Novara 15 Novembre 2021
In India ho visto bambini sedersi in silenzio fuori da aule sovraffollate per seguire le lezioni, senza distrarsi. In Africa ho visto bambini fare km a piedi nudi per andare a scuola. Ora leggo di questo padre che ogni giorno mette il figlio in un sacco di plastica, per consentirgli di andare a scuola, perché i vestiti non si bagnino, e quindi attraversa il fiume in un minuto, sapendo che l'aria dura 3-4 minuti. Questo dovrebbe ricordare a chi ci governa che l'istruzione è una opportunità e va alimentata, va allocata in luoghi adeguati e sicuri, vanno sostenuti i bravi insegnanti; agli insegnanti di essere Maestri, riconoscendo e valorizzando i talenti; ai genitori di essere meno conflittuali con gli insegnanti e meno indulgenti coi figli; ai figli che da persone istruite ameranno approfondire sempre le conoscenze, anziche rimanere nello strato superficiale dell'ignoranza. A tutti che è un percorso necessario per essere migliori e, come tale, va rispettato. COPYRIGHT E FOTO MARCO GUSMEROLI Almeno uno dei due deve essere scelto dal popoloNovara 12 Novembre 2021
“Il dibattito sulla elezione del prossimo Presidente della Repubblica imperversa da mesi. E’ una partita a scacchi che si deciderà alle battute finali. L’elezione del Capo dello Stato è uno degli atti che caratterizzano maggiormente il nostro sistema di tipo parlamentare (il Parlamento in seduta comune per l’occasione sarà integrato dai delegati regionali). Da anni ci si chiede se non sia il caso di riformare la nostra Costituzione e di far eleggere il Presidente della Repubblica direttamente dal popolo, trasformando il sistema in presidenziale o semipresidenziale, dove il Capo dello Stato (che già oggi ha compiti molto importanti) abbia concreti poteri di governo. Personalmente, penso che la attuale posizione di garanzia del Presidente della Repubblica abbia un suo significato e che anche il lungo travaglio con i conseguenti posizionamenti per arrivare alla sua elezione facciano parte della nostra storia costituzionale. A proposito di riforme, però, una questione va ribadita. Almeno uno dei due tra Presidente della Repubblica e Premier (se non si dovesse optare per la scelta presidenzialista ) dovere essere scelto dal popolo. A prescindere dalla situazione contingente e dai grandi meriti del Presidente Draghi. Roberto Cota COPYRIGHT E FOTO ROBERTO COTA VACCINO OBBLIGATORIO E GREENPASSNovara 21 Ottobre 2021
La questione dell’obbligatorietà del green pass infiamma la polemica politica. Visto lo sforzo che il nostro sistema produttivo è chiamato a compiere per ritornare ad essere competitivo, le manifestazioni sfociate purtroppo anche in atti violenti ed i tentativi di blocchi di questi giorni suscitano una certa irritazione. C’ è bisogno di lavorare e sottoporsi al vaccino è un sacrificio che, nell’ interesse di tutti, è assolutamente sopportabile. Ciò in quanto senza la immunizzazione della popolazione si rischiano nuove chiusure con conseguenti disagi. I boicottaggi che sono stati organizzati sono stati un flop e l'Italia che lavora ha dimostrato di essere stufa di battaglie ideologiche. Detto questo, la scelta di rendere obbligatorio il green pass e non il vaccino non è il massimo della coerenza: lo Stato non si assume le proprie responsabilità e scarica su lavoratori ed aziende una serie di adempimenti e responsabilità. “Io non ti obbligo formalmente a vaccinarti , ma se non lo fai ti rendo la vita impossibile ” . Peccato che nel rendere la vita impossibile ai riottosi del vaccino la si complica agli altri. Sarebbe stato più giusto introdurre l'obbligo vaccinale e stop. Anche perché tale obbligo è compatibile con il nostro ordinamento giuridico (esiste già in altri casi ed anche la Corte Costituzionale si è pronunciata in punto), il sistema dei controlli e delle limitazioni collegato al green pass pass, molto di meno. Roberto Cota La gente non si fida piùNovara 7 Maggio 2021
La gente non si fida più della magistratura. E ’un problema. Questa è la conseguenza di una serie di vicende che si sono sviluppate nel tempo. Più recentemente abbiamo avuto il caso Palamara ed in questi giorni la vicenda dei verbali provenienti dalla Procura di Milano e consegnati ai giornali. Ma gli strani intrecci politica/giustizia/giornali, appunto, vanno avanti da anni ed hanno fatto da sfiondo a svariate manovre di potere. Entrare nel merito delle singole vicende non è così semplice in quanto gli scandali denunciati a volte esistono, altre volte sono montati ad arte ed utilizzati da una fazione contro un’altra. Al di là di tutto, quello che emerge è che è entrato in crisi un modello, un preciso modo di intendere la giustizia, quello del cosiddetto giustizialismo moralista supportato da una visione “sacerdotale” e “ militante “ della magistratura. Questo approccio, infatti, ha portato ad una escalation di protagonismo che ha avvelenato i pozzi della giustizia. I protagonisti di questa stagione hanno fatto molti danni perché spesso hanno messo il loro ego davanti all’ interesse generale. I PM ed i Giudici non dovrebbero essere personaggi mediatici, i loro nomi dovrebbero essere sconosciuti al grande pubblico ed il loro lavoro protetto dall’ assalto mediatico. Questo è l’ unico modo per garantire l’ indipendenza della magistratura. Insomma, il contrario di quello che è capitato negli ultimi anni. Testo e foto Roberto Cota Intercettazioni: due pesi e due misure Novara 13 Aprile 2021
In questi giorni divampa la polemica per le intercettazioni che hanno riguardato alcuni giornalisti nell’ ambito di un’ inchiesta della Procura di Trapani sulle ONG ed in particolare sulla nave Iuventa, utilizzata dalla ong tedesca Jugend Rettet per soccorrere i migranti. La prospettazione investigativa è legata ad una presunta collaborazione tra i soccorritori ed i trafficanti di esseri umani. Si tratta di ipotesi di una certa gravità. Sono stati intercettati giornalisti ed anche avvocati. Si grida allo scandalo e l’ “ intellighenzia” di sinistra si è mobilitata ed indignata. Sono assolutamente d’accordo sul fatto che i giornalisti che stanno facendo il loro lavoro non debbano essere intercettati e men che meno gli avvocati. Dunque, massima solidarietà. Rilevo , pero’, che certa gente si indigna solo oggi di fronte all’ uso distorto delle intercettazioni telefoniche ed alla successiva divulgazione. Per anni proprio da quegli ambienti oggi impegnati nella difesa della privacy e dei diritti costituzionali si è teorizzato che i Pm devono poter indagare indisturbati ed ai giornalisti va assegnata licenza di poter pubblicare tutto. Anche fatti irrilevanti. Anche fatti che attengono esclusivamente al gossip. Evidentemente, per qualcuno, la necessità di difendere certi diritti varia a seconda del colore politico o delle idee di chi subisce le indagini. Due pesi e due misure. COPYRIGHT E FOTO DI ROBERTO COTA . Novara 25 marzo 2021
Il Premier Draghi ha annunciato un mini condono fiscale che riguarda però soltanto le cartelle esattoriali vecchie di 10 anni (2000-2011) con un tetto di 5.000 euro complessivi a favore di soggetti con reddito Irpef non superiore a 30.000 euro. Alla fine, la montagna ha partorito un topolino. Del resto, come si suol dire, apprezzate le circostanze, di più non si poteva fare. Già, perché c'è il solito tabù: di condono fiscale non si può parlare perché la sinistra a cinque stelle sistematicamente ne fa una questione ideologica. Non si può premiare chi non paga le tasse, dicono. Peccato che questa presa di posizione ideologica non tiene conto di due fattori. Il primo: esistono milioni di cittadini che hanno pendenze fiscali non perché sono evasori ed hanno nascosto qualcosa, ma perché le tasse non sono riusciti a pagarle e magari hanno scelto di sfamare la famiglia o di pagare comunque gli stipendi ai dipendenti. Il secondo, che merita una riflessione più generale dal punto di vista della giustizia sociale: oggi esistono due categorie di cittadini. Da un lato, coloro che hanno uno stipendio fisso e sono sopravvissuti alle restrizioni Covid, aumentando magari i risparmi in quanto si sono ridotti i consumi. Dall’altro, chi non ha lo stipendio fisso. Per questa seconda categoria non ci sono attenzioni, i ristori non arrivano, ma in compenso sono in arrivo milioni cartelle esattoriali. C'è poco da indignarsi, quindi, per il condono fiscale. Semmai la indignazione dovrebbe esserci perché si tratta di una misura ancora poco significativa. COPYRIGHT E FOTO ROBERTO COTA Il dopo Zingaretti.Novara 8 marzo 2021
Il Pd è ufficialmente in crisi. Le dimissioni del segretario hanno evidenziato una situazione di instabilità interna che andava avanti da mesi. Zingaretti con la sua mossa, giocata in anticipo, potrebbe portare un po’ di chiarezza in termini di leadership e di linea politica. Sullo sfondo si intravedono almeno due scenari e un’insidia. Da un lato, far diventare strutturale l’alleanza con i Cinque Stelle lavorando per la costruzione di un nuovo soggetto, un partito progressista ispirato sulle nuove basi ideologiche della transizione ecologica, dall’'altro, una ripartenza da posizioni più tradizionali proprie di una sinistra che è forza di governo in molti territori. Sullo sfondo, c'è l’insidia Conte in quanto con la sua leadership i Cinque Stelle puntano decisamente ad una parte dell’elettorato del PD. Non penso che allo stato questi scenari coinvolgano il Centrodestra dal punto di vista dei flussi elettorali (trattasi di una partita PD/5S), anche se in un momento di grande confusione una proposta politica ragionata di centrodestra rivolta ai giovani potrebbe essere molto interessante. Ad esempio, il tema dell’ambiente non può certo essere catalogato come di sinistra. Buona settimana. Copyright e foto Roberto Cota Giustizia: servono autorevolezza e coraggio Novara 24 febbraio 2021
Nei giorni scorsi si è insediato il nuovo Ministro della Giustizia, l’ex Presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia. Un nome prestigioso, non c’è che dire. Uno di quelli che hanno qualificato maggiormente il governo Draghi. Il neo Ministro si ritrova a dover gestire le patate bollenti lasciate da Bonafede. In questi giorni la professoressa Cartabia ha cercato di prendere tempo e di svelenire un clima molto teso che si era precedentemente creato. Grazie alla sua autorevolezza sembra essere partita con il piede giusto ed ha proposto alle riforme un approccio “costituzionalmente orientato” . La giustizia non è soltanto giustizia penale, ma anche civile (oltre a quella amministrativa e contabile). Eppure, le polemiche ed i nodi politici da sciogliere hanno soprattutto a che fare con quella penale. Certe questioni tipo la prescrizione, la presunzione di innocenza o le intercettazioni sono diventate veri e propri tabù. Si dovrebbe cominciare a smontare questi tabù perché, in realtà, proprio dal punto di vista costituzionale l’approccio non è così complicato. 1) I processi devono durare un tempo ragionevole, non all’'infinito. La prescrizione serve a garantire che un processo, appunto, non duri all’infinito. Proprio per questo, è impensabile che venga abolita o ridimensionata. 2) Una persona per essere ritenuta colpevole, deve esserlo al di là di ogni ragionevole dubbio. Se vi è stata un’assoluzione in primo grado non ha senso che il pm possa presentare appello. Se un cittadino è già stato assolto da un Tribunale, un dubbio sulla sua colpevolezza rimane comunque anche nel caso di diverso esito degli altri gradi di giudizio (a maggior ragione in un processo accusatorio). Per questo, va nuovamente pensato ed introdotto il divieto di impugnazione delle sentenze assolutorie 3) La Costituzione ha stabilito che la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La possibilità di intercettare e pubblicare le conversazioni va dunque ristretta e si deve prendere atto che in questi anni si è esagerato nella direzione opposta. Le cose da fare, insomma, non sono così complesse. Servono autorevolezza e coraggio. COPYRIGHT E FOTO Roberto Cota Categorie da tutelare.Novara 16 febbraio 2021
È nato il governo Draghi. Il nuovo esecutivo sicuramente è servito a dare un po’ di fiducia alla gente, preoccupata di fronte all’emergenza che non accenna a passare ed alla litigiosità dei politici. L’ascesa di Draghi ha coinciso con un calo di popolarità di Conte, fino a ieri in testa al gradimento. Il popolo, si sa, è volubile e si identifica con la figura del momento. Detto questo, l’autorevolezza di Draghi non può avere l’effetto di una bacchetta magica. I problemi rimangono e vanno risolti, primo fra tutti quello di chi aspetta i ristori. In questi giorni di grande concitazione tutta l’attenzione mediatica si è spostata sul nuovo Premier, ma milioni di imprese, lavoratori e famiglie aspettano il nuovo annunciato provvedimento sui ristori. Che è in ritardo. Draghi porterà nuove ricette? Speriamo, perché il nostro sistema industriale e tutto il Paese hanno bisogno di un rilancio, ma la prima cosa è non dimenticare che in molti stanno morendo perché non hanno potuto lavorare a causa delle restrizioni. Queste categorie di persone vanno tutelate, subito. Per la verità, in molte situazioni siamo già fuori tempo massimo in quanto le attività hanno chiuso i battenti. Per sempre. Comunque, Draghi deve intervenire subito. . COPYRIGHT E FOTO Roberto Cota |
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Agosto 2023
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