Giovanissima adepta rompe il muro di silenzio e fa scoprire l’esistenza di una setta.
Ancora una volta siamo costretti – dai fatti di cronaca – a parlare di violenza sulle donne…
Violenza non sono solo stupro o botte, è anche la sottomissione, la coercizione portata ai limiti estremi, come succedeva in una setta che aveva base a Novara , ma aveva “satelliti” anche a Milano, Genova e Pavia.
Della setta facevano parte donne e bambini che si sottomettevano (quanto volontariamente è ancora tutto da accertare) ai voleri del capo, un uomo di 77 anni.
In pratica, si trattava di vere e proprie schiave al servizio dell’uomo che si comportava esattamente come un padrone.
La setta - che era operativa da 30 anni!!!!!- è stata scoperta – grazie alla testimonianza di una quasi adolescente che ha raccontato « decide tutto, decide chi puoi frequentare, dove puoi lavorare. Lui sceglie quali ragazze devono farlo divertire. Lui sceglie se puoi o non puoi frequentare i nostri "luoghi fatati". Lui è Lui . Noi lo chiamiamo "Lui" o "il Dottore", perché non possiamo nominare il suo nome, non ci è concesso».
Il nome della setta era “ delle bestie” e il “Dottore” per raggiungere i propri scopi, veniva aiutato da alcune sue strette collaboratrici : alcune erano psicologhe, altre operavano in due scuole di danza , in una scuola di “Spada Celtica”, in diverse erboristerie, in una bottega di artigianato, e in una casa editrice…… tutti posti in cui riuscivano a reclutare le vittime da introdurre attraverso pratiche sessuali, spesso estreme e dolorose, nel mondo segreto della setta.
Come in qualsiasi altra setta le giovani donne venivano indotte a sottostare alle volontà del ” Dottore” , e a tagliare qualsiasi rapporto con la propria famiglia in modo da non avere più alcun punto di riferimento che non fosse la setta che provvedeva a loro sia dal punto di vista morale che economico.
Il “Dottore” infatti decideva se e quali studi le giovani dovevano fare e il lavoro da svolgere era sempre presso le attività legate all'organizzazione .
Finalmente, dopo due anni di indagini capillari nelle prime ore di domenica 19 luglio la Squadra Mobile di Novara e il Servizio Centrale Operativo con la partecipazione del personale delle Squadre Mobili di Torino, Milano, Genova, Pavia, Alessandria, Asti, Biella, Vercelli, Verbania e Aosta, nonché da equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine di Milano e Torino sono riuscite a
Gli indiziati sono ritenuti responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù e alla commissione di numerosi e gravi reati in ambito sessuale, anche a danno di minori.
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