In occasione della Festa della montagna, nei giorni 24 e 25 maggio, a Novara ospiti eccezionali sono stati i Walser della Val Formazza-Walserverein Pomatt.
Il gruppo ha un’importante azione meritoria: quella di attivarsi al fine di tutelarne e salvaguardarne la parlata, con conseguente valorizzazione delle proprie radici culturali.
La Valle Formazza è la colonia walser italiana più antica; infatti i primi coloni di questa etnia vi giunsero verso la fine del XII secolo dal “Goms” (ovvero Alto Vallese), travalicando i passi per dirigersi verso le vicine valli alpine a sud-est, variando così il loro appellativo da “Wallisern” a “Walser”.
La valle, usata fino ad allora come alpeggio estivo, divenne dimora stabile di gruppi di cittadini e di pastori che, insediatisi pacificamente, contribuirono a trasformarla, col loro lavoro, nell’accogliente vallata che oggi conosciamo.
Dell’antica colonizzazione alemanna permangono diverse tracce, soprattutto nella lingua locale, il “titsch”; infatti molti di loro utilizzano ancora questa parlata e portano cognomi di origine walser.
Sabato 24, dopo la sfilata attraverso le vie del centro storico, i walser hanno partecipato alla Santa Messa officiata in Cattedrale dal vescovo mons. Franco Giulio Brambilla.
I loro rappresentanti, adulti e bambini, indossavano i tipici costumi festivi suscitando l’ammirazione dei presenti.
Le sfilate si sono ripetute, arricchite da balli tradizionali, anche nella mattinata di domenica 25, complice uno splendido clima tardo primaverile.
Il gruppo ha un’importante azione meritoria: quella di attivarsi al fine di tutelarne e salvaguardarne la parlata, con conseguente valorizzazione delle proprie radici culturali.
La Valle Formazza è la colonia walser italiana più antica; infatti i primi coloni di questa etnia vi giunsero verso la fine del XII secolo dal “Goms” (ovvero Alto Vallese), travalicando i passi per dirigersi verso le vicine valli alpine a sud-est, variando così il loro appellativo da “Wallisern” a “Walser”.
La valle, usata fino ad allora come alpeggio estivo, divenne dimora stabile di gruppi di cittadini e di pastori che, insediatisi pacificamente, contribuirono a trasformarla, col loro lavoro, nell’accogliente vallata che oggi conosciamo.
Dell’antica colonizzazione alemanna permangono diverse tracce, soprattutto nella lingua locale, il “titsch”; infatti molti di loro utilizzano ancora questa parlata e portano cognomi di origine walser.
Sabato 24, dopo la sfilata attraverso le vie del centro storico, i walser hanno partecipato alla Santa Messa officiata in Cattedrale dal vescovo mons. Franco Giulio Brambilla.
I loro rappresentanti, adulti e bambini, indossavano i tipici costumi festivi suscitando l’ammirazione dei presenti.
Le sfilate si sono ripetute, arricchite da balli tradizionali, anche nella mattinata di domenica 25, complice uno splendido clima tardo primaverile.
testo Riccardo Pezzana Sara - foto Barbara Ceparano