Novara, 28 luglio 2014
L'opera che ammiriamo oggi è intitolala "Sacrificio di Isacco", un olio su tela dalle tipiche misure da quadreria, 145 per 165 centimetri, che attualmente è collocata con poca visibilità nel presbiterio della Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio in Baveno.
Il dipinto è attribuito per comodità degli esperti al "Maestro di Baranello" per le affinità stilistiche e delle ombre anatomiche presenti nell'omonima pala.
L'ariete, raffigurato nella tela come vittima sacrificale al posto di Isacco, richiama ad altre opere caratterizzate da scene rurali con dettagli di animali; il gioco delle luci crea una teatralità tipica della pittura caravaggesca che in questo particolare caso non evidenzia la tragicità della scena ma bensì sottolinea la raffinatezza della postura di Isacco e la regalità dell'abito di Abramo. La forte luminosità presente nel quadro sembra ricreare l'effetto di un raggio di sole che squarcia le nubi dopo una tempesta e accentua il contrasto con il cielo cupo e tenebroso che fa da sfondo al paesaggio alle spalle dei protagonisti.
© testo Antonio Poggi Steffanina, foto scattate durante la visita alla mostra su concessione degli organizzatori della stessa.