Novara 21 Marzo 2021
La città di Torino è ricca di monumenti e statue dedicati a personaggi storici o a simboli del nostro passato che vale la pena di vedere.
Nella città dei Savoia, è la famiglia regnante a essere il soggetto principale di statue e monumenti.
Nel cuore di Torino, in Piazza San Carlo c’ è il “Caval ëd Bronz”, com’è chiamato dai piemontesi il monumento equestre a Emanuele Filiberto di Savoia, opera di Carlo Marochetti, uno dei simboli della città.
Ritrae Emanuele Filiberto che rimette la spada nella guaina dopo la vittoria nella Battaglia di San Quintino, rappresentata in uno dei sottostanti bassorilievi. Il monumento fu fuso a Parigi ed esposto per due mesi nel cortile del Museo del Louvre prima di essere trasportato a Torino e inaugurato il 4 novembre 1838.
Poco lontano, in Piazza Carlo Alberto, situata sul retro di Palazzo Carignano c’è posizionato al centro un altro imponente monumento equestre dedicato al re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia, figlio di Carlo Emanuele di Savoia-Carignano.
Sempre di Carlo Marochetti, la statua equestre è posta su una base dove sono poste quattro figure allegoriche femminili (martirio, libertà, eguaglianza civile e dello Statuto), quattro soldati rappresentanti i corpi della Regia Armata Sarda (Artiglieria, Cavalleria, Granatieri e Bersaglieri) e quattro bassorilievi che rappresentano la battaglia di Goito, la battaglia di Santa Lucia, l’abdicazione e la morte a Oporto di Carlo Alberto.
In Piazza Castello quasi addossato al retro di Palazzo Madama, si ammira il colossale monumento al Duca d’Aosta, un gruppo scultoreo in bronzo che venne inaugurato dal re Vittorio Emanuele III il 4 luglio 1937. Consiste di una grande piattaforma rettangolare larga 33,9 m sulla quale appoggia un basamento raffigurante una trincea espugnata larga 28 m; al centro è posta una base alta 1,5 m sulla quale è collocata la statua del Duca d’Aosta alta 4,5 m e fusa con il bronzo di quattro cannoni nemici. I
ll Duca è raffigurato in piedi, con i pugni serrati, ritto al centro della trincea e ai due lati estremi si trovano due capisaldi cubici alti 4 m intorno ai quali sono raccolte otto figure di fanti alte 2,5 m.
Sempre in Piazza Castello, di fronte a Palazzo Madama, c’è un altro significativo monumento: l’Alfiere dell’Esercito sardo con sciabola sguainata e tricolore, opera in marmo bianco del celebre scultore ticinese Vincenzo Vela che fu offerta dai milanesi nel 1857 per il sostegno contro gli austriaci.
La statua, inaugurata solo il 10 aprile 1859, venne, però, coperta con una lastra di marmo nero fino alla mattina dell’8 giugno 1859, quando le truppe franco-piemontesi riuscirono a entrare trionfalmente a Milano dopo le vittorie di Palestro e Magenta.
Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, ha un monumento tra il corso omonimo e corso Galileo Ferraris voluto e pagato dal figlio Umberto I.
I torinesi lo chiamano “Barba Vigiu” o “il Re sui tetti” perché la statua, che volge con sprezzo le spalle alla Francia, è posizionata su alte colonne doriche alla cui base sono posti dei gruppi scultorei che rappresentano l’Unità, la Fratellanza, il Lavoro e la Libertà.
Ovviamente Torino ha omaggiato con un monumento anche Camillo Benso conte di Cavour. L’opera dedicata al primo ministro fautore dell’Unità italiana fu innalzato dodici anni dopo la sua morte, nel 1873, su progetto dello scultore senese Giovanni Duprè, in Piazza Carlo Emanuele II, familiarmente chiamata dai torinesi “Piazza Carlina”.
Su corso Cairoli, in asse a via dei Mille si trova anche un monumento a Giuseppe Garibaldi, eseguito da Odoardo Tabacchi mentre sullo spiazzo di via Andrea Doria c’è il monumento a Giuseppe Mazzini, opera di Luigi Belli, collocato nel 1917
Infine, al Boschetto dei Giardini Reali è posta un’opera moderna e suggestiva: Pietre Preziose dell’artista Giulio Paolini opera realizzata con i marmi originali, danneggiati dal fuoco, della Cappella della Santa Sindone.
COPYRIGHT DP
Foto tratta dalla pagina FB di Torino
La città di Torino è ricca di monumenti e statue dedicati a personaggi storici o a simboli del nostro passato che vale la pena di vedere.
Nella città dei Savoia, è la famiglia regnante a essere il soggetto principale di statue e monumenti.
Nel cuore di Torino, in Piazza San Carlo c’ è il “Caval ëd Bronz”, com’è chiamato dai piemontesi il monumento equestre a Emanuele Filiberto di Savoia, opera di Carlo Marochetti, uno dei simboli della città.
Ritrae Emanuele Filiberto che rimette la spada nella guaina dopo la vittoria nella Battaglia di San Quintino, rappresentata in uno dei sottostanti bassorilievi. Il monumento fu fuso a Parigi ed esposto per due mesi nel cortile del Museo del Louvre prima di essere trasportato a Torino e inaugurato il 4 novembre 1838.
Poco lontano, in Piazza Carlo Alberto, situata sul retro di Palazzo Carignano c’è posizionato al centro un altro imponente monumento equestre dedicato al re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia, figlio di Carlo Emanuele di Savoia-Carignano.
Sempre di Carlo Marochetti, la statua equestre è posta su una base dove sono poste quattro figure allegoriche femminili (martirio, libertà, eguaglianza civile e dello Statuto), quattro soldati rappresentanti i corpi della Regia Armata Sarda (Artiglieria, Cavalleria, Granatieri e Bersaglieri) e quattro bassorilievi che rappresentano la battaglia di Goito, la battaglia di Santa Lucia, l’abdicazione e la morte a Oporto di Carlo Alberto.
In Piazza Castello quasi addossato al retro di Palazzo Madama, si ammira il colossale monumento al Duca d’Aosta, un gruppo scultoreo in bronzo che venne inaugurato dal re Vittorio Emanuele III il 4 luglio 1937. Consiste di una grande piattaforma rettangolare larga 33,9 m sulla quale appoggia un basamento raffigurante una trincea espugnata larga 28 m; al centro è posta una base alta 1,5 m sulla quale è collocata la statua del Duca d’Aosta alta 4,5 m e fusa con il bronzo di quattro cannoni nemici. I
ll Duca è raffigurato in piedi, con i pugni serrati, ritto al centro della trincea e ai due lati estremi si trovano due capisaldi cubici alti 4 m intorno ai quali sono raccolte otto figure di fanti alte 2,5 m.
Sempre in Piazza Castello, di fronte a Palazzo Madama, c’è un altro significativo monumento: l’Alfiere dell’Esercito sardo con sciabola sguainata e tricolore, opera in marmo bianco del celebre scultore ticinese Vincenzo Vela che fu offerta dai milanesi nel 1857 per il sostegno contro gli austriaci.
La statua, inaugurata solo il 10 aprile 1859, venne, però, coperta con una lastra di marmo nero fino alla mattina dell’8 giugno 1859, quando le truppe franco-piemontesi riuscirono a entrare trionfalmente a Milano dopo le vittorie di Palestro e Magenta.
Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, ha un monumento tra il corso omonimo e corso Galileo Ferraris voluto e pagato dal figlio Umberto I.
I torinesi lo chiamano “Barba Vigiu” o “il Re sui tetti” perché la statua, che volge con sprezzo le spalle alla Francia, è posizionata su alte colonne doriche alla cui base sono posti dei gruppi scultorei che rappresentano l’Unità, la Fratellanza, il Lavoro e la Libertà.
Ovviamente Torino ha omaggiato con un monumento anche Camillo Benso conte di Cavour. L’opera dedicata al primo ministro fautore dell’Unità italiana fu innalzato dodici anni dopo la sua morte, nel 1873, su progetto dello scultore senese Giovanni Duprè, in Piazza Carlo Emanuele II, familiarmente chiamata dai torinesi “Piazza Carlina”.
Su corso Cairoli, in asse a via dei Mille si trova anche un monumento a Giuseppe Garibaldi, eseguito da Odoardo Tabacchi mentre sullo spiazzo di via Andrea Doria c’è il monumento a Giuseppe Mazzini, opera di Luigi Belli, collocato nel 1917
Infine, al Boschetto dei Giardini Reali è posta un’opera moderna e suggestiva: Pietre Preziose dell’artista Giulio Paolini opera realizzata con i marmi originali, danneggiati dal fuoco, della Cappella della Santa Sindone.
COPYRIGHT DP
Foto tratta dalla pagina FB di Torino