Per violazioni alla normativa ambientale
A seguito di accertamenti eseguiti dai Carabinieri Forestali del N.I.P.A.A.F. di Milano e Lodi è emersa la sussistenza di un quadro indiziario relativo ad una serie di violazioni alla normativa ambientale, che sarebbero state realizzate da una società operante nel settore dello smaltimento e riciclaggio dei rifiuti per il mancato rispetto delle norme di settore relative alla produzione delle materie prime secondarie e per l’assenza delle previste garanzie finanziarie.
Contestualmente, è stato dato corso di esecuzione al sequestro del cantiere del nuovo tratto della tangenziale di Novara al fine di verificarne la condizione ambientale e strutturale.
In relazione alle indagini sui lavori di prolungamento della Tangenziale di Novara che hanno portato al sequestro del cantiere, Anas, individuata quale parte lesa, esprime piena fiducia nell’operato della Magistratura e sta fornendo tutta la necessaria collaborazione alle Autorità inquirenti, oltre a garantire, su disposizione della stessa Magistratura, la custodia giudiziaria delle aree di cantiere.
In particolare, dalle risultanze investigative è emerso che, presso l’impianto di recupero rifiuti oggi sottoposto a sequestro, venivano effettuate operazioni illegali di trattamento dei rifiuti terrosi e da demolizione.. Sono state quantificate circa 250 mila tonnellate di rifiuti speciali, stoccate all’interno del sito sequestrato in violazione della legislazione ambientale vigente.
L’illecito profitto derivante dal traffico di rifiuti stoccati all’interno dell’impianto, sottoposto a sequestro, è stato quantificato in circa 3,8 milioni di euro.
Lo sviluppo delle attività investigative, co-delegate ai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, ha fatto emergere che una parte consistente di tali rifiuti sarebbe stata destinata ad una società consortile, costituita per eseguire i lavori affidati da un ente pubblico ad un’associazione temporanea di imprese, per la realizzazione della strada di interconnessione tra la S.S. 32 Ticinese e la tangenziale di Novara, oggi ancora in fase di realizzazione.
La frode nelle pubbliche forniture e la truffa aggravata ai danni dello Stato – secondo l’ipotesi investigativa – hanno consentito illeciti profitti pari a circa 4,2 milioni di euro. Per i fatti descritti sono indagate a diverso titolo sette persone, tutti cittadini italiani residenti in Lombardia e Piemonte.
Precisano dalla Procura di Milano "Si evidenzia - - che il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna. Parimenti, ai sensi del D.lgs. n. 188/2021, si ritiene sussistente l’interesse pubblico all’informazione, con particolare riferimento al contrasto dei reati ambientali, contro la Pubblica Amministrazione e contro il patrimonio".
DP