Il Comitato per Pernate chiede il sostegno della popolazione per contrastare la costruzione dei futuri capannoni
Il Comitato per Pernate assolutamente non accetta la logistica e il progetto del nuovo insediamento previsto nella frazione novarese tra un anno e mette in piedi un presidio sotto il Municipio, programmato ad oltranza, ogni sabato, «fino a quando l’Amministrazione non tornerà sui propri passi».
Il nuovo polo logistico di Novara Ecologistica sorgerà tra il casello autostradale di Novara Est e il centro abitato di Pernate nonostante le «battaglie» da parte di residenti e associazioni ambientaliste per «scongiurarne» la realizzazione. La Giunta ha approvato il Piano strategico di sviluppo industriale redatto da Cim e dalla società Develog 4 Srl.
Sarà utilizzata una superficie di oltre 1 milione di metri quadri di cui 247mila coperti da quattro capannoni e 32mila da specchi d’acqua circondati da 2.758 piante e 9.727 arbusti.
Le motivazioni del Comitato
I residenti sono scettici, e parlano (male) degli specchi d’acqua: «Sono bacini di raccolta a cielo aperto dove vengono convogliate le acque di piazzale e di prima pioggia per essere disperse. Per alcuni mesi l’anno ipotizziamo che siano in secca melmosa e in altri pieni, pronti a offrire un soggiorno sicuro a nutrie e altri animali nocivi, il tutto a meno di cento metri dalle abitazioni di Pernate. Secondo il piano, l’inserimento delle macchine su rotaia porterà a un incremento della movimentazione merci superiore dell’80% e di conseguenza si renderà indispensabile la realizzazione di un parcheggio d’interscambio.
«La provincia di Novara sta per diventare il più grande ecomostro d’Italia e la frazione di Pernate l’agnello sacrificale su questo presunto sviluppo».
«Non hanno idea di quello che fanno, nella migliore delle ipotesi - continuano Carlo Ferro, Claudio Ferro, Renzo Pizzo, Paolo Manenti, Oscar Bernardinello, Massimo Zappa - Creare un centro logistico delle dimensioni complessive di 80 ettari a meno di 80 metri da un paese più piccolo dello stesso centro (77 ettari) è una scelta inconcepibile che segnerà inesorabilmente il destino della nostra frazione. Una comunità che viene condannata a morte per lasciare posto a capannoni che sostituiranno completamente l’attuale visuale delle montagne con un muro in cemento di un km colorato forse di verde».
«Credo - ha detto Paolo Manenti che questo sia l’unico caso in cui uno scalo merci viene realizzato a fianco di una zona residenziale. Noi non riteniamo di tacere e chiediamo l’aiuto di tutti. Siamo convinti che non tutti i novaresi siano consapevoli di quello che accadrà».
DP