Il progetto è iniziato nel settembre 2017 per sostenere le persone in situazione di bisogno e ripensare i servizi presenti sul territorio.
Domenica 4 febbraio l’Unità Pastorale Missionaria 1 - Novara Sud, presso l’Istituto Salesiano in viale Ferrucci 33, vivrà dalle 15.00 alle 18.00 una tappa importante del progetto “Una mappa per la carità” iniziato nel settembre 2017 grazie alla collaborazione della Caritas diocesana e ai Fondi dell'Otto per Mille della CEI.
Il progetto è partito dall’analisi dei servizi erogati dalle realtà caritative legate ai contesti parrocchiali già presenti sul territorio e dall’ascolto delle comunità del Sacro Cuore, Sacra Famiglia, San Francesco, Torrion Quartara e Centro città. Negli scorsi mesi sono stati intervistati un centinaio di persone tra volontari e utenti dei servizi, sono stati compilati 1255 questionari grazie alla partecipazione dei parrocchiani e sono stati raccolti i dati di una trentina di realtà che lavorano a sostegno delle persone in situazione di fragilità.
“Il desiderio è quello di realizzare una progettazione condivisa con l’intera comunità, per questo siamo partiti dall’ascolto da chi svolge un servizio caritativo e dai parrocchiani. Questo ci ha consentito di realizzare un testo composto proprio da una sezione in cui sono riportate le griglie conoscitive con i dati delle varie realtà attive e un report scientifico della professoressa Nicoletta Pavesi, sociologa dell’Università Cattolica” dice don Marco Rondonotti, parroco di San Francesco. Il 4 febbraio verrà presentato il Report scientifico con i dati raccolti e la loro rilettura, ma anche una Carta dei Servizi, strumento utile per conoscere e trovare sul territorio ogni singolo servizio.
Oltre all’analisi delle realtà caritative, un altro risultato atteso è la costruzione di una rete territoriale che consenta all’UPM1 si essere più unita e pronta alla collaborazione interna. Come ribadisce don Tiziano Righetto, parroco del Sacro Cuore “grazie all’ascolto vissuto in questi mesi è emerso in modo chiaro il bisogno di trovare luoghi, strumenti e modalità di lavoro che favoriscano la conoscenza e la collaborazione, in modo da migliorare la qualità dei servizi e ottimizzare l'uso delle risorse”.
“Lavorando insieme in questo modo si vivere in maniera significativa l’essere Chiesa - dice don Emilio Grazioli, parroco della Sacra Famiglia - sia nella collaborazione tra sacerdoti, ma anche in quella con i laici. Le competenze di ciascuno sono valorizzate e si riesce a creare una comunione sempre più allargata, sparisce la competizione e nascono momenti di sostegno vicendevole.”
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