A causa del debito e del ricorso ai “cravattari”
L’Ufficio studi della Cgia rivela che cresce il debito delle famiglie italiane, con un aumento di 851 euro il che comporta il rischio usura.
A fine 2021, l'indebitamento delle famiglie (l'aggregato comprende mutui e leasing prestiti personali, prestiti contro cessione di stipendio, aperture di credito in conto corrente (in genere forme di credito al consumo); oltre ad altre forme tecniche di prestito che non sono specificate nelle statistiche, ad esempio carte di credito e prestiti su pegno) ammontava a 43,762 miliardi in Piemonte
Va segnalato – aggiunge la Cgia - che le aree provinciali più indebitate sono anche quelle che presentano i livelli di reddito più elevati. Sicuramente in queste realtà tra gli indebitati ci sono anche nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, le forti esposizioni bancarie di questi territori potrebbero essere legati ai significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare che, ovviamente, sono riconducibili a famiglie benestanti”.
Nel Nord Ovest le famiglie mediamente più indebitate sono nelle province di Torino, Novara ed Asti, invece quelle meno nelle province di Biella, Aosta ed Alessandria.
L’aumento esponenziale dei prezzi, il caro carburante e quello delle bollette energetiche potrebbero peggiorare notevolmente la situazione economica di tantissime famiglie italiane. Cgia segnala, in particolar modo, che molti artigiani, piccoli commercianti e partite Iva stanno pagando due volte lo straordinario aumento registrato in questi ultimi sei mesi dalle bollette di luce e gas. La prima come utenti domestici e la seconda come piccoli imprenditori per riscaldare e illuminare le proprie botteghe e negozi. Una situazione che per molte attività sta diventando impossibile da sostenere.
Secondo l’Ufficio studi della Cgia, i soggetti più a rischio usura sono i lavoratori autonomi che si indebitano per poche migliaia di euro, ma nel giro di qualche mese si trovano nell’impossibilità di restituire questi soldi, perché nel frattempo gli interessi hanno raggiunto livelli spaventosi.
Sarebbe quindi necessario incentivare il ricorso al “Fondo per la prevenzione” dell’usura.* Uno strumento, quest’ultimo, presente da decenni, ma poco utilizzato, anche perché sconosciuto ai più e, conseguentemente, con scarse risorse economiche a disposizione.
DP
*Il Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura istituito dall’art. 15 della L.108/1996 è finalizzato a far accedere al credito più agevolmente le imprese e le famiglie in difficoltà economica.
E’ gestito dal Dipartimento del Tesoro tramite i Confidi, le Fondazioni e le Associazioni che, grazie ai contributi del Fondo, riescono ad arrivare capillarmente sul territorio.
Le garanzie prestate dagli enti gestori del fondo per la prevenzione dell’usura favoriscono infatti l’accensione di prestiti del circuito bancario sviluppando il circuito legale del credito e prevenendo così l’esclusione finanziaria di soggetti deboli che altrimenti potrebbero rivolgersi agli usurai.
Famiglie, cittadini e imprese in difficoltà possono rivolgersi ai Confidi (ovvero consorzi di imprese) e alle Associazioni e Fondazioni per la lotta all’usura accreditate presso il Mef che valuteranno i casi e potranno decidere di concedere garanzie per prestiti e finanziamenti da parte di istituti bancari e intermediari finanziari.