Manteniamo le distanze!
Nel campo della comunicazione ed in particolare della comunicazione non verbale o corporea, la prossemica permette di comunicare agli altri molto di noi attraverso l’indicazione della distanza spaziale tra noi stessi e gli altri.
Fisicamente i nostri confini sono definiti dalla pelle o, tuttalpiù dai vestiti che indossiamo.
Diversamente dal punto di vista psicologico i nostri confini sono rappresentati da una bolla che ci contiene e espandendosi o restringendosi permette di regolare i nostri rapporti con gli altri.
Noi regoliamo la dimensione della bolla in modo pressoché automatico e non consapevole, in funzione di quale tipo o intensità di rapporto vogliamo instaurare.
Nelle relazioni quotidiane le distanze che stabiliamo indicano con precisione la nostra situazione sociale, il nostro sesso, il nostro disagio o la nostra soddisfazione e, in generale il tipo di rapporto che stiamo intrattenendo.
In termini estremamente generali la distanza interpersonale si riduce quanto più sono presenti somiglianze, anche in campo molto diverso; una età simile, uno status sociale, economico e culturale simile portano a ridurre, spesso in modo inconscio la distanza.
Classificazione delle distanze personali.
Cosa determina l'entità dello spazio che manteniamo fra noi e gli altri?
La distanza deve svolgere due funzioni: da un lato deve proteggerci dagli altri e dall'altro deve permetterci una adatta tipologia di comunicazione.
Per primo l'antropologo Edward T. Hall ha introdotto una classificazione degli spazi personali, tuttora valida, che prevede quattro zone: intima, personale, sociale e pubblica.
Tipo di zona e relazioni appropriate
a) Intima - Contatti intimi (fare l'amore, (O - 45 cm) confortare, accarezzare) e contatti praticati in sport come la lotta o il pugilato. L'odore e il calore sono gli input sensoriali dominanti. Il modo primario di comunicare passa dalle vocalizzazioni al toccarsi.
b) Personale - Contatti fra amici e interazioni (45 — 120 cm) quotidiane con persone che si conoscono. Minore importanza per odore e calore rispetto alla distanza intima. La vista diventa il canale sensoriale dominante. La comunicazione avviene prevalentemente in modo verbale e non con il tatto.
c) Sociale - Contatti impersonali, con perso- (1.2 — 3.5 m) ne che non si conoscono o per affari. Odore e calore sono input minimi. Le informazioni date dai canali visivi sono meno dettagliate rispetto alla distanza personale. Le comunicazioni avvengono vocalmente ad un normale livello di voce. Non è possibile toccarsi.
d) Pubblica - Contatti formali fra un individuo (più di 3.5 m) (ad esempio un attore o un politico) e il pubblico. Odore e calore assenti. L'input visivo non è dettagliato. Comportamenti non verbali esagerati per migliorare e integrare la comunicazione verbale.
Un discorso a parte, però, merita il livello di attrazione reciproca. Se fra una femmina e un maschio che interagiscono c'è una reciproca attrazione, di solito fra i due si verifica anche un progressivo avvicinamento.
In coppie di amici dello stesso sesso si registra un altro fenomeno interessante. Mentre nelle femmine la vicinanza è proporzionale al grado di attrazione reciproca, ovvero più ci si piace, più si sta vicine, nel caso dei maschi il grado di amicizia non lo si può misurare con la distanza. Essi infatti interagiscono a distanze maggiori rispetto alle femmine e non scendono mai al di sotto di una certa soglia, come invece fanno queste ultime. Allo stesso modo, mentre è possibile e considerato del tutto normale vedere delle amiche che si tengono per mano o a braccetto mentre camminano per strada, due maschi che si comportassero in questa maniera verrebbero immediatamente tacciati di omosessualità.
In coppie miste la distanza è un buon indice della "profondità" della relazione. Maggiore è il grado d'intimità raggiunto, minori sono le distanze mantenute.
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