Pinto batte il russo Kiseliov e si aggiudica il titolo olimpico.
Novara, 29 aprile 2016
Pierino Biscaldi ha avuto fra le mani un medio-massimo naturale nella persona del giovane Cosimo Pinto, di professione mobiliere. L'ha curato come un figlio intravvedendo nel ragazzo doti non comuni, e capacità innata di fare la boxe. Pinto, classe 1943, si allena a fondo nell'inverno 1960, e debutta fra i novizi l'anno successivo.
1961: debutto vittorioso di Pinto ai campionati regionali novizi; poi nelle finali nazionali, Cosimo perde in semifinale con Macchia causa una distorsione alla mano destra.
1961: settembre, debutta fra i dilettanti nel cortile del Broletto, mandando KO un malcapitato pugile di Lodi. Continua e conclude il 1961 battendo altri avversari. Il suo bottino pochi mesi di attività è già pingue. Undici incontri, dieci vittorie (di cui cinque prima del limite) e una sola sconfitta.
1962: la Falconi Novara Boxe, il suo presidente Mario Cesti, l'allenatore Biscaldi, e il manager Cicci Martelli, aspettano il salto di qualità. Che avviene puntualmente, malgrado alcuni non previsti infortuni. Il successo che lancia Pinto in campo nazionale è quello ottenuto a Ginevra nel novembre del 1962 quando batte in cinque riprese il noto ungherese Horwath.
1963: vince il campionato regionale, poi parte per il servizio militare. Finisce nelle capaci mani degli istruttori federali Rea e Poggi che proseguono lo splendido lavoro di Biscaldi. Ai campionati italiani assoluti, il nostro campione batte nettamente Rosati e Re, poi cede nella finale di strettissima misura ai punti contro il campione uscente, il già famoso Giulio Saraudi.
Presso il centro sportivo di Orvieto, Cosimo Pinto affina la sua tecnica e il modo combattere. Convince i suoi istruttori che lo convocano in Nazionale. Debutta nell'aprile del 1963 a Bucarest superando il campione rumeno. In quel fondamentale 1963 Pinto combatte otto volte in Nazionale vincendo sempre. Conquista anche il titolo ai Giochi del Mediterraneo di Napoli (battendo in finale il quotato francese Bruno) e il titolo alla preolimpica di Tokyo.
1964: Giochi olimpici a Tokyo. Pinto si gioca contro Saraudi le possibilità di rappresentare l'Italia nella categoria dei medio-massimi. Comincia male per Pinto il 1064 battuto ai campionati italiani da Mancini; Cosimo non sta bene e deve riposare per guarire.
Nell'aprile 1964 si riprende, il suo fisico è integro. Partecipa ai campionati militari a Tunisi e vince il titolo battendo in finale un tedesco. E' pronto per le decisive preolimpiche che sono in programma a Genova e a Rimini: il nostro campione batte tutti, Macchia due volte, Galmozzi, Mancini e infine il campione in carica Saraudi. Il posto per Tokyo è suo!
1964: ottobre, Giochi Olimpici a Tokyo. Battuti nell'ordine l'olandese Lubbers, il tedesco Schlegel, approdo alle semifinali. Sono già stati eliminati pugili di valore come l'americano Christopher sonm lo svizzero Horwarth, l'egiziano Mersal, l'argentino Gargiulo.
Sono rimasti in quattro i pretendenti al titolo:il nostro Pinto, il campione europeo il polacco Pietrzkowsky (anche finalista a Roma 1960 con Cassius Clay!), il bulgaro Nicolov, ilrusso Kiseliov che è ritenuto il favorito.
Pinto fa molta fatica contro il roccioso bulgaro Nicolov: cade a terra, manda al tappeto a sua volta l'avversario, lotta avvincente, poi altri tremendi colpi di Pinto consigliano l'arbitro a decretare il successo dell'italiano per KOT alla terza ripresa. Nell'altra semifinale si impone il russo dopo una lotta violenta e senza esclusione di colpi.
23 ottobre 1964, data storica per lo sport novarese: Pinto contro il russo Kiseliov per il titolo olimpico. Botte da orbi per tre riprese, entrambi i pugili “contati”. Alla fine, sia Pinto che Kiseliov arrivano stremati e apparentemente uniti in un pareggio. Che alle Olimpiadi non esiste; l'arbitro alza il braccio di Cosimo Pinto. E' il trionfo!
Festeggiamenti continui che durano anni e che danno l'esatta dimensione del valore del titolo olimpico. Pinto continuerà per poco tempo la sua carriera, vincendo finalmente il titolo italiano a Cagliari, bissandolo l'anno successivo a Napoli. Partecipa ai campionati europei del 1967 a Roma, ma il nostro campione ha perso lo smalto e la voglia di soffrire. Viene battuto in semifinale dal tedesco Gerber. Abbandona la boxe che gli ha dato moltissimo, soprattutto un ottimo impiego alla Banca Popolare di Novara, oltre a gloria sportiva e fama imperiture.
Intanto spunta un organizzatore coi fiocchi, Nello Mornese, che propone nel nuovo Palazzetto dello sport di viale Kennedy (inaugurato nel settembre del 1969) una lunga serie di riunioni di alto e altissimo livello. Alla fine Mornese totalizzerà una ventina di riunioni dal 1968 al 1971, lanciando alla ribalta il galliatese Oronzo Pesare, campione italiano leggeri junior, Giorgio Merlin, il massimo Lino Finotti e alcuni interessanti pugili di colore (fra cui Shittu).
Negli anni Ottanta inizia il declino popolare della boxe, causa soprattutto il diffuso benessere
dei Paesi europei. Anche l'Italia è colpita da questa “crisi sportiva”. La televisione, strumento di comunicazione diventato dominante, relega gli incontri di pugilato in ore impossibili; scarseggiano anche i pugili di talento e capaci di offrire spettacolo.
In questi anni di disagio, la Novara Boxe vive comunque una vita umile ma sempre appassionata grazie a Francesco Spina, istruttore dei giovani e anche presidente; Adriano Toninelli e Antonio Spagna.
Negli anni Ottanta, l'istruttore Spina riesce a far crescere nel vivaio della Novara Boxe un giovane talento di nome Duilio Zuliani che porta fino alla conquista del titolo italiano novizi (pesi leggeri) e poi guida verso un difficile percorso fra i dilettanti. Dopo aver conquistato la maglia azzurra, Zuliani non riesce a mantenere le promesse, e non diventa quel campione atteso dai tempi di Cosimo Pinto.
Nasce in quegli anni di riflessione l'Associazione Veterani del pugilato novarese che si raduna spesso in vivaci e commoventi convegni, pranzi e cene. Gli animatori di questa associazione sono Pierino Biscaldi, Emilio Luberti, Gaudenzio Carutti. Molti i convegni realizzati un po' in tutta la provincia di Novara e anche fuori città.
Chi scrive queste note di storia del pugilato novarese organizzò nel 1993, presso il ristorante Caglieri di Novara, una memorabile serata di ricordi invitando tutta la squadra (quel che restava) della Boxe Carlo Ravetto di Novara che nel 1942 vinse il campionato italiano fra squadre dilettanti. Un successo che ha fatto storia.
A quella storica serata aderirono i campioni di 50 anni prima: Nazareno Giannelli, Waldè Fusaro, Giorgio Milan, Federico Grosso, Luberti, Carutti, tutti i pugili novarese in attività, ex pugili come Allevi e Sguaita, Pesare e Merlin, l'istruttore Pierino Biscaldi, l'organizzatore Lionello Mornese, il campione olimpico
Cosimo Pinto, l'assessore allo sport del Comune, amici del pugilato, giornalisti e la televisione locale. Serata memorabile.
Il grande istruttore Pierino Biscaldi, vero “papà” della boxe novarese morirà nel 1993 all'età di 88 anni.
Copyright Ufficio Stampa A.S.D. Novara Boxe
Pierino Biscaldi ha avuto fra le mani un medio-massimo naturale nella persona del giovane Cosimo Pinto, di professione mobiliere. L'ha curato come un figlio intravvedendo nel ragazzo doti non comuni, e capacità innata di fare la boxe. Pinto, classe 1943, si allena a fondo nell'inverno 1960, e debutta fra i novizi l'anno successivo.
1961: debutto vittorioso di Pinto ai campionati regionali novizi; poi nelle finali nazionali, Cosimo perde in semifinale con Macchia causa una distorsione alla mano destra.
1961: settembre, debutta fra i dilettanti nel cortile del Broletto, mandando KO un malcapitato pugile di Lodi. Continua e conclude il 1961 battendo altri avversari. Il suo bottino pochi mesi di attività è già pingue. Undici incontri, dieci vittorie (di cui cinque prima del limite) e una sola sconfitta.
1962: la Falconi Novara Boxe, il suo presidente Mario Cesti, l'allenatore Biscaldi, e il manager Cicci Martelli, aspettano il salto di qualità. Che avviene puntualmente, malgrado alcuni non previsti infortuni. Il successo che lancia Pinto in campo nazionale è quello ottenuto a Ginevra nel novembre del 1962 quando batte in cinque riprese il noto ungherese Horwath.
1963: vince il campionato regionale, poi parte per il servizio militare. Finisce nelle capaci mani degli istruttori federali Rea e Poggi che proseguono lo splendido lavoro di Biscaldi. Ai campionati italiani assoluti, il nostro campione batte nettamente Rosati e Re, poi cede nella finale di strettissima misura ai punti contro il campione uscente, il già famoso Giulio Saraudi.
Presso il centro sportivo di Orvieto, Cosimo Pinto affina la sua tecnica e il modo combattere. Convince i suoi istruttori che lo convocano in Nazionale. Debutta nell'aprile del 1963 a Bucarest superando il campione rumeno. In quel fondamentale 1963 Pinto combatte otto volte in Nazionale vincendo sempre. Conquista anche il titolo ai Giochi del Mediterraneo di Napoli (battendo in finale il quotato francese Bruno) e il titolo alla preolimpica di Tokyo.
1964: Giochi olimpici a Tokyo. Pinto si gioca contro Saraudi le possibilità di rappresentare l'Italia nella categoria dei medio-massimi. Comincia male per Pinto il 1064 battuto ai campionati italiani da Mancini; Cosimo non sta bene e deve riposare per guarire.
Nell'aprile 1964 si riprende, il suo fisico è integro. Partecipa ai campionati militari a Tunisi e vince il titolo battendo in finale un tedesco. E' pronto per le decisive preolimpiche che sono in programma a Genova e a Rimini: il nostro campione batte tutti, Macchia due volte, Galmozzi, Mancini e infine il campione in carica Saraudi. Il posto per Tokyo è suo!
1964: ottobre, Giochi Olimpici a Tokyo. Battuti nell'ordine l'olandese Lubbers, il tedesco Schlegel, approdo alle semifinali. Sono già stati eliminati pugili di valore come l'americano Christopher sonm lo svizzero Horwarth, l'egiziano Mersal, l'argentino Gargiulo.
Sono rimasti in quattro i pretendenti al titolo:il nostro Pinto, il campione europeo il polacco Pietrzkowsky (anche finalista a Roma 1960 con Cassius Clay!), il bulgaro Nicolov, ilrusso Kiseliov che è ritenuto il favorito.
Pinto fa molta fatica contro il roccioso bulgaro Nicolov: cade a terra, manda al tappeto a sua volta l'avversario, lotta avvincente, poi altri tremendi colpi di Pinto consigliano l'arbitro a decretare il successo dell'italiano per KOT alla terza ripresa. Nell'altra semifinale si impone il russo dopo una lotta violenta e senza esclusione di colpi.
23 ottobre 1964, data storica per lo sport novarese: Pinto contro il russo Kiseliov per il titolo olimpico. Botte da orbi per tre riprese, entrambi i pugili “contati”. Alla fine, sia Pinto che Kiseliov arrivano stremati e apparentemente uniti in un pareggio. Che alle Olimpiadi non esiste; l'arbitro alza il braccio di Cosimo Pinto. E' il trionfo!
Festeggiamenti continui che durano anni e che danno l'esatta dimensione del valore del titolo olimpico. Pinto continuerà per poco tempo la sua carriera, vincendo finalmente il titolo italiano a Cagliari, bissandolo l'anno successivo a Napoli. Partecipa ai campionati europei del 1967 a Roma, ma il nostro campione ha perso lo smalto e la voglia di soffrire. Viene battuto in semifinale dal tedesco Gerber. Abbandona la boxe che gli ha dato moltissimo, soprattutto un ottimo impiego alla Banca Popolare di Novara, oltre a gloria sportiva e fama imperiture.
Intanto spunta un organizzatore coi fiocchi, Nello Mornese, che propone nel nuovo Palazzetto dello sport di viale Kennedy (inaugurato nel settembre del 1969) una lunga serie di riunioni di alto e altissimo livello. Alla fine Mornese totalizzerà una ventina di riunioni dal 1968 al 1971, lanciando alla ribalta il galliatese Oronzo Pesare, campione italiano leggeri junior, Giorgio Merlin, il massimo Lino Finotti e alcuni interessanti pugili di colore (fra cui Shittu).
Negli anni Ottanta inizia il declino popolare della boxe, causa soprattutto il diffuso benessere
dei Paesi europei. Anche l'Italia è colpita da questa “crisi sportiva”. La televisione, strumento di comunicazione diventato dominante, relega gli incontri di pugilato in ore impossibili; scarseggiano anche i pugili di talento e capaci di offrire spettacolo.
In questi anni di disagio, la Novara Boxe vive comunque una vita umile ma sempre appassionata grazie a Francesco Spina, istruttore dei giovani e anche presidente; Adriano Toninelli e Antonio Spagna.
Negli anni Ottanta, l'istruttore Spina riesce a far crescere nel vivaio della Novara Boxe un giovane talento di nome Duilio Zuliani che porta fino alla conquista del titolo italiano novizi (pesi leggeri) e poi guida verso un difficile percorso fra i dilettanti. Dopo aver conquistato la maglia azzurra, Zuliani non riesce a mantenere le promesse, e non diventa quel campione atteso dai tempi di Cosimo Pinto.
Nasce in quegli anni di riflessione l'Associazione Veterani del pugilato novarese che si raduna spesso in vivaci e commoventi convegni, pranzi e cene. Gli animatori di questa associazione sono Pierino Biscaldi, Emilio Luberti, Gaudenzio Carutti. Molti i convegni realizzati un po' in tutta la provincia di Novara e anche fuori città.
Chi scrive queste note di storia del pugilato novarese organizzò nel 1993, presso il ristorante Caglieri di Novara, una memorabile serata di ricordi invitando tutta la squadra (quel che restava) della Boxe Carlo Ravetto di Novara che nel 1942 vinse il campionato italiano fra squadre dilettanti. Un successo che ha fatto storia.
A quella storica serata aderirono i campioni di 50 anni prima: Nazareno Giannelli, Waldè Fusaro, Giorgio Milan, Federico Grosso, Luberti, Carutti, tutti i pugili novarese in attività, ex pugili come Allevi e Sguaita, Pesare e Merlin, l'istruttore Pierino Biscaldi, l'organizzatore Lionello Mornese, il campione olimpico
Cosimo Pinto, l'assessore allo sport del Comune, amici del pugilato, giornalisti e la televisione locale. Serata memorabile.
Il grande istruttore Pierino Biscaldi, vero “papà” della boxe novarese morirà nel 1993 all'età di 88 anni.
Copyright Ufficio Stampa A.S.D. Novara Boxe