Claustrofobia, il terrore di non trovare una via d'uscita
Anche le persone più insospettabili perché appaiono sicure di sé e forti possono celare la paura degli spazi chiusi, il che vuol dire soffrire di claustrofobia.
In poche parole, chi si trova in uno spazio chiuso e si sente a disagio -o addirittura ha paura - manifesta ansia, sudorazione accentuata, nausea, difficoltà di respirazione o sensazione di soffocamento , senso di oppressione, tachicardia, sudore freddo, senso di vertigine, formicolio. In estrema sintesi.si sente in trappola.
Da cosa può nascere la claustrofobia?
Dal fatto che si sta vivendo una situazione esistenziale, affettiva o professionale che appare senza via d'uscita.
Perché da troppo tempo si viene sottoposti a forti pressioni, richieste, aspettative e giudizi, a cui non ci si sottrae o non si può reagire.
Se di recente si è vissuto un evento traumatico (un incidente, un borseggio...) che ha fatto temere per la nostra vita o per quella di una persona cara.
Se si sta vivendo una situazione che si vorrebbe cambiare ma non ci si riesce
Quando si vuole avere tutto, ma proprio tutto, sotto controllo e quindi non si dà spazio all’istinto e all’anima, ma solo alla razionalità
Se da piccoli si sono subìti castighi “costrittivi” (chiusi in uno sgabuzzino) oppure ci si è trovati per gioco in ambienti (es. un baule) dal quale non si riusciva più ad uscire.
Cosa fare per rimediare:
Pensare alle situazioni che potrebbero averci fatto sorgere il problema: chiarendole con sé stessi il problema si risolverà.
Non assumere farmaci “fai da te” , ma solo se sono stati prescritti da un medico
Accettare di avere questo problema e non vergognarsene, non è una cosa brutta e non si è pazzi.
Fare una serie di massaggi che facciano percepire il corpo come un amico sicuro, come fosse la propria casa.
Nel momento della paura respirare profondamente contando fino a cinque, sia mentre si inspira che mentre si espira, per un totale di dieci secondi a respiro, così si riduce il batticuore;
Quando ci si trova in un situazione di potenziale “attacco” (autobus affollato, stanze di piccole dimensioni, senza finestre, metropolitana…) focalizzare l’attenzione su pensieri positivi come “posso respirare tranquillamente”, “non sto correndo alcun pericolo” “adesso passa” ecc
Imparare e mettere in pratica una tecnica di rilassamento;
Chiudere gli occhi e visualizzare una situazione priva di stress, che infonde calma e serenità, come per esempio la risacca del mare
Può sembrare assurdo, ma se si è soli canticchiare è un rimedio validissimo, sia perché distrae, sia perché l’attenzione si focalizza sulle parole e non sulla situazione
Se c’è uno specchio guardarsi e provare nuove espressioni o ballare (stesso meccanismo del cantare)
Se si è con altre persone iniziare a chiacchierare del più e del meno, per distrarsi e non pensare alla situazione
Intraprendere un percorso con uno psicoterapeuta per riconoscere traumi e nodi del passato lasciati in sospeso, recuperando una visione differente e più positiva di sé .
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