La burocrazia è schiacciante
Novara 7 gennaio 2020
Ammesso e non concesso che oggi convenga aprire un negozio (moltissimi chiudono perchè la concorrenza dell'online è fortissima) se una persona decide comunque di aprire un negozio, deve sapere che ci vogliono ben 65 passaggi burocratici : dall'export all'ambiente, dalla privacy al lavoro, alla sicurezza, c'è un lunghissimo elenco, di tutto ciò che attende un'impresa per rispettare le norme di legge nei settori di sua pertinenza.
Quindi, se non si hanno tutte le competenze necessarie è fondamentale evitare il fai da te e rivolgersi a professionisti qualificati .
Quali sono gli ostacoli da superare?
Prima di tutto il numero e la complessità dei procedimenti, delle autorizzazioni e degli obblighi .
Poi la presentazione della domanda al Suap, lo Sportello unico delle attività produttive, del Comune di riferimento: è qui che la pratica dev'essere per legge protocollata.
Se non ci sono intoppi la domanda approda in 3-4 mesi alla Provincia cui spetta il parere definitivo.
Poi servono i pareri di specifica competenza,. Ognuno di questi deve a sua volta coinvolgere i suoi uffici tecnici per l'istruttoria della pratica e fornire i pareri previsti. Ogni ente però prima di emetterli non rinuncia quasi mai ad una serie di richieste per così dire integrative dell'istanza originaria.
Alla domanda va poi aggiunto un parere di conformità urbanistica del locale che si trasforma di fatto in una verifica di conformità edilizia. Se c'è una tettoia, ad esempio, realizzata in difformità alla concessione e oggetto di sanatoria non ancora definita, la pratica si blocca e l'autorizzazione non arriva mai. Quelli che dovevano essere pareri solo ambientali si trasformano in pareri urbanistici.
Metti caso poi che siano previsti rapporti con l’estero i documenti anche più comunemente adoperati nell'ambito delle operazioni commerciali sono tantissimi : fattura commerciale, distinta di carico (entrambe emesse dal venditore), certificato di origine (alcuni Paesi chiedono un ulteriore visto camerale sul certificato rilasciato con inevitabile appesantimento dei tempi).
Altra cosa da sapere è che dal 22 gennaio prossimo non sarà più possibile applicare l'attuale procedura di previdimazione dei certificati grazie alla quale è possibile il rilascio immediato del certificato stesso, contestualmente alla spedizione della merce. Tra poche settimane gli esportatori dovranno attendere l'istruttoria della Dogana per la verifica dei requisiti occorrenti all'export. Se sarà positiva si provvederà al rilascio del certificato
E vogliamo dimenticarci del fisco?? Per tutte le imprese ci sono adempimenti mensili (Iva, modello intra acquisti-vendite, esterometro acquisti-vendite, F24 per le ritenute d'acconto) e annuali (bilancio, nota integrativa più relazioni, modello unico, diritto annuale per le Camere di commercio, imposta di bollo e tassa di concessione governativa).
A livello comunale poi bisogna fare i conti con gli adempimenti per pubblicità (anche per semplici targhe sulla porta di ingresso del negozio) passi carrabili e Imu.
Copyright DP
Ammesso e non concesso che oggi convenga aprire un negozio (moltissimi chiudono perchè la concorrenza dell'online è fortissima) se una persona decide comunque di aprire un negozio, deve sapere che ci vogliono ben 65 passaggi burocratici : dall'export all'ambiente, dalla privacy al lavoro, alla sicurezza, c'è un lunghissimo elenco, di tutto ciò che attende un'impresa per rispettare le norme di legge nei settori di sua pertinenza.
Quindi, se non si hanno tutte le competenze necessarie è fondamentale evitare il fai da te e rivolgersi a professionisti qualificati .
Quali sono gli ostacoli da superare?
Prima di tutto il numero e la complessità dei procedimenti, delle autorizzazioni e degli obblighi .
Poi la presentazione della domanda al Suap, lo Sportello unico delle attività produttive, del Comune di riferimento: è qui che la pratica dev'essere per legge protocollata.
Se non ci sono intoppi la domanda approda in 3-4 mesi alla Provincia cui spetta il parere definitivo.
Poi servono i pareri di specifica competenza,. Ognuno di questi deve a sua volta coinvolgere i suoi uffici tecnici per l'istruttoria della pratica e fornire i pareri previsti. Ogni ente però prima di emetterli non rinuncia quasi mai ad una serie di richieste per così dire integrative dell'istanza originaria.
Alla domanda va poi aggiunto un parere di conformità urbanistica del locale che si trasforma di fatto in una verifica di conformità edilizia. Se c'è una tettoia, ad esempio, realizzata in difformità alla concessione e oggetto di sanatoria non ancora definita, la pratica si blocca e l'autorizzazione non arriva mai. Quelli che dovevano essere pareri solo ambientali si trasformano in pareri urbanistici.
Metti caso poi che siano previsti rapporti con l’estero i documenti anche più comunemente adoperati nell'ambito delle operazioni commerciali sono tantissimi : fattura commerciale, distinta di carico (entrambe emesse dal venditore), certificato di origine (alcuni Paesi chiedono un ulteriore visto camerale sul certificato rilasciato con inevitabile appesantimento dei tempi).
Altra cosa da sapere è che dal 22 gennaio prossimo non sarà più possibile applicare l'attuale procedura di previdimazione dei certificati grazie alla quale è possibile il rilascio immediato del certificato stesso, contestualmente alla spedizione della merce. Tra poche settimane gli esportatori dovranno attendere l'istruttoria della Dogana per la verifica dei requisiti occorrenti all'export. Se sarà positiva si provvederà al rilascio del certificato
E vogliamo dimenticarci del fisco?? Per tutte le imprese ci sono adempimenti mensili (Iva, modello intra acquisti-vendite, esterometro acquisti-vendite, F24 per le ritenute d'acconto) e annuali (bilancio, nota integrativa più relazioni, modello unico, diritto annuale per le Camere di commercio, imposta di bollo e tassa di concessione governativa).
A livello comunale poi bisogna fare i conti con gli adempimenti per pubblicità (anche per semplici targhe sulla porta di ingresso del negozio) passi carrabili e Imu.
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