La funzione sociale di un gesto antichissimo.
Novara, 22 febbraio 2018
L'uomo è una creatura che vive per soddisfare i propri bisogni. Tale necessità è talmente radicata nell'essere umano, da costringerlo a scendere a patti con gli altri, per instaurare forme di scambi.
Il baratto, il commercio ed infine le convenzioni sono tutti esempi di soluzioni che nell'arco della storia, hanno collaborato a rispondere a questa esigenza.
Questa pratica molto antica di cui si ha traccia persino dalla preistoria, può essere considerata come il primo tentativo umano di dare un valore alla realtà circostante.Tutto in natura può essere scambiato reciprocamente.
La vita umana o un fiore molto bello, secondo questa pratica, potevano trovare grazie ad un accordo, uno scambio.
Il baratto, infatti era l'unica tecnica scoperta dall'homo faber, per potersi impadronire della bellezza dell'ambiente.
Tramite il controllo esercitato dalle sue stesse capacità, l'uomo poteva fare proprio ogni singolo aspetto della vita.
Con il tempo questa rudimentale forma di commercio, ha raffinato le sue regole sino ad arrivare a quello che conosciamo oggi. Tutte queste tecniche di compra-vendita hanno come paradigma comune, l'accordo.
In diritto non a caso si parla di sinallagma. Questa voce giuridica è la perfetta rappresentazione di patto.
Due parole infatti compongono il lemma. La prima è una preposizione (con- σύν) e l'altra (ἀλλάσσω- prendere o dare in cambio).
Senza una vera e propria forma di accordo, il contratto non sarebbe possibile.
Questo termine, la cui etimologia greca, farebbe presupporre un concetto di scambio vicendevole, in verità è fermamente basato su dei protocolli comportamentali rigidi, per tutelare la buona fede.
Il concetto di dovere è importantissimo per l'essere umano tanto da
sviluppare una molteplicità di significati, teorie etiche e di gesti, come quello di stringere la mano alle persone.
Questa azione, se ci riflettiamo, è l'unica in grado di incarnare l'idea di patto sia da un punto di vista commerciale che sociale.
In entrambe le circostanze, l'accordo per prendere vita, necessita di un compromesso, come due mani che si stringono.
Non a caso nei contratti dei commercianti o dei mediatori di grano, di bestiame o, perché no, di capanne, data l'incapacità di scrivere, si usava proprio una stretta di mano o un bacio o uno sputo propiziatorio per concludere l'accordo.
Con il tempo, la stretta di mano ha assunto anche altri significati come quella di un'obbligazione civile.
Con l'avvento del Medioevo, a causa della servitù, le persone potevano essere considerate merce di scambio.
In questo caso, il saluto non faceva altro che assumere la valenza di “Servo tuo”, proprio a dimostrare la propria deferenza verso chi si salutava.
Questa locuzione, nata sotto la Repubblica di Venezia, venne poi abbreviata in s-ciao e da questo si arrivò al ciao in uso tuttora, con un significato però diverso da quello di obbligazione, ma più confidenziale e non ossequioso.
Quando saluti una persona qualcosa di istituzionale prende vita.
Scambiarsi questo gesto in montagna, ad esempio, indica una predisposizione d'animo a prestare soccorso nel caso serva o ad ignorare le leggi territoriali che animano spesso la mente umana durante un incontro fortuito.
Una volta l'uomo metteva letteralmente la propria sicurezza nelle mani dell'umanità.
Questo pensiero, con la modernità è venuto meno.
Oggi muoviamo velocemente le mani per far vedere all’altro che sono libere da armi.
Forse in cuor nostro, mentre muoviamo le mani per dire che siamo disarmati, sorridiamo per ricordare che non lo siamo del tutto!!
Copyright Dott.ssa Debora De Porcellinis
L'uomo è una creatura che vive per soddisfare i propri bisogni. Tale necessità è talmente radicata nell'essere umano, da costringerlo a scendere a patti con gli altri, per instaurare forme di scambi.
Il baratto, il commercio ed infine le convenzioni sono tutti esempi di soluzioni che nell'arco della storia, hanno collaborato a rispondere a questa esigenza.
Questa pratica molto antica di cui si ha traccia persino dalla preistoria, può essere considerata come il primo tentativo umano di dare un valore alla realtà circostante.Tutto in natura può essere scambiato reciprocamente.
La vita umana o un fiore molto bello, secondo questa pratica, potevano trovare grazie ad un accordo, uno scambio.
Il baratto, infatti era l'unica tecnica scoperta dall'homo faber, per potersi impadronire della bellezza dell'ambiente.
Tramite il controllo esercitato dalle sue stesse capacità, l'uomo poteva fare proprio ogni singolo aspetto della vita.
Con il tempo questa rudimentale forma di commercio, ha raffinato le sue regole sino ad arrivare a quello che conosciamo oggi. Tutte queste tecniche di compra-vendita hanno come paradigma comune, l'accordo.
In diritto non a caso si parla di sinallagma. Questa voce giuridica è la perfetta rappresentazione di patto.
Due parole infatti compongono il lemma. La prima è una preposizione (con- σύν) e l'altra (ἀλλάσσω- prendere o dare in cambio).
Senza una vera e propria forma di accordo, il contratto non sarebbe possibile.
Questo termine, la cui etimologia greca, farebbe presupporre un concetto di scambio vicendevole, in verità è fermamente basato su dei protocolli comportamentali rigidi, per tutelare la buona fede.
Il concetto di dovere è importantissimo per l'essere umano tanto da
sviluppare una molteplicità di significati, teorie etiche e di gesti, come quello di stringere la mano alle persone.
Questa azione, se ci riflettiamo, è l'unica in grado di incarnare l'idea di patto sia da un punto di vista commerciale che sociale.
In entrambe le circostanze, l'accordo per prendere vita, necessita di un compromesso, come due mani che si stringono.
Non a caso nei contratti dei commercianti o dei mediatori di grano, di bestiame o, perché no, di capanne, data l'incapacità di scrivere, si usava proprio una stretta di mano o un bacio o uno sputo propiziatorio per concludere l'accordo.
Con il tempo, la stretta di mano ha assunto anche altri significati come quella di un'obbligazione civile.
Con l'avvento del Medioevo, a causa della servitù, le persone potevano essere considerate merce di scambio.
In questo caso, il saluto non faceva altro che assumere la valenza di “Servo tuo”, proprio a dimostrare la propria deferenza verso chi si salutava.
Questa locuzione, nata sotto la Repubblica di Venezia, venne poi abbreviata in s-ciao e da questo si arrivò al ciao in uso tuttora, con un significato però diverso da quello di obbligazione, ma più confidenziale e non ossequioso.
Quando saluti una persona qualcosa di istituzionale prende vita.
Scambiarsi questo gesto in montagna, ad esempio, indica una predisposizione d'animo a prestare soccorso nel caso serva o ad ignorare le leggi territoriali che animano spesso la mente umana durante un incontro fortuito.
Una volta l'uomo metteva letteralmente la propria sicurezza nelle mani dell'umanità.
Questo pensiero, con la modernità è venuto meno.
Oggi muoviamo velocemente le mani per far vedere all’altro che sono libere da armi.
Forse in cuor nostro, mentre muoviamo le mani per dire che siamo disarmati, sorridiamo per ricordare che non lo siamo del tutto!!
Copyright Dott.ssa Debora De Porcellinis