamento di questi due mesi sia un artificio dei governi per controllare le masse. Non ci è cascato prima (ha continuato a uscire in barba ai decreti), non ci casca ora che danno il via libera. Quando tutti usciranno “a riveder le stelle” lui, furbo, si chiuderà in casa, perché ad andare controcorrente non si sbaglia mai. Consigliata iscrizione all’associazione “Terra Piatta”.
LO SCAPIGLIATO
Esteta del capello. Ha subito l’affronto della “ricrescita”. Ha perso il controllo della criniera. Non esce nemmeno sul balcone per paura di essere visto e se costretto indossa un sombrero messicano. Ha già prenotato il barbiere/parrucchiera e pagato in anticipo per sicurezza.
E voi? Quale sarà, seriamente, la prima “cosa bella” che farete?
La prima cosa bella che vorrei fare io è ripartire con le due conferenze “librarie” che avrei dovuto tenere nel mese di aprile se non fosse arrivato il corona.
Prima però un piccolo ma lunghissimo caffè al bar in compagnia di un amico speciale. Un semplice, indimenticabile, caffè.
Ricordando sempre di proteggere noi e proteggere gli altri. Sempre.
27 di Aprile …. La prima uscita non si scorda mai ….
COPYRIGHT E FOTO: dott. Sergio Maccio’
DIARIO DI BORDO – 27 Aprile a.d.c. (Anno del Corona)
LA PRIMA COSA BELLA
Giornata di recupero, l’altro giorno.
Pulizie di primavera dentro casa e dentro noi stessi.
Il corona è entrato nelle nostre vite come un tornado che ha trascinato con sé polvere, detriti, foglie secche.
Ha sporcato tutto.
È ora di armarsi di scopa e paletta e cominciare, in vista dell’alta pressione in arrivo, a sistemare le nostre case fisiche e quelle spirituali.
È ora di pensare al dopo.
Avevamo già parlato della necessità di fare progetti, guardare oltre, essere “visionari” come ben sottolinea l’amico Maurizio Audone.
A fianco dei progetti c’è però qualcosa di più piccolo, banale se vogliamo, eppure sarà la prima cosa.
La prima cosa bella che faremo.
Ci abbiamo mai pensato?
Quando Conte o Cirio diranno << da domani si esce >>, quando il divieto di muoversi tra i comuni cadrà, quando saremo veramente liberi, cosa faremo? Quale sarà il primo gesto di libertà? Quale la prima cosa bella a cui penseremo?
Leggendo i post di molti amici o di semplici conoscenti, in questi giorni ho identificato alcune categorie semiserie che mi diverto a condividere con la compagnia del diario.
IL GODERECCIO
Più di due mesi di reclusione. Dopo i primi tentativi di cucina sull’onda di Masterchef ha optato per le consegne a domicilio ma l’impiattamento (per cause tecniche legate al trasporto) lo ha sempre deluso. Non vede l’ora di poter emulare lo chef Borghese. Ha già preparato il taccuino. Due minuti dopo la cessazione della zona rossa e quando consentiranno la ristorazione sarà al tavolo di un ristorante a valutare menù, location, servizio e costo. Ordinerà un menù di 8 portate che digerirà nella successiva settimana. Altamente consigliato successivo controllo quadro lipidico ed enzimi epatici.
IL FAMILIARE
La reclusione gli ha impedito contatti con genitori, figli, amante. Ha l’auto pronta, già accesa 24 ore su 24 per non perdere tempo. Davanti al cancello sventola la bandiera del “via” e ha installato un semaforo sul modello della Formula 1 collegato con la centrale operativa dell’Unità di Crisi. Allo scattare del verde bruciando sensi unici, semafori, rotonde e precedenze sarà a casa del familiare prescelto prima di tutti. Arrivato si renderà conto di non sapere che dire o raccontare dopo due mesi di clausura e tornerà a casa. Consigliata assicurazione auto di tipo “casco” e penna per firmare le multe.
IL VIAGGIATORE
Al viaggiatore non interessa correre da qualcuno o mescolarsi alla folla. Il viaggiatore è un eremita cui piace immergersi solitario nell’immensità della natura. Attende da due mesi con gli scarponi da neve indossati, occhiali da montagna (tanto proteggono anche dal corona) e bastoni. Ha indossato tutto il primo di marzo e non si è più cambiato. A maggio (o giugno), quando si troverà in montagna con clima estivo, per partito preso terrà tutto indosso. Consigliata flebo idratante per il colpo di calore garantito.
IL PASSIONALE
Chiuso nell’isolamento e nella quarantena con la sola compagnia di un vecchio pupazzo d’infanzia sente tremendamente la mancanza di contatto fisico. Da due mesi si esercita per essere pronto. Alla mezzanotte del primo giorno di libertà scenderà in strada e abbraccerà chiunque gli capiti a tiro: la signora anziana a passeggio col cane (abbraccerà anche il cane), il carabiniere di pattuglia (con conseguente denuncia per sospetta aggressione a pubblico ufficiale), il “godereccio” che torna a casa con sacchetto di avanzi del primo pasto di 8 portate (sacchetto che verrà inglobato nell’abbraccio). Consigliata terapia fisiatrica decontratturante.
IL COMPLOTTISTA
Ha letto post, sa tutto del virus creato in laboratorio, ha la profonda convinzione che l’isolamento di questi due mesi sia un artificio dei governi per controllare le masse. Non ci è cascato prima (ha continuato a uscire in barba ai decreti), non ci casca ora che danno il via libera. Quando tutti usciranno “a riveder le stelle” lui, furbo, si chiuderà in casa, perché ad andare controcorrente non si sbaglia mai. Consigliata iscrizione all’associazione “Terra Piatta”.
LO SCAPIGLIATO
Esteta del capello. Ha subito l’affronto della “ricrescita”. Ha perso il controllo della criniera. Non esce nemmeno sul balcone per paura di essere visto e se costretto indossa un sombrero messicano. Ha già prenotato il barbiere/parrucchiera e pagato in anticipo per sicurezza.
E voi? Quale sarà, seriamente, la prima “cosa bella” che farete?
La prima cosa bella che vorrei fare io è ripartire con le due conferenze “librarie” che avrei dovuto tenere nel mese di aprile se non fosse arrivato il corona.
Prima però un piccolo ma lunghissimo caffè al bar in compagnia di un amico speciale. Un semplice, indimenticabile, caffè.
Ricordando sempre di proteggere noi e proteggere gli altri. Sempre.
27 di Aprile …. La prima uscita non si scorda mai ….
COPYRIGHT E FOTO: dott. Sergio Maccio’