L' analisi tecnica, con le specifiche motivazioni, effettuata dalle dieci associazioni del nostro territorio con cui giudicano negativamente la scelta del progetto per Agognate.
Vi proponiamo l'analisi tecnica, con le specifiche motivazioni, effettuata dalle dieci associazioni CARP Novara Onlus, Comitato per Pernate, Delegazione FAI di Novara, Italia Nostra-Novara, Pro Natura- Novara, Unione Tutela Consumatori- Novara, Vivinovara, Associazione Ernesto Ragazzoni - Orta, Burchvif - Borgolavezza, Comitato DNT- Carpignano Sesia, che operano e sono impegnate nella difesa del nostro territorio, con cui hanno giudicato negativamente la scelta del progetto per Agognate.
Le dieci associazioni hanno scritto alla nostra Redazione spiegando il proprio punto di vista, con l'obiettivo di fornire un contributo concreto e costruttivo al dibattito in corso sulla delicata tematica di Agognare e motivano con le seguenti argomentazioni "Perché sia una scelta contraria al buon senso e che:
a) utilizza un’area agricola a fronte di:
a.1) un PRGC che ha già previsto un consumo di suolo (aree agricole) per 20 milioni di mq. rispetto alle aree attualmente urbanizzate;
a.2) 6 milioni di mq. di aree libere a destinazione produttiva immediatamente utilizzabili nel territorio del Comune di Novara e dei Comuni confinati (San Pietro Mosezzo, Casalino, Cameri, Galliate, Romentino, e Trecate);
a.3) numerose aree dismesse e capannoni vuoti
b) ignora o finge di ignorare:
b.1) le indicazioni del Piano Paesistico Regionale del 04.08.2009 che classifica il sito di Agognate come “area di elevato interesse agronomico”.
b.2) il divieto della Legge Urbanistica Regionale n. 57/77 e s.m.i. di destinare ad usi extra agricoli i suoli utilizzati per colture specializzate, irrigue e quelli ad elevata produttività (come i terreni di Agognate).
b.3) le raccomandazioni del Piano Territoriale Regionale che:
b.3.1) indica, per l’ambito di Novara ed anche con specifico riferimento alle aree industriali, la necessità di limitare lo sprawl periurbano, le rendite di attesa immobiliari di tipo puramente speculativo e il consumo di suolo agrario, privilegiando il riuso ed il recupero delle vecchie aree dismesse;
b.3.2) chiede ai Comuni di contenere il consumo di suolo entro il 3%; di prevedere adeguate aree di compensazione ambientale; di prevedere nuovi impegni di suolo solo quando sia dimostrata l' inesistenza di alternative e quando sia dimostrata l’effettiva domanda, previa valutazioni delle aree libere, del patrimonio edilizio esistente e non utilizzato e di quello sottoutilizzato e da recuperare;
b.3.3) chiede alla Provincia di razionalizzare l’offerta delle aree produttive promuovendo accordi territoriali finalizzati alla perequazione e di mettere in atto politiche ed azioni volte ad attrarre imprese innovative, ambientalmente sostenibili e capaci di promuovere occupazione qualificata, privilegiando le localizzazioni di nuove attività produttive collegate funzionalmente alla ricerca ed all’innovazione tecnologica dei processi produttivi.
c) è esattamente contraria a quanto deliberato dal Consiglio Comunale nel settembre 2012 per la “difesa del territorio naturale e la perennizzazione delle aree agricole;
d) contraddice l’accordo di programma stipulato in data 11.04.2006 dal Comune di Novara con la Provincia ed il Comune di San Pietro Mosezzo per lo sviluppo industriale nella zona ovest della città con la individuazione di un’area di circa 1 milione di mq. in territorio di San Pietro Mosezzo (a confine con il Comune di Novara e l’area di Agognate): un’area direttamente collegata la Casello di Agognate e sostanzialmente già urbanizzata;
e) non porta lavoro: la logistica è caratterizzata da grande occupazione di suolo, bassi livelli occupazionali e di basso profilo professionale, con un forte impatto ambientale: la città di Novara e la zona della bassa provincia verificano già condizioni limite per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico determinato da attività produttive e da traffico di persone e merci: PM10 e Ossidi di Azoto.
f) risponde esclusivamente alle attese speculative della proprietà.
Se può essere comprensibile che la proprietà tenti di “valorizzare” le sue aree (chiedere, di solito, non costa nulla) appare del tutto improprio che tale obiettivo venga proposto (ed accettato dall’Amministrazione Comunale) con un piano che appare chiaramente fondato su criteri e scelte ad esclusivo vantaggio delle proprietà proponenti ed a danno della comunità novarese.
Criteri o scelte che, singolarmente, possono anche essere giustificate come errori più o meno gravi, disattenzioni o sviste ma che, tutte insieme, individuano un preciso disegno finalizzato ad assicurare rilevanti vantaggi economici per la proprietà proponente, con la “vittima” (il Comune) che si danneggia da solo, facendo propria la proposta di Piano Particolareggiato con contestuale variante urbanistica.
Nello specifico dei criteri e delle scelte del Piano Intendiamo riferirci a:
- le modalità di calcolo del consumo di suolo al fine di rispettare il limite massimo di incremento del 3%.
Se, per consumo di suolo si intende, giustamente, la riduzione di superficie naturale agricola, appare del tutto evidente come, nel caso specifico, debbano essere computate tutte le aree di trasformazione, sia quelle destinate a “compensazione ambientale” che quelle utilizzate a scopo edificatorio: i lotti edificabili e le aree a standard di competenza degli insediamenti previsti, per complessivi, quindi, mq. 1.676.000.
Il Piano Particolareggiato, invece, nell’esclusivo interesse e beneficio delle proprietà delle aree, dichiara e riconosce in soli mq. 493.750 le superfici effettivamente impermeabilizzate e, quindi, computabili ai fini dell’incremento di consumo di suolo, al netto delle aree dell’ex cantiere TAV (ritenute compromesse per mq. 247.200) e delle aree a verde pubblico e verde privato di pertinenza degli insediamenti (per mq. 304.050).
Tale dichiarazione e riconoscimento consente, di fatto, alle proprietà VAILOG e CSSG di realizzare una Superficie coperta ed una capacità insediativa (calcolata, per altro, su 802.502 mq. corrispondenti alla superficie fondiaria del Piano) che è chiaramente molto maggiore di quanto consentito dal PTR nel rispetto dei limiti del 3% di incremento di consumo di suolo.
- la dichiarazione che le aree TAV sono compromesse e, quindi da escludere dal computo del consumo di suolo.
Le aree utilizzate da TAV per le attività di deposito e movimentazione del cantiere avrebbero dovuto, infatti, essere bonificate e restituite alla destinazione agricola.
Fermo restando che la bonifica risulta, comunque, indispensabile per qualsiasi futuro utilizzo dell’area, nel caso in cui la bonifica non sia stata realizzata, è indispensabile chiamare in causa le responsabilità di TAV e del Comune (che avrebbe dovuto verificare e collaudare i relativi lavori).
- le modalità di calcolo del plusvalore della variante urbanistica e della quota di competenza del Comune (al Comune di Novara, per espressa dichiarazione della proprietà, dovrebbe essere riconosciuto il 50% del plusvalore della variante urbanistica) determinati con criteri del tutto impropri:
a) partendo da un valore iniziale dell’area agricola (ed anche delle aree compromesse da TAV ?) di 14,50 €/mq. (a fronte di un valore massimo definito dalla Provincia per aree agricole a seminativo irriguo nella pianura risicola di € 4.07/mq.), e con un valore finale dell’area a destinazione produttiva di soli € 40,00 (a fronte di valori di mercato, rilevabili su internet, variabili da 50/60 €/mq. sino a € 80,00/mq,: vedasi offerta di Metropolis sas ing. Vicentini, presso l’incrocio della A4 con la A26).
b) con i criteri delle trasformazioni edilizie, scomputando, cioè, dal valore finale delle aree a destinazione produttiva:
b.1) i costi relativi alla opere di urbanizzazione per € 5.287.980,00,
b.2) le spese tecniche per € 500.000,00;
b.3) i costi per le opere di urbanizzazione secondaria per € 760.000,00;
b.4) gli oneri finanziari per € 440.000,00;
b.5) i costi per la realizzazione delle opere infrastrutturali esterne all’area e necessarie, per altro, al solo insediamento proposto, per € 5.200.000,00.
Fermo restando che per la variante urbanistica non sono previsti né necessari interventi economici da parte delle proprietà e che, quindi, appare davvero straordinaria la disinvoltura con la quale vengono messi in detrazione i valori sopra indicati, è addirittura stupefacente come detti valori siano proposti in detrazione per la seconda volta.
Gli articoli 8, 9 e 10 della bozza di convenzione relativa alle trasformazioni edilizie in attuazione delle previsioni del Piano Particolareggiato, se da un lato, infatti, impegnano i soggetti attuatori alla realizzazione delle opere di urbanizzazione interne ed esterne al Piano Particolareggiato, riconoscono, dall’altro, lo “scomputo dagli oneri di urbanizzazione dovuti in relazione ai permessi di costruire dell’importo”…. “relativo alla progettazione, costruzione e collaudo di tutte le opere di urbanizzazione”.
g) delega al privato e in deroga a tutti i Piani, le scelte localizzative edimprenditoriali e sostanzialmente nega ogni valore programmatorio alla pianificazione territoriale ed urbanistica ponendosi, in questo senso, come “pericoloso precedente”.
In questi ultimi giorni non l’Amministrazione Comunale ma il Signor Bertola, a seguito di alcuni rilievi delle organizzazione sindacali degli imprenditori e dei lavoratori, ha dapprima espresso la disponibilità ad ospitare, in Agognate, anche insediamenti produttivi manifatturieri; poi ha annunciato la riduzione del progetto del 40%; poi ha ancora sollecitato Sindaco, Assessori e Consiglio Comunale a “non perdere tempo” (Sindaco, Assessori e Consiglieri Comunali sono trattati, da Bertola, come suoi dipendenti); infine per voce del project manager, Giulio Della Torre, ha dichiarato che “l’insediamento proposto da Vailog ad Agognate s’inquadra in un disegno più ampio di sviluppo urbano” con il trasferimento ad Agognate dei Magazzini ex Cariplo e la riqualificazione delle rispettive aree nella zona di Sant’Agabio per 84.000 mq.
Una straordinaria “flessibilità” del progetto che sostanzialmente esprime un unico obiettivo: quello di portare a casa la variante urbanistica di Agognate. Dietro non c’è alcun contratto, né alcun interesse reale di operatori esterni, né alcuna prospettiva concreta di lavoro.
Vogliamo anche ricordare, soprattutto al Sindaco, che con la riduzione del 40% delle aree di Agognate, la toppa è peggio del buco. Fermo restando, infatti, che per gli operatori finali che intendono acquistare un immobile non cambia nulla, in termini economici, tra Agognate e San Pietro, la conferma delle aree di Agognate con la riduzione del 40% si caratterizza in maniera assolutamente evidente come variante ad personam e come operazione ad esclusivo vantaggio di un proprietario che sembra capace di fare l’imprenditore solo su aree di proprietà acquisite a destinazione agricola.
Ma tale tipo di attività si chiama rendita immobiliare di tipo speculativo.
Rendita di tipo speculativo che il Comune di Novara sembra, oltremodo, volere
favorire con le scelte di Piano e in nome del lavoro.
Se Bertola ha contatti e contratti con diversi operatori (Amazon, Mondadori, Giochi preziosi, ecc.) e/o se vuole trasferire i suoi ex Magazzini Cariplo per riqualificare la zona di Sant’Agabio, bene, anzi, benissimo.
Ha una grande occasione di fare l’imprenditore: acquisti le aree necessarie in Comune di San Pietro Mosezzo; costruisca, utilizzi e/o venda i capannoni ai suoi clienti; vada avanti sino a completare, se necessario, le aree di San Pietro, ancora oggi tutte libere.
Insomma, rinunci alla rendita speculativa e faccia l’imprenditore come fanno tutti gli imprenditori normali; e, soprattutto, rispetti il territorio ed i suoi abitanti.
“Il suolo è una risorsa ambientale non rinnovabile ed esauribile. Forse la risorsa più cruciale per la vita di ogni giorno; beviamo, respiriamo camminiamo, ammiriamo, ci salviamo grazie a ciò che il suolo, silenziosamente e sempre, fa per noi. Il suolo non cementificato ovviamente.
Ma il suolo è anche la risorsa in Italia meno protetta e più sprecata al punto che rischiamo di non averne a sufficienza per il futuro.
In soli 10 anni, dal 2000 al 2010, in Italia si sono consumati oltre 300.000 ettari di suoli prevalentemente agricoli. Occorre cambiare rotta: salvare il suolo che è rimasto.” (Paolo Pileri - 2013).
Copyright associazioni CARP Novara Onlus, Comitato per Pernate, Delegazione FAI di Novara, Italia Nostra-Novara, Pro Natura- Novara, Unione Tutela Consumatori- Novara, Vivinovara, Associazione Ernesto Ragazzoni - Orta, Burchvif - Borgolavezza, Comitato DNT- Carpignano Sesia
Le dieci associazioni hanno scritto alla nostra Redazione spiegando il proprio punto di vista, con l'obiettivo di fornire un contributo concreto e costruttivo al dibattito in corso sulla delicata tematica di Agognare e motivano con le seguenti argomentazioni "Perché sia una scelta contraria al buon senso e che:
a) utilizza un’area agricola a fronte di:
a.1) un PRGC che ha già previsto un consumo di suolo (aree agricole) per 20 milioni di mq. rispetto alle aree attualmente urbanizzate;
a.2) 6 milioni di mq. di aree libere a destinazione produttiva immediatamente utilizzabili nel territorio del Comune di Novara e dei Comuni confinati (San Pietro Mosezzo, Casalino, Cameri, Galliate, Romentino, e Trecate);
a.3) numerose aree dismesse e capannoni vuoti
b) ignora o finge di ignorare:
b.1) le indicazioni del Piano Paesistico Regionale del 04.08.2009 che classifica il sito di Agognate come “area di elevato interesse agronomico”.
b.2) il divieto della Legge Urbanistica Regionale n. 57/77 e s.m.i. di destinare ad usi extra agricoli i suoli utilizzati per colture specializzate, irrigue e quelli ad elevata produttività (come i terreni di Agognate).
b.3) le raccomandazioni del Piano Territoriale Regionale che:
b.3.1) indica, per l’ambito di Novara ed anche con specifico riferimento alle aree industriali, la necessità di limitare lo sprawl periurbano, le rendite di attesa immobiliari di tipo puramente speculativo e il consumo di suolo agrario, privilegiando il riuso ed il recupero delle vecchie aree dismesse;
b.3.2) chiede ai Comuni di contenere il consumo di suolo entro il 3%; di prevedere adeguate aree di compensazione ambientale; di prevedere nuovi impegni di suolo solo quando sia dimostrata l' inesistenza di alternative e quando sia dimostrata l’effettiva domanda, previa valutazioni delle aree libere, del patrimonio edilizio esistente e non utilizzato e di quello sottoutilizzato e da recuperare;
b.3.3) chiede alla Provincia di razionalizzare l’offerta delle aree produttive promuovendo accordi territoriali finalizzati alla perequazione e di mettere in atto politiche ed azioni volte ad attrarre imprese innovative, ambientalmente sostenibili e capaci di promuovere occupazione qualificata, privilegiando le localizzazioni di nuove attività produttive collegate funzionalmente alla ricerca ed all’innovazione tecnologica dei processi produttivi.
c) è esattamente contraria a quanto deliberato dal Consiglio Comunale nel settembre 2012 per la “difesa del territorio naturale e la perennizzazione delle aree agricole;
d) contraddice l’accordo di programma stipulato in data 11.04.2006 dal Comune di Novara con la Provincia ed il Comune di San Pietro Mosezzo per lo sviluppo industriale nella zona ovest della città con la individuazione di un’area di circa 1 milione di mq. in territorio di San Pietro Mosezzo (a confine con il Comune di Novara e l’area di Agognate): un’area direttamente collegata la Casello di Agognate e sostanzialmente già urbanizzata;
e) non porta lavoro: la logistica è caratterizzata da grande occupazione di suolo, bassi livelli occupazionali e di basso profilo professionale, con un forte impatto ambientale: la città di Novara e la zona della bassa provincia verificano già condizioni limite per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico determinato da attività produttive e da traffico di persone e merci: PM10 e Ossidi di Azoto.
f) risponde esclusivamente alle attese speculative della proprietà.
Se può essere comprensibile che la proprietà tenti di “valorizzare” le sue aree (chiedere, di solito, non costa nulla) appare del tutto improprio che tale obiettivo venga proposto (ed accettato dall’Amministrazione Comunale) con un piano che appare chiaramente fondato su criteri e scelte ad esclusivo vantaggio delle proprietà proponenti ed a danno della comunità novarese.
Criteri o scelte che, singolarmente, possono anche essere giustificate come errori più o meno gravi, disattenzioni o sviste ma che, tutte insieme, individuano un preciso disegno finalizzato ad assicurare rilevanti vantaggi economici per la proprietà proponente, con la “vittima” (il Comune) che si danneggia da solo, facendo propria la proposta di Piano Particolareggiato con contestuale variante urbanistica.
Nello specifico dei criteri e delle scelte del Piano Intendiamo riferirci a:
- le modalità di calcolo del consumo di suolo al fine di rispettare il limite massimo di incremento del 3%.
Se, per consumo di suolo si intende, giustamente, la riduzione di superficie naturale agricola, appare del tutto evidente come, nel caso specifico, debbano essere computate tutte le aree di trasformazione, sia quelle destinate a “compensazione ambientale” che quelle utilizzate a scopo edificatorio: i lotti edificabili e le aree a standard di competenza degli insediamenti previsti, per complessivi, quindi, mq. 1.676.000.
Il Piano Particolareggiato, invece, nell’esclusivo interesse e beneficio delle proprietà delle aree, dichiara e riconosce in soli mq. 493.750 le superfici effettivamente impermeabilizzate e, quindi, computabili ai fini dell’incremento di consumo di suolo, al netto delle aree dell’ex cantiere TAV (ritenute compromesse per mq. 247.200) e delle aree a verde pubblico e verde privato di pertinenza degli insediamenti (per mq. 304.050).
Tale dichiarazione e riconoscimento consente, di fatto, alle proprietà VAILOG e CSSG di realizzare una Superficie coperta ed una capacità insediativa (calcolata, per altro, su 802.502 mq. corrispondenti alla superficie fondiaria del Piano) che è chiaramente molto maggiore di quanto consentito dal PTR nel rispetto dei limiti del 3% di incremento di consumo di suolo.
- la dichiarazione che le aree TAV sono compromesse e, quindi da escludere dal computo del consumo di suolo.
Le aree utilizzate da TAV per le attività di deposito e movimentazione del cantiere avrebbero dovuto, infatti, essere bonificate e restituite alla destinazione agricola.
Fermo restando che la bonifica risulta, comunque, indispensabile per qualsiasi futuro utilizzo dell’area, nel caso in cui la bonifica non sia stata realizzata, è indispensabile chiamare in causa le responsabilità di TAV e del Comune (che avrebbe dovuto verificare e collaudare i relativi lavori).
- le modalità di calcolo del plusvalore della variante urbanistica e della quota di competenza del Comune (al Comune di Novara, per espressa dichiarazione della proprietà, dovrebbe essere riconosciuto il 50% del plusvalore della variante urbanistica) determinati con criteri del tutto impropri:
a) partendo da un valore iniziale dell’area agricola (ed anche delle aree compromesse da TAV ?) di 14,50 €/mq. (a fronte di un valore massimo definito dalla Provincia per aree agricole a seminativo irriguo nella pianura risicola di € 4.07/mq.), e con un valore finale dell’area a destinazione produttiva di soli € 40,00 (a fronte di valori di mercato, rilevabili su internet, variabili da 50/60 €/mq. sino a € 80,00/mq,: vedasi offerta di Metropolis sas ing. Vicentini, presso l’incrocio della A4 con la A26).
b) con i criteri delle trasformazioni edilizie, scomputando, cioè, dal valore finale delle aree a destinazione produttiva:
b.1) i costi relativi alla opere di urbanizzazione per € 5.287.980,00,
b.2) le spese tecniche per € 500.000,00;
b.3) i costi per le opere di urbanizzazione secondaria per € 760.000,00;
b.4) gli oneri finanziari per € 440.000,00;
b.5) i costi per la realizzazione delle opere infrastrutturali esterne all’area e necessarie, per altro, al solo insediamento proposto, per € 5.200.000,00.
Fermo restando che per la variante urbanistica non sono previsti né necessari interventi economici da parte delle proprietà e che, quindi, appare davvero straordinaria la disinvoltura con la quale vengono messi in detrazione i valori sopra indicati, è addirittura stupefacente come detti valori siano proposti in detrazione per la seconda volta.
Gli articoli 8, 9 e 10 della bozza di convenzione relativa alle trasformazioni edilizie in attuazione delle previsioni del Piano Particolareggiato, se da un lato, infatti, impegnano i soggetti attuatori alla realizzazione delle opere di urbanizzazione interne ed esterne al Piano Particolareggiato, riconoscono, dall’altro, lo “scomputo dagli oneri di urbanizzazione dovuti in relazione ai permessi di costruire dell’importo”…. “relativo alla progettazione, costruzione e collaudo di tutte le opere di urbanizzazione”.
g) delega al privato e in deroga a tutti i Piani, le scelte localizzative edimprenditoriali e sostanzialmente nega ogni valore programmatorio alla pianificazione territoriale ed urbanistica ponendosi, in questo senso, come “pericoloso precedente”.
In questi ultimi giorni non l’Amministrazione Comunale ma il Signor Bertola, a seguito di alcuni rilievi delle organizzazione sindacali degli imprenditori e dei lavoratori, ha dapprima espresso la disponibilità ad ospitare, in Agognate, anche insediamenti produttivi manifatturieri; poi ha annunciato la riduzione del progetto del 40%; poi ha ancora sollecitato Sindaco, Assessori e Consiglio Comunale a “non perdere tempo” (Sindaco, Assessori e Consiglieri Comunali sono trattati, da Bertola, come suoi dipendenti); infine per voce del project manager, Giulio Della Torre, ha dichiarato che “l’insediamento proposto da Vailog ad Agognate s’inquadra in un disegno più ampio di sviluppo urbano” con il trasferimento ad Agognate dei Magazzini ex Cariplo e la riqualificazione delle rispettive aree nella zona di Sant’Agabio per 84.000 mq.
Una straordinaria “flessibilità” del progetto che sostanzialmente esprime un unico obiettivo: quello di portare a casa la variante urbanistica di Agognate. Dietro non c’è alcun contratto, né alcun interesse reale di operatori esterni, né alcuna prospettiva concreta di lavoro.
Vogliamo anche ricordare, soprattutto al Sindaco, che con la riduzione del 40% delle aree di Agognate, la toppa è peggio del buco. Fermo restando, infatti, che per gli operatori finali che intendono acquistare un immobile non cambia nulla, in termini economici, tra Agognate e San Pietro, la conferma delle aree di Agognate con la riduzione del 40% si caratterizza in maniera assolutamente evidente come variante ad personam e come operazione ad esclusivo vantaggio di un proprietario che sembra capace di fare l’imprenditore solo su aree di proprietà acquisite a destinazione agricola.
Ma tale tipo di attività si chiama rendita immobiliare di tipo speculativo.
Rendita di tipo speculativo che il Comune di Novara sembra, oltremodo, volere
favorire con le scelte di Piano e in nome del lavoro.
Se Bertola ha contatti e contratti con diversi operatori (Amazon, Mondadori, Giochi preziosi, ecc.) e/o se vuole trasferire i suoi ex Magazzini Cariplo per riqualificare la zona di Sant’Agabio, bene, anzi, benissimo.
Ha una grande occasione di fare l’imprenditore: acquisti le aree necessarie in Comune di San Pietro Mosezzo; costruisca, utilizzi e/o venda i capannoni ai suoi clienti; vada avanti sino a completare, se necessario, le aree di San Pietro, ancora oggi tutte libere.
Insomma, rinunci alla rendita speculativa e faccia l’imprenditore come fanno tutti gli imprenditori normali; e, soprattutto, rispetti il territorio ed i suoi abitanti.
“Il suolo è una risorsa ambientale non rinnovabile ed esauribile. Forse la risorsa più cruciale per la vita di ogni giorno; beviamo, respiriamo camminiamo, ammiriamo, ci salviamo grazie a ciò che il suolo, silenziosamente e sempre, fa per noi. Il suolo non cementificato ovviamente.
Ma il suolo è anche la risorsa in Italia meno protetta e più sprecata al punto che rischiamo di non averne a sufficienza per il futuro.
In soli 10 anni, dal 2000 al 2010, in Italia si sono consumati oltre 300.000 ettari di suoli prevalentemente agricoli. Occorre cambiare rotta: salvare il suolo che è rimasto.” (Paolo Pileri - 2013).
Copyright associazioni CARP Novara Onlus, Comitato per Pernate, Delegazione FAI di Novara, Italia Nostra-Novara, Pro Natura- Novara, Unione Tutela Consumatori- Novara, Vivinovara, Associazione Ernesto Ragazzoni - Orta, Burchvif - Borgolavezza, Comitato DNT- Carpignano Sesia